EuroAquileienses 02.03.2022/I (en)

FOGOLÂR CIVIC press release (to the Italian press) – Udine, 2 March 2022

LA “RENGHE” UDINESE E LE “CENERI” DI UNA COSCIENZA CIVICA FRIULANA, ITALIANA ED EUROPEA

Riflessioni “quaresimali” laiche del presidente di Fogolâr Civic e Academie dal Friûl, prof. Travain, intorno alla presunta incoerenza di certo pacifismo a buon mercato e di certe strumentali “liberazioni” d’“irredentisti” oppressi.

Dopo un splendido e partecipato pranzo sociale – la famosa “Renghe”” delle “Ceneri” udinesi – ospite di generosissima anfitriona quale la consigliera sig.ra Rosa Masiero, coadiuvata dalla caposezione del “quintiere” cittadino di Borgo Gemona, sig.ra Paola Brochetta, il presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, prof. Alberto Travain, ha ritenuto di affidare a una nota, mercoledì 2 marzo 2022, alcuni pensieri in libertà, suscitati dalla gravissima situazione di conflitto ai margini orientali del Continente. Mentre ci accingiamo, anche con fare laico, a celebrare i riti dell’avvento del periodo quaresimale cristiano cattolico, tratti da un credo religioso che certo ha forgiato o riadattato molte delle nostre tradizioni storiche, tempo di digiuno per i più convinti, di utile di riflessione per tutti, su se stessi, sul mondo, pare, allora, buona l’occasione per ragionare, con spirito libero e anche impertinente su guerra e pace in questa nostra Europa, minacciata non da oggi eppure ancor oggi da intenti tirannici variamente espressi ed interpretabili, dietro cui si cela il sinistro spettro – così si dice – di un conflitto mondiale. La prima domanda, sfacciata, è quella di chiedersi dove erano, ad esempio in Friuli e in Italia, tutte quelle sigle associazionistiche, di così varia società civile, con bandiere, lumi, palloncini, colombe, rami di ulivo, quando il Governo e lo Stato italiani hanno dichiarato, dal 2021, guerra a una parte del Bel Paese, rea di non cedere a ricatti economici e occupazionali pur di non farsi inoculare uno strano vaccino tutt’altro che utile ad arginare il morbo, nel quadro di un altrettanto singolare stato di emergenza con mezzi pubblici, per lunghi mesi, regolarmente stracarichi di studenti e lavoratori ammassati. Per quella numerosissima minoranza, numerosa a segno di divenire punto d’onore l’imposizione quasi a tappeto della vaccinazione, non ci sono stati né considerazione né rispetto. Chi è contro la guerra non doveva esserlo anche nel caso di una ‘guerra fredda civile’ come quella che si è combattuta e si sta combattendo ancor oggi in Friuli e in Italia? È facile essere aperti al mondo e chiusi, insensibili, al borgo, ai propri vicini e concittadini! Pur essendo senz’altro a favore della pace e contro una guerra d’invasione, tra l’altro ai danni un Paese che desidera essere dei ‘nostri’, ‘eurocomunitario’, non posso tacere di questa miopia: di questa furbesca, falsamente ingenua miopia, di chi vede la pagliuzza nell’occhio altrui ma non la trave nel proprio! Direi, poi, un’altra cosa. Questi russi che invadono l’Ucraina per ‘liberare’ la calpestata minoranza russa assomigliano un po’ agli italiani della Prima Guerra Mondiale che invasero l’Impero austroungarico per ‘liberare’ l’‘irredenta’ etnia italica perseguitata. Sappiamo bene quanto c’era di propagandistico, anche se non del tutto senza fondamento, allora e vediamo quanto vi sia di propagandistico oggi, sebbene con qualche punta di verità. Anche gli accaniti bombardamenti contro i centri urbani ricordano quelli con cui gli uomini di Cadorna voleva distruggere fisicamente Gorizia austriaca per riedificarla, a guerra finita, più ‘italiana’! Al netto dell’imbroglio di certe ‘liberazioni’ veramente alquanto dubbie e magari anche di strumentali esagerazioni nella considerazione dei dati, le minoranze vanno rispettate. E gli italiani sabaudi che andarono a liberare gli italiani asburgici non diedero poi grande prova di rispetto per le popolazioni invase di ceppo slavo o germanico e nemmeno troppo per i ladini, friulani compresi come ben noto, per i quali Hitler – incredibile a dirsi – risultò avere, invece, all’inizio maggiore considerazione pervenendo persino all’idea di uno Stato cuscinetto del ‘Friaul’. Che i russi di Russia oggi possano puntare il dito sul trattamento certamente inaccettabile usato nei confronti di certi loro connazionali d’oltreconfine, quando le persecuzioni a sfondo razziale, religioso o sessuale nell’ambito dei vari Paesi della loro Federazione non paiono affatto mancare, è barzelletta pura. Vero è che tutti dovremmo capire che nessuno è al sicuro quando qualcuno non lo è: quando qualcuno è calpestato nel nostro consorzio civile, la responsabilità è anche nostra, che ne accettiamo regole e derive. Se si rispettano tutti i cittadini, anche le minoranze, si offrono allora meno appigli ai vari bene o male intenzionati che, con la scusa di portar soccorso ad una parte ingiustamente soccombente, fanno i propri comodi, perseguendo proprie finalità di affermazione. Riguardo al rispetto delle minoranze nemmeno l’Ucraina degli ultimi tempi come l’Austria-Ungheria un momento prima della Grande Guerra, rispettivamente nei confronti di russi ed italiani, non hanno brillato. Meglio comunque l’Austria-Ungheria. Detto questo, siamo europei: la nostra grande patria nulla ha da imparare, nel bene e nel male, con americani, russi e cinesi: vogliamo la pace, il dialogo, l’accordo, ma mai accetteremo la schiavitù. Dovremo ripensare ad serio programma di autonomia energetica…”. Per la cronaca sociale, erano presenti al pranzo “di magro” anche la vicaria prof.ssa Renata Capria D’Aronco, la soprintendente e caposezione fogolarista sig.ra Marisa Celotti ed i consiglieri maestra Manuela Bondio, sig. Eugenio Pidutti, sig.ra Paola Taglialegne e la giornalista Laura Zanelli.

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