EuroAquileienses 03.07.2021/I (fur)

Note FOGOLÂR CIVIC pe stampe taliane – Udin, 3 Lui 2021

L’EROE NAZIONALE FRIULANO MARCO DI MORUZZO RICORDATO NELLA SUA ESTREMA DIMORA

Deferente omaggio del civismo udinese alla memoria dell’ultimo irriducibile portabandiera del Friuli medievale indipendente nell’antica pieve collinare in cui, seicento anni or sono, dispose di essere tumulato dopo l’esecuzione ordinata dall’invasore veneziano. Iniziativa proposta da Fogolâr Civic e Academie dal Friûl.

Sabato 3 luglio 2021, le bandiere dei cinque “quintieri” del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, evocazione delle tradizioni civiche udinesi e friulane di difesa della Piccola Patria, sono state accolte dal parroco di Moruzzo, don Luca Calligaro, nel presbiterio della parrocchiale di San Tommaso Apostolo, in occasione della solenne celebrazione eucaristica dedicata al patrono locale, al fine specifico di rendere omaggio all’eroe friulano Marco di Moruzzo, ultimo irriducibile portabandiera dello Stato patriarcale di Aquileia, che, mandato a morte, seicento anni or sono, per essersi rifiutato di sottomettersi alla Repubblica di Venezia, aveva disposto la sua sepoltura proprio nell’antica pieve locale. Accolti, quindi, gli auspici del Fogolâr Civic e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, che, a mezzo loro qualificato esponente, l’universitario sig. Daniele Lizzi, avevano suggerito un debito ricordo del personaggio nella stessa chiesa da lui eletta ad ultima dimora. In coda, dunque, alla funzione religiosa, alla presenza oltretutto del Sindaco e del Gonfalone comunale di Moruzzo, lo stesso Lizzi, giovane biografo dell’ultimo aquilifero patriarcale, ha tenuto apprezzato discorso commemorativo sottolineando l’importanza di un segno tombale, quale richiamo di foscoliana memoria alla coscienza dei posteri, bene di cui la località collinare, il Friuli e l’Europa affratellata da Aquileia oggi non possono più fruire causa di forsennate ristrutturazioni del tempio locale, avvenute nei secoli, che hanno eliminato le sepolture dei nobili castellani. Al comando, le cinque insegne dei “quintieri” fogolaristi si sono inchinate per un minuto di silente omaggio alla memoria dell’eroe friulano martirizzato sei secoli prima (gonfalonieri: sig.ra Anna Rosa Caeran, sig.ra Marisa Celotti, sig.ra Milvia Cuttini, sig.ra Paola Brochetta, sig.ra Iolanda Deana). Al eroic nestri Marc di Murùs, ultin a puartâ libar la nestre bandiere, chê acuile d’aur intal cîl turchin, cence no mai rindisi al invasôr, che i à taiât il cjâf, za fa 600 agns, ai 19 di març 1421, dopo vêlu sierât e fat murî prin tes presons tremendis dal cjistiel di Udin, alì che a son juste 25 agns che la int lu ricuarde tal aniversari. Al voleve sei sapulît culì, a Sant Tomâs a Murùs, cui siei basavons, libar di murî pluitost che sotan. Passâts 600 agns, o sin vignûts a cirîlu, saludâlu, graciâlu di sei ancjemò spieli di dignitât pal nestri biât popul in balie di mil aiars”: questo il testo, in buona “marilenghe”, della piccola targa che “Moviment Civic Culturâl Alpin-Adriatic ‘Fogolâr Civic’ & Circul Universitari Furlan ‘Academie dal Friûl’, prins a invalorî chê glorie nostrane” hanno consegnato all’accogliente parroco, per mano del presidente sociale prof. Alberto Travain, primo promotore contemporaneo della riscoperta e dalla valorizzazione socioculturali della figura dell’indomito vessillifero, oggi considerato eroe nazionale della Friulanità. “Non senza emozione entro in questa chiesa, memoria di quella che dovette accogliere le spoglie di un tal nostro grande!”. Il presidente prof. Travain era accompagnato dalla vicaria dei due sodalizi, prof.ssa Renata Capria D’Aronco, figura eminente della società civile e culturale udinese.

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