EuroAquileienses 01.04.2022/I (fur)

Note FOGOLÂR CIVIC pe stampe taliane – Udin, 1 Avrîl 2022

QUATTRO PUTTI A PERSONIFICARE GLI ANTICHI COMUNI DEI BORGHI UDINESI

Originale iniziativa di Fogolâr Civic e Academie che, in occasione del capodanno amministrativo delle storiche “Decanie” suburbane, hanno “intitolato” alla loro memoria le quattro effigi di fanciulli armati ornanti la Colonna del Mercatonuovo. Il presidente prof. Travain: “Una suggestione che innanzitutto affidiamo a insegnanti e guide turistiche, importante volano d’identità e di cultura civica non valorizzate delle Istituzioni!”.

Une date ugnule par ricuardâ la tradizion civiche-politiche dai nestris borcs”: ecco ciò che, nel 2001, quello che oggi è il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, evoluzione e base popolare del vecchio Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, si propose d’individuare, grazie agli studi del suo allora giovane ideologo, l’intellettuale udinese dott. Alberto Travain. E si giunse, allora, alla condivisione della ricorrenza del 1° aprile, scadenza comune imposta da Venezia, nel Cinquecento, per il rinnovo delle amministrazioni comunali degli antichi villaggi assurti a borghi della città di Udine. Oltre all’omonima villa, presto fagocitata dal centro urbano, al di là della cortina delle rogge ebbero a convivere per lunghi secoli con il potente Comune cittadino inizialmente quattro, poi cinque, suburbi autonomi, dotati di amministrazione propria, pur subordinata alla municipalità centrale, cui dovevano civica solidarietà e prestazioni feudali. Nel 2001, il movimento di Travain – in questo caso primo promotore il maresciallo forestale Ermes Candido – piantumò cinque simboli tigli, richiamo alle antiche vicinie rurali, proprio il 1° aprile, in corrispondenza dei borghi Aquileia Gemona, Grazzano, Poscolle e Pracchiuso, Comuni rustici in diversi casi articolati federalmente nel corso dei secoli e con una storia molto vivace di tensioni e rivendicazioni sociali e politiche. Una data comune ma anche un sito comune in cui ricordare, unite e distinte, quelle tradizioni di peculiarità che costituisco parte dell’identità storica udinese e della sua capacità inclusiva ma non per forza omologatrice. “‘Une federazion di paisuts’: con bel timbro carnico, proprio così definì la Udine delle origini uno degli alunni più promettenti del prof. Travain in un’arte oratoria esercitata anche ‘in marilenghe’, quando commemorò, nella Sala del Popolo di Palazzo D’Aronco, il Patrono Civile della città, nel 2018, un Patriarca Bertrando, cui tradizione vorrebbe attribuire l’annessione al Comune udinese dei paesi finitimi senza sopprimerne, però, il diritto all’autonoma. Da qui l’idea, ora, di risemantizzare i quattro putti armati coronanti la statua mariana in cima alla Colonna del Mercatonuovo, in Piazza Matteotti, luogo deputato alle celebrazioni del Compleanno della Città, intitolandoli alle quattro originarie “Decanie” o Amministrazioni comunali suburbane. Singolare e pregnante anche la cerimonia d’intitolazione, con la deposizione di un sasso – di un “clap” come quelli che, per lunghi secoli, quei Borghi fornirono per l’acconcio di strade, piazze e mura cittadine – ai quattro angoli del dado colonnare, sasso recitante rispettivamente, in cartiglio, la formula riferita, nell’ordine, ai “borcs di Graçan e Puscuel”, rimandante all’effigie volta a sud-ovest; al “borc d’Olee o disot”, riguardo all’amorino affacciato a sud-est; al borc di Praclûs o Cividât”, per il putto volgente a nord-est; al “borc di Glemone o disore”, in attinenza al cupido di nord-ovest. Alla privata cerimonia sociale, tenutasi il 1° aprile 2022, presso la suddetta colonna forense, hanno preso parte, qualificata delegazione, oltre al presidente di Fogolâr Civic e Academie prof. Alberto Travain, la vicaria dei due sodalizi prof.ssa Renata Capria D’Aronco, la caposezione fogolarista udinese sig.ra Paola Brochetta ed i consiglieri sig.ra Anna Rosa Caeran, sig. Giuseppe Capoluongo, sig.ra Rosa Masiero e sig.ra Paola Taglialegne. A quelle antiche comunità borghigiane che, come detto, tanto, nel tempo, hannomenât claps par fâ biel e fuart Udin”, meritando oggi almeno “il rispiet de memorie”, si è, quindi, voluto omaggiare una vicenda e una dignità di articolazioni cittadine storiche con una grande tradizione tradizione civica eppure azzerate nell’attualità dall’ignavia sociale e dall’inettitudine amministrativa regnanti sovrane, come ha sottolineato il prof. Travain al termine della sua allocuzione di circostanza, in lingua friulana, idioma che proprio in quei borghi storici per lungo tempo si conservò come dato identitario. Un omaggio – ha detto Travain – sempre negli usuali termini “underground” imposti da una cosiddetta libertà di stampa sempre più usata per censurare, per annullare ed obliare la più libera iniziativa cultural-popolare, sfuggente a schemi e ricatti del potere. “Prin di Avrîl”, insomma, “Cjadalan storic dai borcs di Udin”, capodanno storico amministrativo di comunità da ricostruire, adeguare al presente oppure muto relitto di un passato vivido affidato a un presente già morto e sepolto? La stessa idea dell’intitolazione dei quattro putti alle quattro originarie “Decanie” – ha rimarcato il leader di Fogolâr Civic e Academie – è una suggestione culturale che si affida innanzitutto ai più illuminati insegnanti ed animatori nonché alle migliori guide turistiche affinché per lo meno attraverso quei canali sia serbata memoria dell’esistenza storica e mitica di una Udine articolata, plurale, orgogliosa, solidale e ribelle, dove, al massimo, regna, oggi, la più anonima banalità della manieristica città di provincia.

Intitolazione civica del Putto dei “BORCS DI GRAÇAN E PUSCUEL”.

Intitolazione civica del Putto di “BORC D’OLEE O DISOT”.

Intitolazione civica del Putto di “BORC DI PRACLÛS O CIVIDÂT”.

Intitolazione civica del Putto di “BORC DI GLEMONE O DISORE”.

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