EuroAquileienses 02.01.2022/I (fur)

Note FOGOLÂR CIVIC pe stampe taliane – Udin, 2 Zenâr 2022

QUIRINALE DIVISIVO?

Da Udine, in Friuli, nota semiseria del presidente dei sodalizi civisti Fogolâr Civic e Academie dal Friûl, prof. Travain, in ordine al messaggio di fine anno del Capo dello Stato italiano: “Doveva unire nel rispetto delle diversità di scelta. Non lo ha fatto. Peccato per l’Italia che il Presidente… non sono io!”.

Nel suo ultimo discorso di fine anno come Presidente della Repubblica ha ricordato ‘i meriti di chi, fidandosi della scienza e delle istituzioni, ha adottato le precauzioni raccomandate e ha scelto di vaccinarsi: la quasi totalità degli italiani – ha detto – che voglio, ancora una volta, ringraziare per la maturità e per il senso di responsabilità dimostrati’. Ciò significa evidentemente che per la più alta carica dello Stato italiano chi non ha scelto di vaccinarsi, un’assoluta minoranza di fronte di quella ‘quasi totalità’ di cui ha parlato Mattarella, non merita ringraziamenti poiché dimostratosi alquanto carente sia in termini di ‘maturità’ sia di ‘senso di responsabilità’. Ebbene, bisognerebbe ricordare a Mattarella che in Italia il primo a non fidarsi della scienza è stato lo Stato, in quale non si è fatto per nulla garante dell’imposizione di un vaccino a tutti come obbligo civico di fronte a una guerra di comunità contro un’interminabile pandemia. Lo Stato di cui Mattarella è il supremo responsabile sino a fine gennaio ha preferito dividere il popolo: dividerlo tra ‘buoni’ e ‘cattivi’, tra ‘responsabili’ ed ‘irresponsabili’, riconoscendo forzatamente e furbescamente finora una larga e fittizia libertà di scelta di fronte all’opzione vaccinale. Chi è l’irresponsabile? Chi ha permesso sinora che fosse un diritto non vaccinarsi o chi quel diritto l’ha esercitato, tra l’altro, a proprie spese? Pare irriguardoso nei confronti di un Presidente che sinceramente poteva piacere per i modi bonari – non per la grinta nel richiamare in egual misura il popolo e le Istituzioni a supremi valori e doveri – fare ora le pulci al suo ultimo messaggio di San Silvestro. L’intento non è certamente quello di essere irriguardosi, ma Mattarella avrebbe potuto ringraziare, invece, tutti i cittadini – forse non tanti come si spacciano se ora il Governo sarà costretto ad estendere l’obbligo di vaccinazione! – che, con vero, altruistico, senso di civica responsabilità, non semplicemente per andare a ballare oppure in crociera, hanno alla fine deciso di vaccinarsi e quanti l’hanno fatto forzatamente, per ricatto economico, occupazionale – cedendo alla violenza senz’altro legale però illegittima delle Istituzioni: cosa da non dirsi palesemente in un discorso pubblico presidenziale ma da accennarsi diplomaticamente solo tra le righe! –, senza dimenticare un riconoscimento al merito anche di quanti, caparbiamente e non meno armati di passione civile, hanno saputo e potuto, invece, sino all’ultimo, restare fedeli a proprie insindacabili convinzioni, preferendo pagarsi un tampone – sordida gabella a favore dello Stato: da sfumare anche questo! – e contribuendo così non poco a garantire più sicurezza. Ed un plauso senz’altro a chi rispettato regole di contrasto degne di tale nome e non foglie di fico dietro cui nascondere l’inadeguatezza di tante pubbliche Istituzioni: questo da non dirsi così brutalmente… Il Capo dello Stato doveva unire nel rispetto delle diversità di scelta. Non lo ha fatto. Bene, ho capito: per sfortuna dell’Italia e degli italiani io non sono il loro Presidente!”. Questa la nota, tra il serio e il faceto, diffusa dal leader del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e presidente del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, prof. Alberto Travain, a commento del tradizionale discorso di fine anno del Capo dello Stato italiano.

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