EuroAquileienses 06.06.2022/II (it)

Comunicato FOGOLÂR CIVIC alla stampa italiana – Udine, 6 giugno 2022

IL BERTRANDO UDINESE DEL “PROF” TRAVAIN AVVINCE IL COMUNE DEI GIOVANISSIMI

L’allocuzione del presidente di Fogolâr Civic e Academie dal Friûl conquista il Consiglio Comunale dei Ragazzi del capoluogo storico friulano, riunito per la prima volta nella ricorrenza del Patrono Civile per iniziativa dell’assessore all’Istruzione prof.ssa Marioni. Intervento del Sindaco un po’ fuori tema se non inopportuno…

Voi siete stati eletti dai vostri compagni a rappresentarli e a scegliere per loro. Da quando vi hanno eletti, loro hanno, dunque, perso ogni potere su di voi. Non hanno più alcuna voce in capitolo. Ora siete voi a rappresentarli e basta. Questa è la cosiddetta democrazia rappresentativa. E vale anche per gli adulti. Per un anno – e pazienza – , nel vostro caso, ma per cinque, invece, nel caso dei ‘grandi’, una volta votato, i cittadini perdono praticamente ogni diritto d’interferire, eccettuata la pratica, ostacolatissima, del referendum. Altro sarebbe che, una volta all’anno, i cittadini potessero non solo, come fate voi, eleggere i propri rappresentanti ma anche riunirsi, proporre e scegliere direttamente. Si sentirebbero più importati, più considerati, valorizzati. Ecco la democrazia partecipativa. Ebbene, nella Udine di Bertrando questo avveniva: oggi non avviene. Capite, allora, che ricordare quella stessa Udine è bello per chi ama la democrazia partecipativa, per il cittadino che vuole contare; è scomodo, invece, per chi vuole il contrario. Ricordare Bertrando, questo Bertrando, promuovere questo Bertrando, non è stato facile, in questi anni. Quel ricordo ispira, infatti, questo esempio ed esso dà enormemente fastidio. In fondo, è la stessa Costituzione italiana oggi a limitare il potere del popolo nello punto medesimo in cui lo dichiara sovrano! Bertrando, ragazzi, dà fastidio perché il suo esempio è davvero Storia viva, che può ispirare l’attualità a frenare il potere di chi lo esercita. Nella Udine di Bertrando, c’era l’Arengo ovvero il Consiglio dei cittadini, non solo quello dei consiglieri eletti da loro, perché il Patriarca voleva contrastare il potere oligarchico ossia quello di pochi potenti e non del popolo. E voleva farlo attraverso il popolo stesso. D’altronde consiglieri eletti, che poi non rispondono costantemente del loro operato a chi li ha votati, diventano per forza di cose dei potenti, piccoli principi in una repubblica. A Bertrando questo non andava bene, perché temeva che quei potenti si potessero montar la testa, volgendoglisi contro quale Capo dello Stato. Bertrando, dunque, a Udine, si fidava certo più del popolo che dei potenti. Come tanti principi del passato, da Cesare ad oggi. Erano i potenti che odiavano quei principi, non il popolo: Giulio Cesare e Bertrando, infatti, furono uccisi dai potenti, non dal popolo! Ecco, allora, la Udine di Bertrando, con il suo Arengo, i suoi Quintieri, i suoi Borghi. Aggregare popolo, unendo alla città i paesi circostanti… Suddividere il potere tra i quartieri… Ricordo quando, l’8 luglio 1999, anniversario dell’avvento di Bertrando nel 1334, una statua lignea del patriarca che portò in Comune i quartieri fu dai quartieri stessi simbolicamente portata in Comune, piazzata in mezzo a questa bella Sala del Consiglio, su mia ispirazione, dai carissimi amici del Borgo Sole, ultima gemma degli storici Borghi Superiori udinesi. Quartieri che anche oggi vorrebbero contare, votare, e non viene loro permesso. Memorie importanti poiché ispiratrici di cambiamenti nell’attualità e per questo non facili da promuovere. Dal 1991, per dieci anni, un gruppo di cittadini, che oggi porta il nome di Fogolâr Civic, da me guidato, ha riproposto non senza fatica ai giorni nostri la storia e il mito della Udine di Bertrando, non per ricordarli soltanto bensì per rivitalizzali. Ed abbiamo, allora, preteso