Un animato incontro conviviale del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” si è tenuto domenica 23 agosto 2015 presso la sede prestigiosa della Casa della Contadinanza: animato perché in tavola ci si è vivacemente confrontati sull’interpretazione e sul ruolo della religione cristiana cattolica, matrice storica culturale comune dell’Occidente europeo e non soltanto, rispetto alle private e pubbliche scelte ed espressioni in materia di pace e di guerra nella contemporaneità. Il tutto partendo dalla censura attivata nel Veneto riguardo a certi accenti guerreschi della cosiddetta “preghiera dell’alpino”, che doveva essere letta durante una celebrazione eucaristica a Passo San Boldo. Il presidente del Fogolâr Civic, prof. Alberto Travain, appoggiato segnatamente dal suo omologo del Club Unesco di Udine, prof.ssa Renata Capria D’Aronco, e dal cappellano movimentale don Tarcisio Bordignon, ha sostenuto la necessità culturale e civica che la Chiesa si ponga come stimolo a rinnovare, all’interno e all’esterno del suo ‘gregge’, l’etica privata e pubblica, non piuttosto ad assecondarne supinamente le più libere tendenze, spesso inconciliabili con un’onesta lettura del Vangelo: “Se per lo meno dal 380 la Chiesa istituzionale si è allontanata da Cristo e dal Vangelo ‘battezzando’ il potere e benedicendone armi, eserciti e conflitti, l’ora del ravvedimento dovrebbe essere finalmente suonata: ogni gesto, ogni appello in tal senso, anche all’indirizzo di associazioni d’arma richiamantisi a certe matrici etico-culturali, sono i benvenuti. Poi è chiaro che, se necessario, se aggrediti, se minacciati, laicamente ci dobbiamo difendere, ma, con questo, non pretendiamo che Dio benedica le nostre armi!”. “Bisogna essere pronti a migliorare: il passato va ricordato ma se ne devono recuperare ed attualizzare solamente le cose positive. Questo vale anche per la Chiesa e per i suoi fedeli!” ha soggiunto don Bordignon facendo notare come “le voci profetiche, innovatrici e migliorative, sono da sempre motivo di scandalo ma sono quelle che, in effetti, fanno progredire l’Umanità nelle sue varie espressioni!”.