EuroAquileienses 04.11.2021/I (en)

FOGOLÂR CIVIC press release (to the Italian press) – Udine, 4 November 2021

ALLE VITTIME DELLA NAJA”: ABBRACCIO UDINESE “AI FIGLI TRADITI DA PATRIA MATRIGNA”

In occasione della Festa delle Forze Armate, nella Capitale del Friuli Storico, un tempo “caserma dell’Italia intera”, l’ultratrentennale movimento civico-culturale del Fogolâr Civic ha ricordato la gioventù variamente martire della passata coscrizione obbligatoria. Il presidente prof. Travain: “Atto morale dovuto e irrinunciabile!”.

Alle vittime della naja, che tante inutili sofferenze ha lungamente imposto alla gioventù italiana, senza mai farsi davvero scuola di un Paese migliore di là da venire, oggi il più cosciente popolo di Udine, capitale di un Friuli un tempo ridotto a caserma dellItalia intera, tributa debito abbraccio paterno ai figli traditi da patria matrigna”. Questa l’amara e struggente dedica che la Presidenza del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, sotto il prof. Alberto Travain, ha innovativamente disposto di collocare, il 4 novembre 2021, Festa delle Forze Armate, di rimpetto a cinque caserme storiche dell’antico capoluogo friulano, in corrispondenza dei cinque “quintieri” originari della città. “Un dovere civico e ancor prima umano – ha detto il leader fogolarista – per una Udine capitale di un territorio che ebbe ad ospitare circa un terzo dell’Esercito italiano dopo il Secondo Conflitto Mondiale e che vide moltissimi giovani figli del Bel Paese strappati alle famiglie e, sovente alla limpida genuinità di tanta provincia, per essere iniziati alla condivisione di perverse dinamiche d’obbedienza a tollerate ma intollerabili caste generazionali, imputate non secondarie di vessazioni, violenze fisiche e morali, morti e suicidi che hanno costellato tragicamente la vicenda, il più possibile celata, del servizio militare obbligatorio sotto lo Stato italiano e non soltanto: dinamiche, nella misera, manipolata ed assuefatta sottocultura popolare, spacciate per educazione alla vita, mentre è evidente che il cosiddetto nonnismo, prevaricazione furbescamente sottovalutata e, anzi, assunta a costume tradizionale, addirittura ad iniziatico rito ordinario, nulla ha a che fare con il gran valore di un cameratismo non abbandonato agli istinti selvaggi ma fatto sale di umana, inclusiva, solidale, eroica, positiva coesione di generazioni di cittadini. Quelle vittime, che oltraggiosa stupidità ha considerato deboli, incapaci al ruolo, quindi predestinate a soccombere, erano, invece, forse, davvero, la ‘meglio gioventù’, facilmente la più sensibile, umanamente grande, inconciliabile non solo e non tanto con le fatiche fisiche imposte ma con la tirannide ritualizzata ed elevata persino a valore formativo. Siano oggi, senz’altro, le aule di scuola, non le caserme, protette e valide fucine di edificante affiatamento e di cittadinanza procedente da virtuosi vincoli capaci di sfidare il tempo e di costituirsi baluardo umano di longevo e democratico consorzio civile! Ci voleva e ci vuole tutt’ora una scuola di cittadinanza che trasformi ignavi e recidivi sudditi in cittadini affiatati, critici e responsabili, primi soldati della vera patria che è l’umanità localmente incarnata!”. Questo ha detto il presidente prof. Travain, presentando il modulo della suddetta dedica, alla presenza di qualificata rappresentanza sociale, che ha condiviso con proprie riflessioni l’iniziativa. Tra gli intervenuti, radunati nei pressi del celeberrimo santuario udinese della Beata Vergine delle Grazie – “eccelso richiamo ad effigie di madre, prima figura nostalgicamente evocata dai giovani militari di leva di ogni epoca e latitudine, forzatamente sottratti al focolare” – , si è registrata la presenza della vicaria fogolarista prof.ssa Renata Capria D’Aronco, anche presidente del Club per l’Unesco di Udine e dell’Associazione Udinese per il Recupero della Democrazia Storica Partecipata “Pro Arengo Udine”, oltreché prefetto del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, Cipro, Rodi, Malta e San Pietroburgo; le caposezione sig.ra Paola Brochetta, sig.ra Anna Rosa Caeran e sig.ra Marisa Celotti; le consigliere prof.ssa Luisa Faraci, sig.ra Rosa Masiero, sig.ra Laura Zanelli, anche presidente dell’Associazione Giulietta e Romeo in Friuli. Nella targa anche una citazione in lingua friulana tratta da storica villotta ribelle alla coscrizione napoleonica, invettiva di una ragazza contro l’autorità sovrana accusata di mandare a morte i giovani soldati, tra cui il suo innamorato: “Cul sovran ‘soi velegnade / parcè al fâs maçâ i soldâts / e cumò che al è il gno zovin / jo no torni a fâ la pâs”. Come logo, oltre a quelli del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, anche il simbolo della colonna mozza, pregnante richiamo universale alle giovani vite spezzate anzitempo.

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