EuroAquileienses 06.02.2022/I (fur)

Note FOGOLÂR CIVIC pe stampe taliane – Udin, 6 Fevrâr 2022

OMAGGIO AI PROFETI FRIULANI DEGLI “ULTIMI”

Fogolâr Civic e Academie dal Friûl hanno associato il ricordo di Padre Turoldo a quello di Don De Roja a trent’anni dalla scomparsa di entrambi. Il presidente prof. Travain: “Un richiamo comune al bene operare e alla virtuosa rivolta contro disumane e illegittime ingiunzioni del potere!”.

Trent’anni or sono moriva un grande della cultura italiana e friulana, testimone e cantore di una civiltà radicata in una fede attenta innanzitutto al lamento locale e universale degli ultimi, attenta all’Uomo oltreché ad un dio brandito sovente come scettro ed arma ad uso e consumo di gerarchie religiose e laiche furbescamente abbarbicate a questo e protese a farne ‘instrumentum regni’: Padre David Maria Turoldo, religioso cattolico tutt’altro che interprete delle tradizioni di un Cattolicesimo storicamente mai stato profetico, ma suo riscatto, ‘coscienza inquieta’, come si volle dire. A questo servita nativo di Coderno, gran predicatore nel Duomo di Milano, intellettuale, poeta, scrittore, il Friuli più tronfio dei ‘massepassûts’ mai perdonò il fastidio della denunciata antica miseria di un territorio per certi aspetti ancora in pieno Medioevo, scenario impietoso di un’epica degli umili nel suo autobiografico film dal titolo ‘Gli Ultimi’, del 1963, regia di Vito Pandolfi. Poi, naturalmente, quando muore, un grande scopre, post mortem, di essere tanto amato da molti che in vita di lui non si curavano. Certo, che nessuno sia profeta in patria è verità sacrosanta e vergogna. E ancor più vergognoso è che queste patrie possano spudoratamente menar vanto dei migliori figli, in un primo tempo, magari censurati ed obliati, quando non persino costretti alla fuga. Che dire del Friuli, maledetta patria materna e matrigna del grande Pasolini e di mille casi simili? Di Turoldo, che riteneva la resistenza ossia la più nobile sovversione un modo di essere permanente al servizio dell’Uomo, oggi resta un enorme patrimonio lirico, di sconcertante attualità e attinenza all’essenza più vera di un’Umanità in cerca di risposte, orizzonti e speranze che fanno a pugni con le dogmatiche astrusità di una religione anche non di rado paravento d’altro. Prendiamone coscienza e quello sarà il migliore dei ringraziamenti!”. Così il presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, prof. Alberto Travain, ha ricordato il trentennale della scomparsa di Padre David Maria Turoldo, anche su sollecito della sua vicaria, la prof.ssa Renata Capria D’Aronco, che non manca mai di richiamarne il verbo nel quale di un’attività sociale tesa culturalmente proprio a dar voce agli “ultimi”, ai calpestati della Storia. “Tre giorni prima di Turoldo, moriva un altro grande profeta friulano degli ‘ultimi’, don Emilio De Roja: li associamo nel ricordo e nel sollecito al bene operare e alla virtuosa rivolta contro disumane e illegittime ingiunzioni del potere!”.

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