A Friulian tribute to all the deceased of the international civil society

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FOGOLÂR CIVIC press release (to the Italian press) – Udine, 31 December 2018

PER I ‘THOMAS BECKET’ IN FRIULI E NEL MONDO”

Come ogni anno, dal 2010, a Udine il civismo culturale raccolto dal Fogolâr Civic ricorda i defunti della società civile locale ed internazionale con una celebrazione eucaristica nella chiesa di San Giacomo nella ricorrenza dell’assassinio politico dell’antico primate d’Inghilterra, storicamente assunto a modello morale dall’eroe civico aquileiese medievale Bertrando di Saint Geniès. Il primo promotore prof. Travain: “La proverbiale intransigenza morale delle nostre genti deve ritornare ad essere antidoto contro le minacce alla qualità del vivere!”.

L’arcivescovo medievale inglese Thomas Becket si oppose al potere totalitario del suo sovrano e finì assassinato nella cattedrale di Canterbury il 29 dicembre 1170. Da allora, egli, santo cattolico, è celebrato internazionalmente come martire della libertà della Chiesa contro i potenti. Dal 2010, a Udine, però, Capitale del Friuli Storico al crocevia dell’Europa ed ultima metropoli dell’antico patriarcato transfrontaliero di Aquileia, la ricorrenza di quel martirio, rievocato dal grande drammaturgo anglosassone T.S. Eliot nel suo capolavoro teatrale “Assassinio nella cattedrale”, è stata riproposta come occasione “inclusiva” laica e civile per celebrare tutti coloro che hanno operato e operano affinché gli individui e i popoli non si sottomettano a poteri prepotenti e tirannici. Sabato 29 dicembre 2018, per iniziativa del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, presieduto dal prof. Alberto Travain, si è, quindi, rinnovata presso la cappella forense udinese di San Giacomo, luogo deputato tradizionalmente alla memoria locale dei trapassati, l’annuale “Santa Messa per i Defunti della Società Civile” nella ricorrenza dell’assassinio di San Tommaso di Canterbury, mito storico internazionale di resistenza contro la tirannide, che fu anche modello per il patriarca aquileiese Bertrando di Saint Geniès, martire e patrono civico udinese e friulano rimontante al Medioevo. La celebrazione, con preghiere nelle lingue della regione, è stata officiata dal popolarissimo anziano “cappellano” fogolarista, don Tarciso Bordignon che, rivolgendosi al dio dei cristiani, ha invocato forza per chi attende al bene comune e l’avvento di nuove generazioni di giovani “disposti a morire vivi, non a vivere da morti”, pronti coraggiosamente a spendersi nella vita a favore del prossimo. “Siamo a ricordare la risposta che Tommaso e Bertrando diedero a Cristo di fronte alla prepotenza dei loro tempi. ‘Mai pôre di fâ ben, ancje a cost di dâ fastidi!’” ha esclamato con limpida foga l’attempato sacerdote, il quale, richiamando anche la lettura del Vangelo del giorno, evocante la vicenda del vecchio Simeone il cui scopo di vita era riconoscere il Messia incarnato, ha anche formulato un appello alla terza età a voler perseverare nell’operare per il bene comune. Vari i voti emersi dalle preghiere dei fedeli, formulate nelle lingue friulana, italiana, slovena, tedesca e veneta: “Benedet Pari, fâs che si tratisi plui di fradis e si judisi un cul altri, che si tegni cont di dut ce che tu âs fat di biel e di bon intal mont”; Dal friulano Regeni allo slovacco Kuciak, in questa nostra Mitteleuropa esistono ancora giovani probi ed irriducibili nei loro valori di civiltà anche sino all’estrema testimonianza: fa’, dunque, Signore, che non si spengano ideali e coraggio tra le nostre genti e stendi sempre la mano a loro difesa”; Prosimo te za vse naše pokojne, bodi jim bogat plačnik za vse, kar so dobrega storili”; Lieber Vater, fördere das geschwisterliche Verhalten und den edlen Gedanken der Hilfe unter uns Menschen und gegenüber allen Werken deiner wunderbaren Schöpfung”; “Preghemo pei nostri che no i xe più, che i sia ripagai de quel che i ga fato de bon come vivi”. Al termine della celebrazione, il presidente fogolarista prof. Travain ha ricordato le profonde motivazioni socioculturali dell’iniziativa, la sua attualità ed il suo innovativo radicamento in una tradizione locale ed internazionale: “Nel segno di Thomas Becket, oggi una catena ideale si dipana da questa chiesa e ci lega attraversando il tempo e lo spazio nel riconoscimento e nella testimonianza di valori ‘universali’ vissuti localmente anche sovente non senza contrasto! Il martirio, in questo 2018, del giovanissimo