EuroAquileienses 13.09.2022/I (it)

Comunicato FOGOLÂR CIVIC alla stampa italiana – Udine, 13 settembre 2022

CONTO ALLA ROVESCIA PER GLI OTTO SECOLI DELLA CITTÀ DI UDINE

Emozione alle celebrazioni popolari spontanee per il 799° “compleanno” civico del capoluogo storico friulano. Il presidente degli organizzatori prof. Travain: “Dopo l’inspiegabile voltafaccia del Comune di Udine, che ha rinnegato il genetliaco urbano anche sui manifesti di Friuli Doc, rimarremo soltanto noi – il più irriducibile civismo udinese – a ricordare la vicenda dei padri che hanno costruito la storia dell’“Atene del Friuli” ossia della comunità municipale più potente e democratica della regione! Sapremo senz’altro essere all’altezza!”.

Grave, autorevole, in una distinta lingua friulana, di fronte ad un crocchio di sodali e curiosi oltreché ad una schiera di variopinte bandiere, si è levata alta, il 13 settembre 2022, presso il pozzo storico della Lanterna, in Piazza Matteotti ovvero San Giacomo, nel centro di Udine, la voce del prof. Alberto Travain, ideologo e guida del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” nonché del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, il quale ha presieduto le celebrazioni popolari spontanee per il 799° compleanno della città fondata il 13 settembre 1223 dal patriarca aquileiese Bertoldo di Andechs, rilevantissima ricorrenza civica identitaria promossa dallo stesso e dalle sue associazioni sin dal 2001, vicenda di cui l’intellettuale ha presto ricostruito, nella sua allocuzione, le principali tappe: “Tappe, da un lato, di una vicenda socioculturale di promozione identitaria ‘dal basso’, esempio concreto di lungimiranza e tenacia popolari; dall’altro, cronaca di un naufragio politico-amministrativo, che, in ventun anni ha visto il Comune, prima, timidamente issare, nell’anniversario di fondazione urbana, il vessillo locale in cima al Castello, regnante’ il sindaco Cecotti; poi, presenziare, con il sindaco Honsell e suoi delegati, insieme al Gonfalone della Città, alle sempre rinnovate rimembranze popolari; e ancora, tentennare, con il ‘primo cittadino’ Fontanini, talvolta presente ma senza l’insegna; sino al 2021, ventennale delle celebrazioni, quando l’assessore comunale Franz pareva persuaso d’intitolare, come in effetti estemporaneamente fece, anche la gran sagra di Friuli Doc, esposizione del territorio, al compleanno della città-mercato che di quello stesso territorio dicesi capitale; ora, quest’anno, invece, la marcia indietro, incredibile, inspiegabile: un miserabile voltafaccia! Per parte sua, così, il Comune ha sospeso il cosiddetto ‘countdown’, il conto alla rovescia degli otto secoli del centro urbano, cosa ben diversa dal suo castello e anche dalle ville che lo circondavano oltreché senz’altro dal remoto castelliere protostorico. Solo noi restiamo oggi a ricordare il percorso e l’orgoglio di una comunità emancipata, quasi ottocento anni fa, da assoggettamento totale allo Stato e ai poteri incombenti sulla regione. Ecco, allora, che il simbolico gesto del conio di una moneta popolare, nel solco delle tradizioni della ragazzaglia udinese di un tempo – quando mio zio Otto modellava a martellate vecchi tappi di bottiglia –, diventa non soltanto giocosa rimembranza delle origini mercantili di una città ma anche vivido auspicio, attuale rivendicazione ideale, di porzioni di sovranità e autodeterminazione per una comunità cittadina con un vivacissimo passato da irriducibile. Ciò si fa moderno proponimento per un recupero di dignità, anche politico-istituzionale, delle realtà locali, in un mondo globalizzato ogni giorno più urbanocentrico, sempre più rete di città, di comunità reali interconnesse ed incontenibili nel loro aprirsi alle relazioni internazionali più complesse!”