Note FOGOLÂR CIVIC pe stampe taliane – Udin, 14 Avost 2019
VI CENTENARIO DELLA CADUTA DELLA “CHIAVE DEL FRIULI” IN MANO VENEZIANA
Il civismo culturale udinese raccolto attorno al Fogolâr Civic scrive al Comune della “Perla del Livenza” a sei secoli dalla conquista veneta, per ricordare tutti i sacilesi che, nei secoli, si batterono per la libertà della propria città e della patria comune friulana.
Con una nobile lettera indirizzata al Sindaco, agli Assessori ed ai Consiglieri del Comune di Sacile, datata da Udine, il 13 agosto 2019, il prof. Alberto Travain, alla testa del civismo locale che si stringe attorno al Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, ha reso omaggio, nel VI centenario della caduta della “Perla del Livenza” nelle mani della Serenissima, alla memoria di tutti sacilesi che nella Storia seppero combattere per il bene della propria città e dell’intera comunità friulana. Sei secoli or sono, infatti, la bella Sacile, “chiave del Friuli” o “porta d’Italia” a seconda della prospettiva, cedeva agli eserciti di Venezia risoluti a conquistare l’estrema regione subalpina orientale. “Pregiatissimi, la presente per condividere spontaneamente, oggi, il ricordo storico seicentenario della grave perdita di Sacile da parte dello Stato della Patria del Friuli, sorta di repubblica federale medievale presieduta dai patriarchi aquileiesi e dotata del primo parlamento politico territoriale d’Europa, lo stesso che, nel 1366, proprio nella bella città liventina, approvò le famose ‘Constitutiones‘ friulane. Il 13 agosto 1419, le artiglierie del generalissimo veneziano Filippo d’Arcelli investivano duramente i borghi sacilesi, piegando, così, la resistenza del più antico Comune autonomo del Friuli, sottratto allo Stato aquileiese nonostante gli sforzi profusi in sua difesa e la fiera fedeltà del suo popolo, che già nel 1414 si era sollevato contro gli invasori marciani. È vero che Sacile fu, poi, comunque, in genere, rispettata nelle sue libertà e anche valorizzata, in un certo qual modo, dalla potente Serenissima, di cui tuttora si definisce ‘giardino‘. Nostra stella polare deve, in ogni caso, essere la fratellanza tra tutti i popoli, a maggior ragione tra quelli contermini, ma la data odierna, senza nostalgie o recriminazioni, nello specifico, valga per rendere debito omaggio alla memoria dei sacilesi che, in mille forme, nel corso dei secoli, seppero battersi fedelmente e tenacemente per il bene della propria città e dell’antica comune Patria friulana, ‘piccolo compendio dell’universo’ al crocevia del Vecchio Continente e cuore ‘aquileiese’ della Mitteleuropa. Con deferente rimembranza, per conto del civismo culturale più autentico della proverbialmente amicissima città di Udine”. Firmato: “Prof. Alberto Travain Coordinatore Generale del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico ‘Fogolâr Civic‘, Presidente del Circolo Universitario Friulano ‘Academie dal Friûl‘, Presidente del Coordinamento Euroregionalista Friulano ‘Europa Aquileiensis‘, Conservatore del Coordinamento Civico Udinese ‘Borgo Stazione‘, Delegato presidenziale alla formazione civica e alla cittadinanza attiva del Club per l‘Unesco di Udine oltreché Cancelliere vicepresidente dell’assemblea civica partecipativa udinese ‘Arengum / Arengo / Renc‘”. “Una spontanea testimonianza di fraternità civica regionale – ha detto Travain dell’iniziativa – radicata in un passato obliato ovvero confinato nei libri di Storia invece di essere parte integrante di una coscienza di comunità di destino senza la quale il Friuli ed il Friuli Venezia Giulia sono solo termini privi di senso!”.