Alfabetizzazione “territoriale”

20180909

Comunicato FOGOLÂR CIVIC alla stampa italiana – Udine, 9 settembre 2018

ALFABETIZZARE AL TERRITORIO

Strali del Fogolâr Civic sulle scuole friulane ‘ree di rinnegare l’insegnamento della storia locale come invece richiesto dallo Stato.

Se il Stât al dîs che ducj i fruts di scuele mezane in Italie a àn di cognossi la storie locâl confrontade cun chê taliane, cun chê europeane e cun chê mondiâl, lis scuelis di Udin no àn di permetisi di doprâ la lôr autonomie par staronzâ chest pont dal curriculum dai lôr scuelârs!”. Appassionato intervento, quello del prof. Alberto Travain, presidente del Fogolâr Civic e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” oltreché delegato presidenziale alla formazione civica e alla cittadinanza attiva del Club per l’Unesco di Udine, nella cornice degli incontri pubblici organizzati dal Club medesimo per la Giornata Mondiale dell’Alfabetizzazione presso la sede universitaria udinese di Palazzo di Toppo Wassermann, anche in accordo con il suddetto cenacolo “fogolarista”. Sviluppando in “marilenghe” il tema della sua conferenza, intitolata “Alfabet dal teritori te scuele furlane”, venerdì 7 settembre 2018, Travain ha puntato il dito contro un’autonomia scolastica d’istituto, in questi anni, utilizzata, in ambito udinese, per reinterpretare al ribasso i dettami ministeriali sul punto di un’alfabetizzazione storica procedente dalla realtà locale. “Parfin une delibare dal Renc di Udin rimodernât e fevele di un tant” ha ricordato il conferenziere, sottolineando la discrasia non di rado rilevabile in questo campo tra legittime e benvenute indicazioni statali, da un lato, e incredibili atteggiamenti ostativi riscontrabili, dall’altro, in taluni ambiti scolastici locali, frutto di motivazioni molteplici, dall’impreparazione o non formazione degli insegnanti in materia a taluni miopi interventi frenanti e destrutturanti a cura di sempre più onnipotenti e tirannici genitori. “Ve cui che al è che al lavore cuintri dai fruts, citadins di doman: no il Stât ma une cierte autonomie scolastiche in mans di int che un tant no i interesse!”. In tema di alfabetizzazione al territorio intesa come mezzo di radicamento nonché di proiezione su scale più ampie a procedere da una ricognizione del locale inteso come modulo universale, Travain ha inoltre richiamato la questione linguistica, anche astraendo dalla specifica dimensione friulana, rimarcando la necessità di un coerente studio obbligatorio degli idiomi locali oltreché delle culture, su base regionale, allo scopo non infimo di garantire una sufficiente e condivisa autocoscienza territoriale, a rafforzamento segnatamente socioculturale dei nessi politico-amministrativi d’area vasta esistenti. “O fevelìn di lenghis e dialets di popul. E dal latin nie? Cemût si fasial a ‘lei’ il teritori se no si sa un fregulut di latin, par capî lis lapidis e i monuments?” si è retoricamente chiesto Travain, sottolineando l’utilità di una conoscenza elementare del latino per riuscire a decifrare parte significativa dei beni culturali insistenti sul territorio. Tra l’altro, ha detto il professore, solo l’incremento di una capillare alfabetizzazione storico-ambientale può costituire mezza garanzia di auspicato presidio popolare dei beni culturali e naturali dell’Umanità. Sono seguiti qualificati interventi dal pubblico, tra cui quelli dello storico Alfredo Maria Barbagallo e dell’arch. Amerigo Cherici, della dott.ssa Maria Luisa Ranzato e della civista Marisa Celotti.

 

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