EuroAquileienses 31.12.2021/I (it)

Comunicato FOGOLÂR CIVIC alla stampa italiana – Udine, 31 dicembre 2021

VENTESIMO VOTO CIVISTA ALLA CROCE DEL PATRIARCA FUSTIGATORE DEI POTENTI DEL FRIULI

Rinnovato, lungo la campestre Via Trevisana, alle porte di Udine, presso Bonavilla, l’annuale omaggio sociale spontaneo alla memoria del patriarca-principe di Aquileia Bertrando che, con l’appoggio udinese, tentò, nel Trecento, di rivoluzionare il tirannico Friuli feudale, cadendo vittima di una congiura ordita dai potenti del territorio. Il primo promotore, prof. Travain: Trattasi di luogo ‘rigeneratore’ delle virtù civiche nell’attualità!”. Intervenuta anche rappresentanza intergenerazionale dell’antica Pieve di Santa Margherita di cui la croce locale formava, si ritiene, il confine meridionale.

Devozione laica rimontante agli inizi del nuovo secolo e del nuovo millennio, l’“avôt” sociale del civismo udinese più battagliero raccolto attorno al Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” ed al Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” presso la Croce di Bonavilla, sulla campestre Via Trevisana, oggi tra Martignacco e Pasian di Prato, cimelio del mito del grande patriarca aquileiese Bertrando, eroe popolare contro i tiranni del Friuli medievale, ucciso sul campo della Richinvelda, il 6 giugno 1350, e spedito cadavere alla volta di Udine, la sua prediletta, che gli tributò l’ultimo trionfo coprendo di fiori il suo carro funebre e rinnovando ogni anno per secoli in quella data un omaggio civico floreale affidato in particolare ai fanciulli, primavera del popolo eletta a onorare prima di ogni altro un indimenticato padre della patria. Il 31 dicembre 2021, una rappresentanza del Fogolâr Civic e dell’Academie dal Friûl, guidata dal presidente delle due organizzazioni, prof. Alberto Travain, si è recata presso il rustico simulacro, infatti, per porvi una dedica floreale, la storica rosa, con un cartiglio ostentante l’invocazione “Beltram, vuarde il nestri pas des vuaitis su la nestre strade e tegninus dongje te bataie pal just e pal ben comun di ducj e ognidun”. Detta dedica è stata deposta presso la croce commemorativa del Patriarca, al confine meridionale dell’antica pieve di Santa Margherita, cooperanti, non a caso, due bimbi, Luca e Marco Calligaris, accompagnati dai referenti del Comitato civico del celebre borgo collinare, sig.ra Elisabetta Mingolo e sig. Daniele Pagnutti, esponenti storici di quel civismo e generosi collaboratori nella cornice delle iniziative Academie dal Friûl tese a promozione del sito storico che facilmente fu testimone del primo civico saluto alle spoglie del patriarca Bertrando oramai giunte alle porte di Udine. Imponenti manifestazioni rievocative, dal 1999 al 2001, mobilitarono con gran successo l’entusiasmo partecipativo delle comunità locali oltreché numeroso pubblico. Incredibilmente scalzati i padri di tali iniziative, la realtà locale, presto, con in testa le Amministrazioni, si mosse autonomamente. La mobilitazione sociale implose. Fu, però, istituito un parco, dedicato al patriarca Bertrando; restaurata la croce storica, posti tabelloni illustrativi ed improvvidamente anche collocato un fuorviante cippo all’ingresso del vicino borgo di Bonavilla ovvero “Cjasemate”, volto ad essere facilmente confuso con il suddetto cimelio autentico. Fedelissimi ai valori storici promossi in quegli anni, a cavallo tra secondo e terzo millennio, Academie dal Friûl ed il suo movimento culturale di riferimento oggi conosciuto come Fogolâr Civic, attraverso il loro promotore, prof. Travain, mai hanno mancato di rinnovare, l’ultimo giorno dell’anno, un gesto di affetto a quel simulacro e di variamente interpretata devozione. “Qui storia e leggenda, ideali e realtà, si incontrano, da secoli, forse da millenni. Ancora commuove profondamente immaginare che proprio qui il rustico carro funebre recante trafitto Bertrando morto, spedito a Udine beffardamente dai congiurati alla Richinvelda, abbia potuto ricevere il primo saluto della tanto amata cittadinanza. Da qui prese le mosse l’ultimo trionfo del più grande eroe di una città di Udine quasi leggendaria, irriducibile capitale non del Friuli dei potenti ma, al contrario, della rivolta contro le tirannidi del territorio. I don Rodrigo di un tempo, i nobili castellani, si sono trasformati in borghesi possidenti e in capitani d’industria in Età contemporanea sino a rispecchiarsi oggi nei potentati senza volto che dominano le nostre economie, i nostri governi e le nostre vite. Il mito di Bertrando e del suo irriducibile popolo udinese non può e non deve essere dimenticato, poiché è ancora fonte d’ispirazione ideale in un mondo che cambia ma non del