EuroAquileienses 05.06.2022/I (fur)

Note FOGOLÂR CIVIC pe stampe taliane – Udin, 5 Jugn 2022

“LE SPARATE ANTIREGIONALI DI FONTANINI CI PORTERANNO NELLA BRACCIA DEL VENETO!”

Nota critica del presidente di Fogolâr Civic e Academie dal Friûl, prof. Travain, sulla sincerità delle rimembranze istituzionali del Patrono Civile Bertrando da parte di un Comune di Udine persino arrivato a costituire Consigli di Quartiere non eletti ma addirittura nominati dal Sindaco.

Le sparate friulaniste del Sindaco di Udine sul logo regionale “Io sono Friuli Venezia Giulia” ancora una volta dimostrano senz’altro che questa regione di fatto non esiste ma soprattutto che a certa politica la sua esistenza sul piano identitario non farebbe comodo, sottraendo essa a questa la possibilità di un ampio ventaglio di spot campanilistici utili a raccogliere facili consensi evitando temi più impegnativi. È vero che il Friuli non deve scomparire ma vanno promosse entrambe le realtà, nel riconoscimento del loro ruolo di aggregatori di comunità. Basta con gli spot. Ci vogliono programmi. Se davvero ci interessa il Friuli, trattiamone in maniera seria, coerente, costruttiva, programmatica, non solamente in termini velleitari, retorici, patetici, vuoti o superficiali. Il Sindaco di Udine si consola del fatto che molti giovani friulani nel mondo portino orgogliosi la bandiera del Friuli. Forse tanti friulani – chissà se anche il “Sindic” – non hanno ben chiaro che cosa significhi quella bandiera e ancor meno hanno chiaro quale significato abbia oggi l’insegna della loro Regione amministrativa. Ecco, allora, la lotta tra un improponibile grifone friulano ed un irriverente “cocàl” triestino, mentre altrove ridono di una Regione che in 59 anni di esistenza non è mai riuscita a dividersi o ad unirsi veramente. O facciamo veramente questo ma ci impegnano davvero fino in fondo oppure smettiamola con le pagliacciate atte a rimediare una manciata di voti! Se il Friuli oggi è ridotto solo a una bandiera – poiché legalmente, politicamente, economicamente, di fatto, non ha consistenza reale al di là della retorica soggettiva, mentre il Friuli Venezia Giulia esiste soltanto istituzionalmente ma non tocca i cuori delle sue genti –, un colpo di spugna e un’annessione al Veneto sarebbe quasi indolore. Per Udine e Trieste, mostratesi incapaci di unire e di scaldare sapientemente le coscienze delle nostre popolazioni, non vi sarebbe più storia…”. Questa la nota stampa, diffusa il 5 giugno 2022, dal presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, prof. Alberto Travain, a seguito di certe esternazioni del Primo Cittadino di Udine, prof. Pietro Fontanini, in ordine all’odierno logo promozionale della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, che, a suo parere, non riconoscerebbe il Friuli. “Non ho capito se Fontanini si renda conto che un Friuli Venezia Giulia oggi, regione seppur composita, esiste istituzionalmente ed è oltremodo giusto che cerchi di promuoversi all’esterno e all’interno, anche tra i suoi cittadini, mentre un Friuli giuridico-amministrativo non esiste, a meno che non lo si voglia individuare nel comprensorio dei Comuni figuranti legalmente di lingua friulana, cosa possibile ma inopportuna poiché si escluderebbero località e territori per secoli pertinenti a quella realtà! Se vuole dividere questa regione, chiaramente composta da regioni storiche che si intersecano – il Friuli longobardo e il Litorale austriaco oltreché un piccolo lembo di Carinzia – , si impegni a farlo veramente e non a chiacchiere!” ha soggiunto, a margine, il “tribuno” fogolarista udinese: “E vorrei proprio vedere quale leadership in quel Friuli Fontanini sarebbe in grado di garantire alla Udine che sta presiedendo, la quale, certo, per trovarne uno effettivo e capace, deve andare indietro di molto nel tempo! In ogni caso, ritengo che certe ‘sparate’ antiregionali, destrutturanti, di Fontanini alla fine non abbiano altro orizzonte che quello di portarci inesorabilmente nelle braccia del Veneto, regione esistente eccome, compattata dalla Serenissima! La nostra Serenissima non è Trieste, che non sa farlo, e nemmeno Udine, che se ne è dimenticata e procede a slogan in cui probabilmente nemmeno troppo crede! Si richiama l’esempio del Trentino – Alto Adige, realtà dualistica dai confini ben individuabili, mentre da noi il Litorale austriaco, poi Venezia Giulia, interseca non poco il cosiddetto Friuli Storico, per cui non esiste soluzione oggettiva oltre a quella di restare uniti o di inventarsi un Friuli attuale separato. Comunque sia, basta con le parole, ad un anno dalle elezioni regionali!.

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