. Appassionato, coinvolgente, carismatico, il prof. Travain ha richiamato anche due specifici anniversari di gran peso culturale e politico, a livello locale e non soltanto, correlati quest’anno al genetliaco urbano: il bicentenario della confinazione odierna del Comune di Udine, su segnalazione del compianto storico Gino di Caporiacco, occasione commemorativa dell’aggregazione delle sette frazioni rustiche di Beivars, Chiavris, Cussignacco, Godia, Paderno, San Bernardo e Vât, “ultima storica iniezione di civiltà rurale nel corpo della comunità urbana”, e gli undici secoli dalla prima menzione della potente signoria Savorgnan, “beniamina del popolo di città e borghi nonché delle loro istituzioni democratiche, vanto e giogo di una comunità che ne condivide ancora lo stemma ed antica cerniera con il territorio per un’autorevole capitale civica del Friuli”. Ricorrenze, queste, di gran momento, eppure non considerate dall’Amministrazione di Palazzo D’Aronco, il cui proposito d’inviare comunque sul posto un delegato del Sindaco è stato subito stoppato dal presidente fogolarista prof. Travain, non soltanto al fine di preservare la neutralità dell’evento rispetto agli schieramenti politici in tempo di campagna elettorale, ma anche in segno di dissenso nei confronti di un esecutivo comunale accusato di avere disconosciuto e offeso irreparabilmente il trentennale impegno socioculturale del civismo guidato da quell’intellettuale. Le rimembranze erano iniziate con l’“omaggio dei quintieri udinesi alla bandiera civica ‘pelegrine’ di Aquileia e Friuli, moto d’affetto verso l’antica patria ed il bene comune delle sue genti, simboleggiati dall’itinerante storica insegna del friulanista sig. Gianfranco Passone”, intervenuto personalmente alla manifestazione. Il caro vessillo, recante l’aquila aquileiese ad ali spiegate nel cielo turchino, è stato accolto dal decano-alfiere generale del Fogolâr Civic, sig. Eugenio Pidutti, recante bandiera storica sociale, e riverito dal deferente inchino degli stendardi da combattimento dei rioni cittadini, dieci anni or sono liberalmente riprodotti dalla maestra Rosalba Meneghini. Al gradino di piazza”, poi, il “conio simbolico di una moneta della tradizione giovanile cittadina (‘tapon’), omaggio scherzoso alla vocazione commerciale urbana nonché al principio di sovranità del popolo udinese riconosciuto anche dallo stesso patriarca fondatore”, gesto compiuto direttamente dal presidente prof. Travain, il quale solennemente, ancorché con tono faceto, ha levato in aria il tappo di bottiglia rimodellato per poi lanciarlo sulla grande insegna cittadina fluente dalla vera da pozzo monumentale della “Lanterna”. È seguita, quindi, come da programma, l’attesa “civica allocuzione per il 799° Compleanno della Città”, tenuta dal prof. Travain, “presidente dei sodalizi primi promotori Fogolâr Civic e Academie dal Friûl”, allocuzione incalzata dall’“annuncio di convocazione del ‘6° Arengo Contemporaneo del Popolo Udinese’, annuncio formulato dal presidente ovvero “cameraro” dell’Assemblea civica popolare locale, prof.ssa Renata Capria D’Aronco, figura eminentissima della società civile cittadina, che ha letto ufficialmente, come ogni anno, il bando invitante la cittadinanza ad intervenire allo storico congresso partecipativo, che si terrà lungo tutto l’arco della giornata di giovedì 29 settembre 2022 a Palazzo Garzolini di Toppo Wassermann. Poi, gli interventi. Primo fra tutti, quello dell’arch. Roberto Pirzio-Biroli, noto professionista ed intellettuale, che ha innanzitutto preso la parola come rappresentante di Casa Savorgnan in correlazione alla ricorrenza specifica sopraccitata. L’architetto è intervenuto recando una splendida riproduzione della celebre ‘Veduta di Udine’ del secentesco pittore tedesco Joseph Heintz il Giovane, dettagliatamente annotante le contrade, le mura e le rogge della città storica e dei suoi borghi, in una rappresentazione ancora atta a suggerire una ‘ratio’ nello sviluppo del paesaggio urbano e nel suo rapporto con il territorio limitrofo e non solo. “Udine è questo oppure non è!” ha detto perentorio l’arch. Pirzio-Biroli riferendosi alla gestione e alla valorizzazione dei beni culturali e ambientali udinesi, intesi fondamentalmente come connotato identitario. Nell’appellarsi alla cittadinanza affinché si faccia reale presidio di tratti e bellezze della sua “urbs”, l’intellettuale friulano, di rinomate origini italo-germaniche ed internazionalmente conosciuto come esponente e caldo promotore della più qualificata