600 anni fa, a Udine, la “Congiura di Porta San Gottardo”

Comunicato FOGOLÂR CIVIC alla stampa italiana – Udine, 14 settembre 2019

RICORDATI A UDINE I 600 ANNI DELLA “CONGIURA DI PORTA SAN GOTTARDO” NELLA QUASI TOTALE INDIFFERENZA DELLE ISTITUZIONI E DEL TERRITORIO.

Il Fogolâr Civic ha commemorato l’importante ricorrenza storica con una piccola cerimonia laica in borgo Pracchiuso, nel luogo degli scontri del 1419 tra le fazioni udinesi favorevoli e contrarie alle mire signorili di Tristano Savorgnan che condussero il Friuli nella braccia della Repubblica di Venezia. Presente gradita rappresentanza del Comitato rionale; ufficialmente assente la Parrocchia; il Comune ‘risucchiato’ da Friuli Doc…

Alle ore 2 del mattino di 600 anni fa, il 12 settembre 1419, lo spodestato ‘Signore’ di Udine, Tristano Savorgnan, si faceva aprire a tradimento la porta allora detta di San Gottardo ovvero di Pracchiuso e con forte numero di armati a piedi e a cavallo occupava l’immediato borgo per poi tentare l’assalto alla città. Verso le ore 10, una violentissima sassaiola opposta da animoso popolo alla Porta di Sant’Antonio oggi Manin costringeva gli aggressori a ritirata rovinosa. Nove mesi dopo, alla testa di un esercito veneto, il Savorgnan trionfalmente rientrava nella sua città, dalla quale era stato scacciato dagli ungheresi nove anni prima. Una storia molto controversa ed ancora, dopo sei secoli, molto divisiva. Così, il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, il 12 settembre 2019, si è dato appuntamento proprio dove stava l’antica porta di San Gottardo, di fronte alla chiesetta oggi di Sant’Antonio, intitolata, al tempo, a San Valentino, per ricordare, nel “VI centenario” quella che, per l’appunto, ha definito come “Congiura di Porta San Gottardo”, “dolorosa vicenda di guerra civile friulana nella Udine medievale”. Di fronte alle cinque bandiere commemorative degli antichi “quintieri” politico-militari cittadini denominati Mercatovecchio, Mercatonuovo, Aquileia, Gemona e Grazzano, rette dai sodali sig. Marco Apostolico, sig.ra Marisa Celotti, sig.ra Milvia Cuttini, sig.ra Iolanda Deana e prof.ssa Luisa Faraci, il presidente sociale prof. Alberto Travain ha letto solennemente il testo di una piccola dedica di rimembranza, integralmente in lingua friulana, deposta poi nella cappella. Una dedica recante i nomi portati dall’eco di quella vicenda: nomi di nobili, borghesi e di tantissimo popolo: dal notaio ed ex “cancelliere” o segretario comunale Tommaso Ronconi, condannato per alto tradimento ad essere squartato, all’ardimentoso cittadino Giacomo Banzili, ricordato nei documenti per i particolari coraggio e determinazione manifestati nella difesa di Udine. “Riguardo a una guerra civile innestata su uno scontro internazionale deflagrato sei secoli or sono, parrebbe più propizio non prendere affatto posizione rispetto alle parti in lotta, ma limitarsi a una mera, salomonica, commemorazione di combattenti, caduti e vittime” ha commentato il prof. Travain: “Una cosa va detta, però, anche se cozza con certe antitetiche passate retoriche italianiste e friulaniste, rispettivamente use a celebrare e ad aborrire la figura dell’irriducibile Savorgnan procedendo da motivazioni ben lontane dal sentimento popolare dell’epoca. Perché tanto popolo, tra i sostenitori dello spodestato ‘Signore’ di Udine? Solo per timore della sua potenza non proprio affossata e della sua vendetta? Il tentativo di Tristano di farsi addirittura ‘Signore’ del Friuli a detrimento di quella sorta di repubblica feudale che era la ‘Patria’ friulano-aquileiese portava con sé, non tanto tra le righe, anche il seme pur acerbo di una montante istanza di riscatto sociale e politico della borghesia e di talune élites popolari insofferenti verso le aristocrazie tradizionali ed il governo d’Antico Regime!”. “Fondamentale ricordare quei padri dimenticati” ha detto la prof.ssa Renata Capria D’Aronco, cameraro dell’Arengo cittadino udinese, suprema autorità elettiva della società civile locale oltreché priore nazionale del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, Cipro, Rodi, Malta e San Pietroburgo e presidente del Club per l’Unesco di Udine: “È un dovere civico! E tu, caro Alberto, meriti perciò tutta la gratitudine, dei vivi e dei morti, di questa città!”. Significativo anche l’intervento della storica presidente del comitato rionale di Borgo Pracchiuso, sig.ra Sandra Di Giusto, che ha ribadito l’importanza del ricordo del passato come lezione e collante sociale. Sulla stessa lunghezza d’onda, l’apprezzato intellettuale ed ex amministratore cittadino, prof. Giorgio Vello, nativo borghigiano, il quale, congratulandosi per l’iniziativa, si è soffermato sulla riscontrata ricchezza di Storia del proprio rione, intorno alla quale ha senz’altro auspicato una sempre maggiore mobilitazione culturale. La prof.ssa Luisa Faraci, anche consigliere del rinnovato Arengo udinese, a ripreso il ragionamento sulle nuove forze sociali mobilitate dal “golpe” signorile di Tristano Savorgnan, mentre la collaboratrice sig.ra Milvia Cuttini ha voluto rimarcare il ricorrere delle dinamiche storiche tra passato e presente: “Nol è gambiât nuie!”. “Sono venuta a commemorare i caduti di queste sciagurate ed inutili guerre!” ha commentato perentoria e disincantata la sig.ra Mirella Valzacchi, la più antica socia del Fogolâr Civic. “Questo nostro civico, dovuto, incontro di rimembranza avviene proprio mentre il Comune, ignaro e indifferente riguardo alla drammatica ricorrenza storica, di rilevanza locale e regionale, risulta completamente ‘risucchiato’ dai festeggiamenti per l’inaugurazione della qualificata ‘sagra’ di Friuli Doc… Che dire?” ha concluso Travain: “Una ‘sagra’ conta di più del ricordo di chi 600 anni fa si batté con ostinato coraggio per due contrapposte idee di Udine e di Friuli?”. Il disappunto del Fogolâr Civic si è indirizzato anche verso talune importanti realtà rionali, chiaramente invitate alle rimembranze e risultate ufficialmente ed ingiustificatamente assenti: in primis, la Parrocchia della Beata Vergine delle Grazie. “Bravi! Grande esempio di solidarietà territoriale e di pia memoria dei trapassati!” ha annotato sarcastico il presidente fogolarista: “E poi si lamentano se la gente si allontana dalle chiese!”. Il prof. Travain ha, infine, ringraziato per il coordinamento organizzativo dell’evento la segretaria sociale sig.ra Iolanda Deana, la capo servizio cerimoniale sig.ra Marisa Celotti e, per il servizio documentazione, la sig.ra Renata Marcuzzi.

Precedente 600 years ago: the Udine 'Gotthard Gate's Plot' Successivo 600 agns indaûr, a Udin, il “Complot de Puarte di Sant Gotart”