Alpenvolkssouveränität!

FOGOLÂR CIVIC – Pressemitteilung (für die italienische Presse) – Udine (Weiden), 24 Juli 2019 

SOVRANITÀ COMPRENSORIALE” ALPINA COME SOLUZIONE PER LE VERTENZE SIMILI A QUELLA DELLA VAL DI SUSA

Il Fogolâr Civic euroregionalista friulano riflette sui reali spazi di democrazia locale nella gestione del territorio dopo l’annuncio, da parte del premier italiano Conte, di prosecuzione dei lavori della linea ferroviaria TAV Torino-Lione contro il volere delle comunità alpine investite dalle connesse opere di realizzazione.

L‘ora dichiarata intenzione del premier italiano Conte di realizzare la ferrovia TAV Torino-Lione contro la volontà delle comunità alpine interessate direttamente da invasive opere intaccanti l’ambiente montano riporterà alla ribalta il dibattito sulla legittimità o meno di una resistenza popolare locale contro avverse decisioni sovraordinate. Tornerà alla ribalta certamente il tema della democrazia e della sovranità di popolo ed effettivamente ci si dovrà chiedere se sia giusto che una parte di Paese debba sottostare ai voleri di un Governo centrale ovvero di un Parlamento rappresentativo dell’Italia intera e non della parte precipuamente interessata dalla realizzazione concreta di un dato progetto. Allo stato attuale, ciò sarà legale, ma non per questo anche per forza legittimo! Il popolo della Val di Susa rientra in uno Stato ed in un popolo più estesi senza mai averne fatto richiesta! Ciò vale, mutatis mutandis, per tantissime popolazioni alpine – eccezion fatta, al massimo, per parte di quelle svizzere – che hanno visto nei secoli e nei millenni le loro montagne formare confine di Stati altrui, appartenenze, soggezioni forzate a Paesi e governi lontani in tutti i sensi. Oggi, per il principio di sovranità statale democratica, esse, nell’ambito dei propri Stati di riferimento, numericamente e politicamente non contano nulla e soprattutto, di fronte ad un interesse sovraordinato, sono costrette a piegare il capo. ‘Prigioniere’ e ‘schiave‘ dei loro Stati, che le hanno ridotte, sovente, in passato, a bearsi del ruolo di sentinelle affibbiato loro dal Paese ‘padrone’, in cambio, comunque, di autonomie pur non intaccanti l’interesse statale supremo, le comunità alpine si trovano da sempre a vivere sulla propria pelle l’importanza strategica delle loro valli in ordine alle politiche nazionali ed internazionali. Affinché l’invalso sistema sovran-democratico possa corrispondere all’espressione della volontà effettiva delle genti delle Alpi, è chiaro che sarebbe utile, se non per forza una troppo frammentata sovranità di tipo ‘cantonale’ valligiano, almeno una qualche forma di aggregazione transfrontaliera, gestita in prospettiva a livello eurocomunitario, costituente in chiave politica una sorta di grande ‘euroregione’ montana, unita da comunanza di dati geografici, socioeconomici e culturali. Già le basi, un po’, ci sarebbero: dal 2013, esiste EUSALP (EU Strategy for the Alpine region) ovvero un accordo di cooperazione interregionale ed internazionale detto comunemente ‘Macroregione Alpina’ ed associante ben 48 regioni delle Alpi, appartenenti ad Austria, Francia, Germania, Italia, Liechtenstein, Slovenia e Svizzera. Forse, come idea base, potrebbe andare. Vi è, però, un problema nel fatto che i territori amministrativi partecipanti all’accordo, in certi casi, al proprio interno, non sono tipologicamente omogenei sul piano geografico e, quindi, delle istanze rappresentate. Vedasi innanzitutto il caso di parte significativa delle regioni meridionali dell’area, divise tra una parte alpina ed una mediterranea. Solo i comprensori prettamente montani dovrebbero essere ammessi ad un comune consesso decisionale ovvero consultivo transfrontaliero, poi vincolante i rispettivi governi regionali e nazionali, nel campo degli interventi in montagna? Cosa c’entrano i cittadini di Torino o quelli di Lione con la Val di Susa, se non per il semplice suo utilizzo viario ad eventuale loro uso e consumo? Cose da studiare, da regolare, da non lasciare cadere nel vuoto, pena l’ingiusta sottomissione di tante comunità locali oppure rivolta!”. Su questi temi, sull’idea di una ‘sovranità comprensoriale’ alpina, ha ragionato, in una ponderosa nota del 24 luglio 2019, il presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, prof. Alberto Travain, il quale ha concluso salomonicamente che “qualora legalità e giustizia prendessero strade diverse, i difensori della seconda non avrebbero moralmente minor dignità di propugnatori e tutori della prima”, detto con l’auspicio, ora, per la questione TAV in Val di Susa, di una soluzione pacifica e onorevole.

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