friulanità, ha concluso il suo intervento manifestando profondo disagio per la scarsità di spessore e contenuti registrata nell’ambito di certi convegni dedicati quest’anno all’identità nella cornice della ‘sagra’ Friuli Doc. Ha parlato, poi, l’ing. Gildo Solari, segretario della prima Pro Loco di Città mai costituita in Italia: quella udinese del “Borgo Sole”, evoluzione di un grande progetto di attualizzazione delle identità rionali e suburbane della città, avviato sullo scorcio del secolo scorso in felice simbiosi con il circolo universitario “Academie dal Friûl” di Travain. L’ing. Solari ha ribadito l’impegno della Pro Loco a mettersi al servizio del cittadino, anche, ora, specificamente raccogliendone od agevolandone le ponderate istanze presso la civica assemblea dell’Arengo, convocata per fine mese. I migliori auguri alla città e al suo più vivo civismo sono giunti, inoltre, da parte del presidente della succitata Pro Loco cittadina, arch. Giuseppe Vacchiano. Ed ecco, poi, il rito dell’“omaggio civico alla storia di Udine”, annualmente rinnovato presso l’identitaria “Guglia del Mercatonuovo”, rivisitazione laica del costume settembrino dell’infiorata mariana dei Vigili del Fuoco locali, rito che, quest’anno, per questioni di stabilità del monumento colonnare, si è svolto, invece, presso la “Lanterna di Diogene”, artistica ghiera quattrocentesca evocante Atene, metropoli della civiltà europea e della sua cultura civica e democratica di cui Udine lungamente fu faro friulano. Il presidente dell’Arengo, prof.ssa D’Aronco, ha passato in rassegna, quindi, le rappresentanze civiste dei cinque originari “quintieri” o circoscrizioni politico-militari udinesi di Mercatovecchio, Mercatonuovo, Aquileia, Gemona e Grazzano, presenti con le proprie insegne, ricevendo da ogni delegazione una rosa simbolo del rione, associata, quest’anno, a specifica dedica alla memoria di quanti sostennero od osteggiarono la signoria Savorgnan, ricordata, come già detto, nell’XI centenario di prima menzione. A guidare le rappresentanze ed a reggere le insegne rionali, gli alfieri civisti maestra Manuela Bondio (Mercatovecchio), sig.ra Paola Brochetta (Gemona), sig.ra Anna Rosa Caeran (Mercatonuovo), sig. Giuseppe Capoluongo (Grazzano) e sig.ra Marisa Celotti (Aquileia). Infine, la maestra Rosalba Meneghini ha consegnato al cameraro arengario altre sette rose singolarmente dedicate, commemorative delle sette frazioni bicentenarie di Beivars, Chiavris, Cussignacco, Godia, Paderno, San Bernardo e Vât, entrate duecento anni or sono a far stabilmente parte della comunità cittadina udinese. Costituito grande e variopinto mazzo, il capo del civico congresso ha consegnato la simbolica dedica ad un picchetto d’onore dei Vigili del Fuoco, la più antica milizia civile del Friuli, rimontante all’epoca di Aquileia romana, che ha deposto il tutto presso lo storico puteale grecizzante, richiamo antichissimo, interculturale, all’interrelazione tra presente e passato, al rapporto ideale tra viventi e defunti, luogo, in buona sostanza, deputato per fare i conti con la Storia… Le cerimonie in Piazza Matteotti si sono concluse al grido di battaglia “Savorgnan! Savorgnan!”, che infiammò per secoli il popolo udinese e le genti friulane in rivolta contro autorità feudali e invasori di turno. Rinnovando l’estemporaneo gesto di alcuni anni fa, le rimembranze popolari spontanee del 799° genetliaco urbano sono giunte, però, al termine, in Piazza XX Settembre, presso l’antico pozzo del primo ospedale di Santa Maria della Misericordia, dove è stata collocata – per mano della consigliera fogolarista sig.ra Rosa Masiero – una commossa dedica ai cittadini sofferenti e a coloro li soccorrono ma anche a fustigatori e vittime della malasanità e dell’affarismo sulla pelle del popolo. D’obbligo, l’annuale, finale, canto dell’inno cittadino “Oh ce biel cjiscjel a Udin” e di quello mariano “Ave, o Vergjine, Us saludi”, proposto dal priore sig. Capoluongo, della Confraternita del Santissimo Crocifisso, culturale tributo ad un’effigie invocata da secoli da tanti malati e feriti nel corpo e nell’anima. “Maria di Nazareth – ha detto il prof. Travain – ovvero la donna per eccellenza nella nostra cultura, reggente il Bambino, materno simbolo di protezione, ma anche il Castello, emblema di fortezza, di bastione irriducibile ed inespugnabile come abbiamo sognato e tentato di essere nella nostra storia, effigie troneggiate sulla splendida nostra colonna forense del Mercatonuovo, è un po’ l’immagine di Udine stessa, del suo mito civico, delle sue epiche virtù di accoglienza ma anche di resistenza a mali intrinseci ed estrinseci incombenti sulla sua vicenda. Una splendida lauda udinese medievale si rivolgeva alla Madonna definendola colonna di Udine, sua chiave e serratura: madre e baluardo della città, insomma; in termini non propriamente prosaici eppure fervidamente laici e interculturali: una sorta di logo dell’identità ambita, della testimoniata o almeno auspicata costituzione valoriale inclusiva ed irriducibile degli udinesi di ogni origine e credo, nel solco remoto di un’Aquileia cosmopolita pronta a farsi testuggine serrata contro ogni barbarie che calpesti l’Uomo e la Civiltà!”. Oltre al civismo sopraccitato, sono intervenute in piazza le più varie esperienze e rappresentanze della migliore società civile e culturale di Udine e del Friuli: dal giovane storico Daniele Lizzi, ultima luce del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, all’istitutrice Laura Paviotti, nota promotrice del Coordinamento Civico Udinese “Borgo Stazione”, sino alla giornalista Laura Zanelli, presidente dell’Associazione Giulietta e Romeo in Friuli. Ossequienti al bando di tribuna per politici e amministratori disposto sotto elezioni imminenti dal presidente fogolarista prof. Travain, dal dott. Carlo Alberto Lenoci alla prof.ssa Elisabetta Marioni, anche esperienze politico-amministrative, passate e presenti, della città di Udine hanno ritenuto, a titolo personale, silentemente di essere presenti, per testimoniare vicinanza e adesione al Fogolâr Civic e all’intera compagine promotrice della manifestazione. A rappresentare specificamente l’Arengo udinese, oltre al “camerarius” prof.ssa D’Aronco, è sopraggiunto in piazzetta della Lanterna il “procurator” assembleare dott.ssa Maria Luisa Ranzato, insieme ai “consiliarii” sig.ra Iolanda Deana e sig.ra Renata Marcuzzi. Rappresentanze qualificate anche dal Club per l’Unesco di Udine, dall’Associazione Udinese per il Recupero della Democrazia Storica Partecipata “Pro Arengo Udine”, dal Coordinamento Euroregionalista Friulano “Europa Aquileiensis” oltreché dal Balivato triveneto del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, Cipro, Rodi, Malta e San Pietroburgo. Osservatori civisti anche dalla stessa Cividale del Friuli, culla cesariana della Friulanità. “Devo dire – ha commentato il prof. Travain – che tra le cose che più ricorderò di quest’edizione del compleanno urbano è l’inaspettato interesse dei giovani, di capannelli di ragazzi attenti in particolare ai simboli e alla gagliardia delle sventolanti insegne, rispetto alle quali ho notato anche una particolare competenza culturale. È indubbio che sui giovani pesa il fardello di tramandare e di far fruttare la memoria storica. Un fardello che è anche, però, un’avvincente avventura. A noi adulti, a noi gente matura e attempata, il compito di non lasciare che la fiamma del ricordo si spenga insieme alle passioni che l’hanno alimentata sino ai nostri giorni!”.

GALLERIA FOTOGRAFICA

(a cura del socio fogolarista sig. Attilio Calligaro)

Omaggio all’insegna “Pelegrine” di Aquileia e Friuli

Conio di moneta della tradizione giovanile udinese

Allocuzione del primo promotore prof. Travain

Arengo annunciato dalla prof.ssa Capria D’Aronco

Intervento dell’intellettuale arch. Pirzio-Biroli

Rassegna dei Quintieri udinesi

Rassegna del Quintiere MERCATOVECCHIO

Rassegna del Quintiere AQUILEIA

Rassegna del Quintiere MERCATONUOVO

Rassegna del Quintiere GEMONA

Rassegna del Quintiere GRAZZANO

Rassegna delle Frazioni bicentenarie  

Dedica affidata ai Vigili del Fuoco

Posa dell'”Omaggio Civico alla Storia di Udine”

Posa dell'”Omaggio ai Cittadini Sofferenti”

Canti popolari finali

 

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