159m complean de Stazion “austriache” di Udin

Note CCU BORC STAZION pe stampe taliane – Udin, 21 Lui 2019

159° “COMPLEANNO” DELLA STAZIONE “AUSTRIACA” DI UDINE E DEL SUO RIONE

Il Coordinamento Civico Udinese “Borgo Stazione” ricorda il fatto alla cittadinanza attraverso una nota social.

Udine ebbe la ‘sua’ ferrovia, la sua Stazione e, di conseguenza, il suo quartiere ferroviario, grazie al governo di ‘Cecco Beppe’, quel Francesco Giuseppe d’Asburgo-Lorena, imperatore austriaco, ma anche principe friulano con il titolo di Duca del Friuli, che regnò sugli Udinesi dal 1848 al 1866. La Stazione di Udine fu inaugurata senza clamore il 21 luglio 1860, sul tracciato della ‘Veneto-Illirica’, la strada ferrata che collegando Venezia (Mestre) a Trieste (Aurisina) e congiungendo i capoluoghi provinciali del futuro Friuli Venezia Giulia, avrebbe dovuto unire ancor di più la famiglia dei popoli mitteleuropei riuniti sotto lo scettro asburgico, proprio mentre l’indipendentismo italiano si accingeva a smembrarne dal corpo le genti a sud delle Alpi. Fu il celebre feldmaresciallo Radetzky ad optare, adducendo ragioni militari, per il progetto di una linea ferroviaria servente l’entroterra veneto-friulano, scartando l’idea di un collegamento più diretto e meno dispendioso tra Venezia e Trieste passate non lontano dalla costa adriatica. Ecco che a figure che, per tanto tempo, i nostri scolaretti ed i nostri studenti hanno imparato ad odiare, sui banchi di scuola, come nemici morali della nostra gente, Udine e molte altre località del Nordest italico devono persino il primo loro moderno collegamento con il resto d’Europa! La ferrovia asburgica, poi, costituì, per la città capoluogo del Friuli, anche una sorta di sesta cinta muraria urbana, in aggiunta alle cinque medievali preesistenti, delineante per la prima volta uno spazio concluso tra le antiche mura e i binari, dalla Porta Grazzano (ora Piazzale Cella) alla Porta Aquileia (ora Piazzale D’Annunzio), i cui originari, radi nuclei abitati, rientranti per secoli sotto la denominazione di ‘Porta Cussignacco’, sarebbero stati nel tempo affiancati o spesso rimpiazzati dagli edifici di un nuovo quartiere suburbano, divenuto a fine Ottocento frazione comunale e, provvisoriamente, pare, addirittura Comune autonomo durante l’occupazione austro-tedesca del 1917. Dal 2003, su indicazione del movimento civico culturale ‘Fogolâr Civic’, il vecchio suburbio della Stazione, ormai divenuto parte integrante ed indistinta della città propriamente detta, è stato popolarmente ribattezzato “borgo” ossia località aggregata a nucleo urbano, ma con storia propria e identità peculiare: valori di cui si è fatto carico, da allora, il battagliero Coordinamento Civico Udinese ‘Borgo Stazione’”. Riproponendo all’opinione pubblica la suddetta nota, tratta da numero unico sociale del luglio 2012, il prof. Alberto Travain, conservatore del celeberrimo coordinamento rionale udinese, sorto nel 2003 ed esemplarmente attivo per oltre un decennio, ha, così, rinnovato civica memoria del “compleanno”, ora il 159°, della Stazione ferroviaria udinese e, per conseguenza, del settore urbano da essa storicamente denominato. “Una Stazione, divenuta italiana sei anni dopo la sua inaugurazione e , negli ultimi tempi, causa restauri e ristrutturazioni maldestri, gravemente deturpata nell’estetica e sostanzialmente non potenziata nei servizi di base all’utenza!” afferma prof. Travain: “Richiamiamo gli austriaci, visto che gli italiani non hanno saputo fare di meglio?”.

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