Entdeckt: Der älteste “friaulische” Adler!

ACADEMIE DAL FRIÛL – Pressemitteilung (für die italienische Presse) – Udine (Weiden), 30 Juni 2020

SCOPERTA LA PIÙ ANTICA AQUILA DEL FRIULI: OMAGGIO ALL’ULTIMO ALFIERE PATRIARCHINO, MARCO DI MORUZZO.

Ne ha dato l’annuncio il prof. Travain, presidente di Academie dal Friûl e Fogolâr Civic, alla presentazione del progetto “Nelle terre di Marco di Moruzzo”, di cui sarà direttore scientifico, iniziativa del Comune collinare patria dell’“ultimo portabandiera della prima Mitteleuropa”, l’alfiere friulano del Patriarcato aquileiese, che non si piegò, sei secoli or sono, alla conquista veneta, al quale sarà dedicata ora anche un’approfondita ricerca sulla storia della bandiera del Friuli.

Annuncio sin d’ora l’eccezionale scoperta, a Udine, del più antico documento in cui l’aquila aquileiese risulti assunta espressamente nella Storia come simbolo del Friuli. A tempo debito si diffonderanno i dati in dettaglio”. Così il prof. Alberto Travain, presidente del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” e del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, lunedì 29 giugno 2020, in occasione della presentazione del progetto “Nelle terre di Marco di Moruzzo”, di cui sarà direttore scientifico, iniziativa del Comune collinare patria dell’“ultimo portabandiera della prima Mitteleuropa”, l’alfiere friulano del Patriarcato aquileiese, che, sei secoli or sono, non volle piegarsi alla conquista veneta e fu mandato al patibolo, personaggio al quale sarà dedicata ora anche un’approfondita ricerca sulla storia della bandiera del Friuli. In tale contesto, il prof. Travain guiderà uno staff di giovani universitari che avrà il compito di restituire, in modo strutturato, all’attualità, alla coscienza civica ed al turismo culturale contemporanei, la figura storica e leggendaria dell’“unico eroico alto dignitario dell’antico patriarcato internazionale di Aquileia, nobile friulano di preteso sangue regale croato, che rifiutando, seicento anni fa, di arrendersi a Venezia, fu incarcerato e mandato a morte subendo addirittura la decapitazione postuma”. Il progetto, totalmente finanziato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, ha come ente capofila il Comune di Moruzzo e come partner il Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, i Comuni di Rive d’Arcano, Ragogna, Martignacco, Fagagna e Faedis, il Liceo Scientifico Statale “Giovanni Marinelli” di Udine, l’Istituto Comprensivo di Majano e Forgaria, l’Ente per il Turismo della Città di Buie (Contea Istriana – Croazia) e la Pro Loco di Moruzzo oltre a giovarsi del supporto dei Comuni di Majano e Pagnacco, dell’Università dell’Età Libera di Moruzzo “Cora Slocomb di Brazzà Savorgnan”, del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, dell’Università Popolare Aperta di Buie, dell’Assemblea Civica Partecipativa Udinese “Arengum / Arengo / Renc” e del Club per l’Unesco di Udine. Alla presentazione dello scorso 29 giugno, sono intervenuti, nell’ordine, la sindaca di Moruzzo, dott.ssa Albina Montagnese; il vicesindaco, sig. Enrico di Stefano; l’assessore alla Cultura, sig. Renzo Driussi; il direttore scientifico designato oltreché presidente di Academie dal Friûl e Fogolâr Civic, prof. Alberto Travain; l’estensore del Progetto, dott. Franco Rota, che ha portato il saluto anche dell’avv. Sergio Cecovini, presidente del Circolo della Cultura e delle Arti di Trieste; la presidente dell’Arengo udinese e del Club per l’Unesco di Udine, prof.ssa Renata Capria D’Aronco; il delegato dirigenziale del Liceo Scientifico Statale “Giovanni Marinelli” di Udine, prof. Andrea Francescut. Del Progetto “Nelle terre di Marco di Moruzzo” ora esiste anche un sito web dedicato, utile volano per rilanciarne l’iniziativa ed i contenuti: https://www.marcdimurus.eu/. “Siamo particolarmente soddisfatti, principalmente come Academie dal Friûl e Fogolâr Civic, per questo inaspettato interessamento istituzionale rivolto a pregnante e singolare figura del nostro passato, da noi riscoperta negli anni ’90 e celebrata ogni anno il 19 marzo, nella ricorrenza della sua esecuzione, presso le prigioni del Castello di Udine. Come friulani, poi, e convinti euroregionalisti, irriducibilmente legati a un’idea di fratellanza e di condivisione tra tutte le genti di quella che fu l’Europa aquileiese, in varie epoche aggregata dalla grande metropoli antica del Friuli, siamo fermamente convinti di rendere, anche così, un qualificato servizio all’unità ed alla civiltà dei nostri popoli oltreché ulteriore e debito omaggio alla dignità di un remoto padre obliato dalla Storia scritta dai vincitori!”. Questo il commento, commosso, del prof. Travain, che nel 1993, giovane studioso, scrisse dell’“ultin puartebandiere”, che anche disegnò, sul popolare annuario natalizio friulano “Stele di Nadâl”, ventilando, per la prima volta, in età contemporanea, una connessione tra la tragica fine del nobile friulano ed il suo alto ruolo di vessillifero del Patriarcato politico internazionale abbattuto dai veneziani nel 1420.

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