tutto. Questo è uno dei luoghi più suggestivi e pregnanti in cui Udine e i friulani tutti, anzi i cittadini di tutti i popoli che furono di Aquileia, sono richiamati certamente a scegliere da che parte stare nella propria vita ossia con i tiranni o contro. Questo è un luogo rigeneratore delle virtù civiche, quelle vere. Questo è un luogo che richiama Udine ad uscire dall’opprimente mediocrità di orizzonti in cui da decenni ovvero da secoli langue, parodia lontana se non tradimento di ciò che fu o poteva diventare. Qui l’amenità assoluta del sito si sposa con l’inestinguibile fermento delle emozioni che la sua storia suscita. Che il patriarca Bertrando ancora possa raccoglierci ed animarci ogni giorno nelle giuste battaglie!”. Così, in buon friulano, si è espresso in una trascinante ed accorata allocuzione il presidente sociale prof. Travain, che ha ricordato anche come, nel 2017, la scuola media di Pasian di Prato avesse aderito con numerosa scolaresca alle iniziative commemorative promosse da egli stesso e da detti sodalizi tanto a Udine quanto a Bonavilla, avviando l’auspicato costume di un annuale omaggio studentesco, approvato dai massimi organi scolastici ma rimasto poi lettera morta. Gli ha fatto eco l’universitario e storico moruzzese sig. Daniele Lizzi, il quale si è soffermato sul dato locale e, ad un tempo, universale, globale, dell’esperienza storica calata su un territorio specifico. Non possiamo lasciare la Storia ai libri di Storia ma dobbiamo imparare a far vivere nel presente i valori e gli esempi che essa ci indica!”: questo l’apprezzata sottolineatura fatta dallo studente oggi maggior biografo dell’eroe nazionale friulano Marco di Moruzzo, ultimo aquilifero patriarcale, decapitato dai Veneziani seicento anni or sono per aver rifiutato di sottomettersi al loro dominio. “La gente ha sete e fame di Storia: di conoscere le vicende, soprattutto quelle della terra in cui si trova a vivere. È stato questo il segreto della grande mobilitazione socioculturale che, negli anni 1991-2001, ha restituito ed attualizzato il significato di questo luogo”: così ha ricordato quella grande stagione di civismo culturale la sig.ra Mingolo, che con il marito, sig. Pagnutti (“Io da allora mi sono avvicinato con passione alla Storia!”), e i numerosi figli, ne fu certamente non ultima artefice. E non ne fu certo ultimo artefice neanche quel sig. Pantaleo Soldano, civico presidio dell’amenità del luogo, felicemente coinvolto nel momento commemorativo. Ha concluso il giro di riflessioni, la vicaria del Fogolâr Civic e dell’Academie dal Friûl, prof.ssa Renata Capria D’Aronco, eminentissima esponente della società civile udinese, la quale si è soffermata sul significativo tratto intergenerazionale del suggestivo incontro attorno a una figura paradigmatica della dedizione agli ultimi, agli afflitti, agli emarginati oltreché della lotta contro le ingiustizie, le prepotenze, i soprusi, quale fu quella del patriarca Bertrando, assassinato vilmente a 90 anni. “Chi si dedica ad attuare alti ideali subisce sempre la persecuzione!” ha constatato amaramente la prof.ssa D’Aronco che ha elogiato l’amico prof. Travain non soltanto per essere stato primo promotore del rinnovamento del mito civico bertrandiano e per aver tentato persino di ripristinare, nel 2015, l’assemblea popolare partecipativa udinese detta dell’Arengo, che la tradizione riferisce proprio a iniziativa democratica del grande Bertrando, ma di costituirsi coraggiosamente bandiera di ribellione a difesa di diritti variamente conculcati anche nell’attualità: valga per tutti l’ultimo caso dei docenti precari lasciati per mesi senza stipendio. Un affettuoso ricordo la professoressa ha voluto dedicare, infine, alla compianta madre del “tribuno” Travain, sig.ra Mirella Valzacchi, decana del Fogolâr Civic, scomparsa il 15 marzo 2021 e senz’altro matrice di quei valori di riscatto civico di cui il figlio è stato per decenni ed è tuttora rispettato e, in un certo qual modo, temuto propugnatore. Immancabilmente presente la benemerita caposezione fogolarista udinese del quintiere di Aquileia, sig.ra Marisa Celotti, mentre la sua omologa del quintiere cittadino di Gemona, sig.ra Paola Brochetta, unitamente alla consigliera sociale sig.ra Rosa Masiero, ha offerto un benaugurale brindisi, “licôf” di fine anno. Messaggi di partecipazione ed auguri sono giunti dalla caposezione del Fogolâr Civic di Mercatonuovo, sig.ra Milvia Cuttini; dai consiglieri sociali nel quintere di Grazzano, sig. Giuseppe Capoluongo e maestra Rosalba Meneghini, nonché dalla socia onoraria prof.ssa Elisabetta Marioni, anche assessore all’Istruzione del Comune di Udine.

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