FOGOLÂR CIVIC press release (to the Italian press) – Udine, 4 August 2021
GALLERIE DEL CASTELLO DI UDINE: DOPO I CONSIGLI INASCOLTATI, LE CRITICHE
Delegazione di Fogolâr Civic e Academie dal Friûl ha visitato la mostra comunale su Giovanni da Udine e la Pinacoteca riportandone non troppo felici impressioni.
Non troppo entusiastici i commenti a margine della visita che qualificata delegazione del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” ha dedicato, mercoledì 4 agosto 2021, alla mostra “Zuan da Udene Furlano: Giovanni da Udine tra Raffaello e Michelangelo (1487 – 1561)”, ospitata al Catello di Udine, promossa dal Comune, e curata dalle storiche prof.ssa Liliana Cargnelutti e prof.ssa Caterina Furlan. La rappresentanza sociale, guidata dal presidente dei due sodalizi, prof. Alberto Travain, ha apprezzato l’intento di tributare, così, debito omaggio al maestro udinese del Rinascimento ma non vi ha ritrovato allestimenti adeguati a richiamarne con efficacia l’impegno artistico nelle prestigiose sedi in cui operò. “Una mostra più che altro ‘archivistica’, ricca di documenti ma non di percorsi didattico-divulgativi generosi d’immagini e capaci di fare dei primi i nodi di una trama costituita dalla vicenda umana, storica ed artistica del personaggio. Per non parlare delle sconvenienze di una luce soffusa, a lume di candela, che più che creare un’atmosfera culturalmente complice, hanno dato al tutto un tocco soporifero considerevole…”: acre il giudizio del prof. Travain, ampiamente condiviso dalla vicaria delle due organizzazioni prof.ssa Renata Capria D’Aronco, dalla segretaria fogolarista sig.ra Iolanda Deana e dalla soprintendente sociale sig.ra Marisa Celotti. La visita della delegazione ha interessato, in seguito, anche la Pinacoteca del Castello, reduce da recenti riallestimenti, che, però, come ha rilevato amaramente il presidente di Fogolâr Civic e Academie dal Friûl “non hanno affatto valorizzato sul piano storico, culturale e identitario elementi di particolare pregio ivi custoditi e fortemente rappresentativi della civiltà locale, delle sue vantate radici, dei suoi orizzonti e dei suoi paradigmi: prova ne sia il sostanziale anonimato che si continua a riservare, ad esempio, ad un affresco di enorme pregnanza culturale e politica come quello relativo alla Guerra di Troia, sorta carta d’identità etnica ed etica della città”. “Spiace criticare, ma è l’unica cosa da farsi dopo aver vanamente tentato – sempre in termini liberali – di consigliare le Amministrazioni in una certa direzione. Niente da fare! ‘O che no vuelin o che no capissin! O pûr chel e chel!’”.