giornalista slovacco Jan Kuciak, valido virgulto della nostra migliore Mitteleuropa, che denunciava le ingerenze mafiose nel suo Paese, si accosta a quello, così, del probo ricercatore di Fiumicello, il friulano Regeni, inviso al regime imperante in Egitto causa i suoi studi su quella realtà, scempio per il quale, a quasi tre anni, non s’è ancora fatta giustizia: non cederemo e non dimenticheremo per timore od ossequio nei confronti dei tiranni di turno e ancor meno in adesione alla peggiore apatia di massa! Solidali con il mondo in rivolta contro le ingiustizie, impegnamoci a casa nostra affinché le genti figlie di Aquileia recuperino o si reinventino la loro storicamente incorruttibile e temuta intransigenza, formidabile anticorpo identitario di una società civile a presidio della qualità dei consorzi civili contro le peggiori minacce e derive!”. Il cosiddetto “çoc” del Fogolâr Civic ha, poi, speso affettuose espressioni di apprezzamento e ringraziamento nei riguardi dell’anziano celebrante don Tarcisio Bordignon, da decenni al fianco del sodalizio, predicatore ed indomito esempio di coraggio ed apertura. Hanno preso la parola, in seguito, la consigliera municipale prof.ssa Elisabetta Marioni, in rappresentanza del Sindaco di Udine, la quale ha manifestato la condivisione dell’Amministrazione comunale nei confronti dell’iniziativa. A seguire, il cameraro presidente dell’Arengo popolare cittadino, prof.ssa Renata Capria D’Aronco, ha tenuto a rimarcare l’importanza civica e umana di un’interrelazione tra cittadini, anche certamente, attraverso la memoria, tra viventi e defunti: “Dobbiamo essere una famiglia. A questo ci richiama il Fogolâr Civic del prof. Alberto Travain, padre dell’Arengo udinese moderno!”. È stato, poi, invitato a parlare l’arch. Roberto Pirzio-Biroli, intellettuale friulano-germanico, uno dei celebri “figli strappati” dalla repressione nazista ai danni delle famiglie dei congiurati dell’Operazione Valchiria contro Adolf Hitler, fulgido e tragico esempio di società civile mitteleuropea in rivolta contro il tiranno. L’architetto ha incentrato il suo intervento sulla sua ultima iniziativa socioculturale, caldeggiata dal Fogolâr Civic euroregionalista di Travain: la trasformazione del consorzio castellano regionale in un raccordo internazionale alpino-adriatico richiamante le dimensioni dell’antica metropolia aquileiese e ciò attorno a castelli e fortilizi perno e baluardo effettivi e simbolici dei rispettivi territori. Terminati discorsi e indirizzi di saluto, presso l’“Altâr dai Muarts” della chiesa di San Giacomo, anche riferimento alla tradizone dei pellegrinaggi e perciò all’apertura internazionale, le bandiere del Fogolâr Civic, rappresentative dei cinque “quintieri” udinesi e friulani del mitico Patriarca Bertrando, si sono inchinate alla deposizione di una corona pinea dedicata ai defunti del sodalizio e della migliore società civile locale e globale. “Signore, commemorando l’emblematico martirio dell’arcivescovo medievale inglese Tommaso di Canterbury contro la tirannide nel suo Paese, vero mito internazionale divenuto esempio anche per il nostro patrono civico, il patriarca aquileiese Bertrando di Saint Geniès, alla Tua benevolenza affidiamo oggi i precursori e i compagni estinti di un generoso impegno a tutela e promozione di umanità e giustizia, di libertà e dignità individuali e collettive variamente considerate e sempre agognate!”: questa, l’invocazione che ha accompagnato la deposizione, salutata dal canto corale spontaneo del celebre “Stelutis Alpinis” di Arturo Zardini, inno friulano all’immortalità o alla “corrispondenza di amorosi sensi” tra defunti e viventi. Tra le file del civismo culturale raccolto dal Fogolâr Civic, presenti esponenti di varia esperienza sul territorio quali i signori Marco Apostolico, Alfredo Maria Barbagallo, Manuela Bondio, Marisa Celotti, arch. Amerigo Cherici, Milvia Cuttini, Iolanda Deana, prof.ssa Luisa Faraci, Renata Marcuzzi, Eugenio Pidutti, Luigina Pinzano, dott.ssa Maria Luisa Ranzato, Paola Taglialegne, Mirella Valzacchi, dott.ssa Laura Zanelli. Intervenute anche rappresentanze del Circolo Universitario Friulano Academie dal Friûl”, del Coordinamento Euroregionalista Friulano Europa Aquileiensis”, del Coordinamento Civico Udinese Borgo Stazione”, del Club per lUnesco di Udine, del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, Cipro, Rodi, Malta e San Pietroburgo nonché dell’Associazione Giulietta e Romeo in Friuli.

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