“Aquilee Gnove” furlane e ricuarde il ribalton storic cravuat di Gubec

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Note FOGOLÂR CIVIC pe stampe taliane – Udin, 11 Fevrâr 2019

UDINE “NUOVA AQUILEIA” CELEBRA LE “SUE” GENTI SLAVE IN RIVOLTA CONTRO LA TIRANNIDE

Di fronte ad un Crocifisso di Battista da Zagabria, il civismo euroregionalista del capoluogo friulano, ultima capitale del patriarcato internazionale aquileiese, ricorda la maggiore insurrezione antifeudale della storia croata.

Il 9 febbraio 1573 la più famosa rivolta popolare della storia croata fu soffocata dalla nobiltà locale sul campo di battaglia di Stubica. Il giovane capo dei ribelli Ambrogio Gubec, ribattezzato Mattia, triumviro rivoluzionario, fu catturato e crudelmente giustiziato in Piazza San Marco a Zagabria, dove, per macabro scherno, venne incoronato “re dei contadini” con una corona ferrea incandescente. Gubec e compagni, rustici e plebei croati e sloveni insorgenti contro le prepotenze e le efferatezze della casta feudale, avevano sognato un rapporto di fiducia diretto tra il popolo e il suo sovrano senza la tirannica intermediazione dei feudatari, idea modernissima che pagarono cara. Sabato 9 febbraio 2019, nell’anniversario della disfatta di Gubec, il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” ha ricordato tali fatti a Udine, ultima capitale di quel transfrontaliero patriarcato di Aquileia che governava, in tempi remoti, spiritualmente, anche l’antica Savia, oltreché epicentro della prima grande rivolta di popolo della storia europea moderna ovvero la celebre “Crudel Zobia Grassa” friulana del 1511. Raccolta delegazione presso quattrocentesco Crocifisso udinese affrescato da artista croato, Battista da Zagabria, nel borgo storico cittadino di San Lazzaro, in Via Anton Lazzaro Moro, il presidente del Fogolâr Civic, prof. Alberto Travain, capo del locale movimento civista-euroregionalista, ha detto di essere, così, intenzionato ad inaugurare, nel capoluogo morale del Friuli e novella Aquileia, una stagione di iniziative dedicate al ricordo delle grandi mobilitazioni popolari nelle terre un tempo appartenenti all’antico patriarcato aquileiese, tra Danubio e Adriatico nonché tra i laghi Maggiore e Balaton. “In quei fratelli croati e sloveni che, senza fortuna, 446 anni fa, sfidarono il campo della tirannide, rivediamo volti, sofferenze, speranze, coraggio e disperazione di quanti, tra i nostri friulani, nei secoli hanno vissuto analoghe situazioni e vicende, e lo stesso valga qualunque individuo, categoria o popolo di questa nostra Europa di Mezzo e del mondo intero!” ha detto il prof. Travain, mentre veniva svolto il grande stendardo euroregionalista alpino-adriatico del Fogolâr Civic, lungo dieci metri, cucito nel 2005 dalla “pasquottina” udinese sig.ra Mirella Valzacchi. Ad illustrare gli aspetti artistici dell’antico affresco, risemantizzato ora dal movimento fogolarista come richiamo a sito deputato alla memoria locale delle vicende e delle culture delle genti croate ed in genere slave affratellate a Udine ed al Friuli innanzitutto ma non solo dalla passata appartenenza al grande patriarcato aquileiese, ci ha pensato il critico romano-udinese Alfredo Maria Barbagallo, delegato culturale ovvero “faliscje” del Fogolâr Civic, mentre, a ulteriormente solennizzare la commemorazione, è stato il cameraro presidente dell’Arengo cittadino udinese, prof.ssa Renata Capria D’Aronco, suprema carica morale elettiva del civismo culturale urbano, a siglare con il proprio intervento il nobile gesto di omaggio agli oppressi di ieri e di oggi nelle terre orientali di quella che fu l’Europa aquileiese, gesto procedente dalla miglior coscienza dei cittadini della “Nuova Aquileia” morale friulana rinserrata attorno al colle di Attila. La D’Aronco ha sottolineato come tutto ciò risulti in piena linea anche con lo spirito del Decennio Internazionale Onu-Unesco per l’Avvicinamento delle Culture. Tra le rappresentanze sociali raccoltesi sotto il “Crist” di Battista da Zagabria, anche i militanti fogolaristi sig. Giuseppe Capoluongo, priore laico della Confraternita del Santissimo Crocifisso di Udine, nonché le signore Marisa Celotti, Milvia Cuttini, Renata Marcuzzi, Paola Taglialegne, con la segretaria storica del movimento, sig.ra Iolanda Deana. Presenti anche delegazioni del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, del Club per l’Unesco di Udine, del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, Cipro, Rodi, Malta e San Pietroburgo, del Coordinamento Civico Udinese “Borgo Stazione”, del Coordinamento Euroregionalista Friulano “Europa Aquileiensis”. “Udine, come erede di una grande ‘madre e reina’ di popoli quale fu Aquileia, dovrebbe anche istituzionalmente, con coraggio, senza soggezioni, riprendersi un ruolo non soltanto morale ‘superiorem non recognoscens’, al di sopra di ogni confine, come il mosaico della grande basilica dell’antica metropoli, varcante e accostante ogni peculiarità! Qua non si tratta di antiquariato, ma di capacità e volontà di costruire un futuro su radici forti, richiamanti ad impegni forti, non da capoluogo di periferia italiana, ma da rinnovato piccolo cuore della Mitteleuropa storica!”: questa la sostanza del messaggio lanciato dal leader del Fogolâr Civic.

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