Note FOGOLÂR CIVIC pe stampe taliane – Udin, 26 Avost 2019
SUL CASO DEL FRIULANO REGENI, STRALI DA UDINE CONTRO I GOVERNI ITALIANI MOSTRATISI “DIVERSAMENTE INCAPACI”
A tre anni e sette mesi dalla tragedia, il Fogolâr Civic, sempre più critico nei confronti delle Istituzioni ma anche della condotta popolare diffusa, ha rinnovato il suo mensile memento presso la Colonna della Giustizia nella Capitale del Friuli Storico.
A tre anni e sette mesi dall’impunito scempio in Egitto del ricercatore universitario friulano dott. Giulio Regeni da Fiumicello, il civismo che a Udine si raccoglie attorno al Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” ha rinnovato, domenica 25 agosto 2019, le sue rimembranze mensili del caso presso la Colonna della Giustizia, innanzitutto stigmatizzando l’operato dei governi italiani avvicendatisi dal 2016 alla guida del Bel Paese, giudicati senza mezzi termini come “diversamente incapaci”. “Quando mai da Roma si è imposto un ultimatum al ‘faraone’ Al Sisi? C’è poco da fare: per lo Stato ed il popolo italiani vengono prima i soldi dell’onore e degli affetti, della patria e dell’umanità. Se così non fosse, l’Egitto non potrebbe affatto sentirsi così sicuro nel suo dileggio nei confronti della magistratura e degli esecutivi d’Italia, con promesse di collaborazione intrise della più insopportabile falsità. Se così non fosse, non solamente l’ambasciatore italiano sul Nilo dovrebbe essere ritirato, ma si svilupperebbe uno sdegno tale, a tutti i livelli, contro l’Egitto, che certamente il governo del Cairo dovrebbe temere. Se così non fosse, il commercio con quel Paese ed i flussi turistici non registrerebbero impennate alla faccia dello scacco morale subìto da un’intera nazione con il massacro del probo Regeni. Regeni, mutatis mutadis, il Bragadin friulano e italiano. Eppure Venezia del Cinquecento il suo Bragadin, grande eroe scuoiato vivo dai Turchi, seppe vendicarlo infliggendo al nemico massacratore la sconfitta cocente di Lepanto. Altri tempi? Altre situazioni? Certamente altro senso dell’onore! Che fare se non ‘secedere‘ spiritualmente da questa Italia le cui autorità ancora s’intrattengono diplomaticamente con certi beffardi capi mamelucchi e da questo Friuli Venezia Giulia, piccola patria natale del cosmopolita Regeni, in cui ci si è affrettati – salvo onorevoli eccezioni – a ritirare dalle sedi pubbliche le insegne rivendicative di soddisfazione per il corregionale sfregiato?”. Così il presidente fogolarista prof. Alberto Travain ha tuonato di nuovo contro la gestione istituzionale e sociale di una tragedia che ha definito non solo familiare ma civica: “Persevereremo nel testimoniare, con semplicità, mensilmente, presso quest’antica colonna udinese, uno spirito fiero di cittadinanza e di umanità che troppo spesso vediamo vergognosamente e diffusamente posposto, sebbene ancora la nostra Udine, ‘quartier generale’ del Fogolâr Civic, sul Caso Regeni, possa presentarsi come autorevole testimone di rivolta civica delle coscienze!”. Adesioni morali al presidio civista udinese sono pervenute dalla cameraria dell’Arengo cittadino, dal priorato d’Italia del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, Cipro, Rodi, Malta e San Pietroburgo, dalle presidenze del Club per l’Unesco di Udine, del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, del Coordinamento Euroregionalista Friulano “Europa Aquileiensis” e del Coordinamento Civico Udinese “Borgo Stazione”.