A Ùdine, seconda festa de autodeterminasion furlana

Noda FOGOLÂR CIVIC par gazete taƚiane – Ùdine, 25 otobre 2020

FESTEGGIATA A UDINE LA NAZIONE FRIULANA SOTTO LE FINESTRE DI ACHILLE TELLINI

Di fronte alla casa natale del friulanista e ladinista udinese Achille Tellini, il civismo locale aggregato dal Fogolâr Civic ha celebrato la Giornata dell’Autodeterminazione Friulana, nella ricorrenza della prima storica rivendicazione di tale diritto al Parlamento di Vienna il 25 ottobre 1918.

In ta chest lûc al è nassût Achîl Telin 1866 1938, sienziât, campion di furlanetât, profet dal resuriment dal Friûl e de Patrie ladine”: questo il testo della lapide commemorativa apposta a Udine, nel 1988, dall’Union Scritôrs Furlans, al civico 5 di Via Canciani, sulla facciata della casa natale dello scienziato e umanista locale Achille Tellini, propugnatore contemporaneo di un’idea di nazione ladina, integrante le genti retoromanze friulane, dolomitiche e grigionesi, il tutto a ridosso di una Grande Guerra che ridefinì la carta politica dell’Europa dando, in parte, ascolto alle istanze nazionalistiche ed espansionistiche dei Paesi vincitori. Proprio con una sosta di fronte alla casa di Achille Tellini, che voleva uno Stato ladino dal Friuli ai Grigioni, recante la bella insegna dell’aquila d’oro nel cielo azzurro di Aquileia, domenica 25 ottobre 2020, rappresentanze del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, del Coordinamento Euroregionalista Friulano “Europa Aquileiensis”, dell’Associazione Udinese per il Recupero della Democrazia Storica Partecipata “Pro Arengo Udine”, del Club per l’Unesco di Udine, del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, Cipro, Rodi, Malta e San Pietroburgo e del Coordinamento Civico Udinese “Borgo Stazione”, hanno celebrato la Giornata dell’Autodeterminazione Friulana, nell’anniversario dell’epico discorso, tenuto, il 25 ottobre 1918, di fronte al parlamento imperiale di Vienna, dal deputato del Friuli austriaco Giuseppe Bugatto, che rivendicò diritti locali di autodecisione sul proprio destino. “L’idea di una nazione friulana distinta ossia di una comunità culturale alla quale siano riconosciuti eventualmente anche diritti politici non significa oggi per forza una secessione dall’Italia, ma un richiamo alle mille Italie regionali, alle mille gloriose nazioni del giardino culturale d’Europa, stimolate a recuperare in termini attuali quella funzione radicante e aggregante popolazioni sempre più composite attorno a valori identitari positivi recuperati nel passato specifico dei territori e utilmente spendibili nel presente. Italia, allora, Stato per più nazioni, non nazione unica imposta a discapito di quelle storiche, antiche, vere, di cui è il prodotto: questo innanzitutto doveva essere il nostro Paese di oggi. Un Paese unito nell’orgoglio, non nel rifiuto, nella ghettizzazione, nella più sussiegosa dialettizzazione, delle sue differenze! L’incredibile travaso di genti ancorché italiane che ha indubbiamente alterato e tuttora altera non poco ed in modo non sempre troppo edificante i costumi di vita sociale, economica, politica, culturale di regioni piccole come la nostra ma anche di aree alquanto più estese quali la Padania o la Cisalpina che dir si voglia, non ha aiutato e ciò anche perché non è stato gestito in un senso utile ai territori. Del sano leghismo dei primi tempi l’Italia tutta è, diciamo, un po’ orfana: ne forma tragica testimonianza il dilagare delle organizzazioni malavitose sorte nel Sud, organizzazioni che nel tessuto sociale di tante comunità del Settentrione non hanno trovato argini adeguati, fieri, sinceri, coesi e strutturati, tali da opporre accanita e impenetrabile resistenza, devota al bene delle patrie locali ovvero di una patria vissuta localmente. Quanto sono servite a galvanizzare civisticamente le cittadinanze e a creare coesione e mobilitazione attorno a sani e concreti principi di difesa quotidiana, non per forza violenta, della patria, le grandi adunate e le grandi sfilate degli Alpini in congedo oppure di altri corpi particolarmente connessi ai territori? Quanto sono servite mille stucchevoli rievocazioni storiche, eventi folcloristici e manifestazioni enogastronomiche a coscientizzare e mobilitare le nostre genti attorno a principi di comunità e solidarietà territoriali immediate, primo ed ultimo baluardo di consorzio civile? A 159 anni dalla proclamazione del Regno d’Italia, sono molte le ‘piccole patrie’ che non esistono più nel cuore delle popolazioni: non esiste più il senso di un richiamo alla loro effettiva difesa ed al presidio di loro condizioni di vivibilità virtuosa. Ebbene quelle patrie, quelle dimensioni di solidarietà, sovente ridotte, alla fine della fiera, ad un mero involucro folcloristico, senza contenuti reali e concreti se non gli standardizzati egoismo e individualismo invalsi in Occidente, erano e sarebbero ancora utili ad unire localmente il consorzio umano di fronte ad antiche e nuove barbarie. Ecco, allora, perché, nel 2020, ha ancora parlare di nazioni friulana, veneta, toscana, sarda, siciliana, anche nel quadro di un’Italia unita, che fortunatamente ha mancato, in parte, l’obiettivo folle di soggiogare ed omologare le proprie antiche peculiarità, ma anche quello auspicabile di rafforzarle in un quadro di unione certo garantito da un federalismo capace di agire profondamente sulle popolazioni anche sul piano culturale. Ad un selvaggio ‘melting pot’ italico che ha travolto mille dimensioni locali, in particolare nel Nord, se ne aggiunge ora un globalista, senza che si ritenga, massimamente a livello politico-istituzionale ed educativo, di correre sul serio ai ripari, strutturando, anche controcorrente, un modello di società e di economia territoriali effettivamente in grado presiedere alla tutela ed all’incremento di un auspicato buon vivere locale, nucleo basilare dell’esperienza umana!”. Con un profondo e articolato discorso, il presidente del Fogolâr Civic, prof. Alberto Travain, si è soffermato, in detta occasione, sulle motivazioni socioculturali che hanno portato il suo sodalizio, l’anno scorso, ad ascrivere tale ricorrenza nel calendario delle attività del gruppo. Presenti, oltre alle segretaria fogolarista sig.ra Iolanda Deana, i collaboratori prof.ssa Renata Capria D’Aronco, sig. Giuseppe Capoluongo, sig.ra Marisa Celotti, sig.ra Milvia Cuttini, sig.ra Renata Marcuzzi e sig.ra Mirella Valzacchi.

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