che il Comune proclamasse simbolo, padre della patria, patrono laico, quel nostro eroe: traguardo raggiunto nel 2001, grazie all’azione fondamentale condotta in Consiglio dalla dott.ssa Marisanta di Prampero de Carvalho. Tutto è, poi, sembrato finire lì. Ecco che ci siamo, allora, messi in testa di rifondare l’Arengo cittadino, inaugurato nel 2015, anche se il Comune non lo considera. Rivitalizzare non ricordare e basta la migliore Udine di Bertrando! Si dice che il Patriarca sognasse una Udine ‘nuova Aquileia’, miglior riedizione della città storica ideale di questa nostra parte d’Europa. Abbiamo, così, preso i colori di Aquileia, vi abbiamo aggiunto il bianco delle toghe dell’antica Roma, simbolo di cittadini di una patria universale, e vi abbiamo fatto una grande bandiera, cucita da mia madre, che portiamo in giro, in questo bel nostro crocevia d’Europa e di mondo, per dire che i cittadini vogliono contare quanto meno come contavano nella Nuova Aquileia di Bertrando. Chiederemo, quindi, a voi, ora, che siete i fiori della nuova Udine, la primavera della città, di portar questo enorme Tricolore civico dove riposa il nostro Patriarca, nel nostro duomo, per rinnovare, con le vostre rose, l’omaggio antichissimo, floreale, dei nostri figli, dei nostri giovani, al Padre della Udine dei Cittadini, alla miglior matrice della nostra Storia e del nostro futuro che siete voi! Bertrando è il simbolo di una Udine che ha riconosciuto, in quei lontani secoli, all’individuo dignità di cittadino. Non dimenticatelo e non dimenticate che la ribellione alla tirannia è il più sacro esempio che chi è vissuto prima di voi in questa bella terra, sin dai tempi di Aquileia antica, ha saputo darvi in eredità per ogni momento della vostra vita in cui vi sentite ingiustamente calpestati”. Ecco il corpo centrale dell’allocuzione tenuta, di buon mattino, il 6 giugno 2022, di fronte al Consiglio Comunale dei Ragazzi di Udine, dal prof. Alberto Travain, presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, intellettuale udinese primo rinnovatore del mito sociale contemporaneo del Patriarca Bertrando, invitato a parlare dall’assessore comunale all’Istruzione, prof.ssa Elisabetta Marioni, insieme ai decani del movimento fogolarista maestra Manuela Bondio e sig. Eugenio Pidutti, in occasione delle celebrazioni istituzionali del Patrono Civile della cittadinanza. Il prof. Travain si è anche complimentato per le riflessioni in materia civica, sul buon governo e sull’attualità dell’esempio dato dal grande principe aquileiese, riflessioni – ha detto – che, forse, sopravanzeranno i contenuti espressi sul tema dal Consiglio ufficiale riunito in serata ai medesimi scopi commemorativi. “Anche sulle teste di quel Consiglio come ora, qui, sulle vostre, uno stemma, erroneamente spacciato per quello comunale, incombe tentando di ricordare a chi oramai più non lo riconosce che vi è stato un tempo in cui il popolo udinese poteva esprimersi direttamente anche senza delegare la sua rappresentanza!”. Ed è uscito di sala in segno di dissenso il “tribuno” civista prof. Travain, quando il sindaco prof. Fontanini ha preso la parola riducendo inspiegabilmente il tutto a uno spot di promozione della lingua friulana ed azzardando una davvero improbabile commemorazione del Patrono civico degli udinesi annullante incredibilmente la memoria dell’Arengo cittadino a favore di un richiamo per nulla pertinente al Parlamento regionale friulano, baluardo di quella nobiltà che congiurò contro il Patriarca. Fantastico, invece, il rinnovarsi, in un certo qual modo – attraverso il Consiglio Comunale dei Ragazzi e legazione studentesca dell’Istituto “Stringher” di Udine, guidata dai professori Michele Ugo Galliussi, Maria Grazia Piovesan e Monica Secco – della cosiddetta “infiorata bertrandiana” di fine anno scolastico, rimontante ad iniziativa lanciata dal Travain del 2010, assommante varie tradizioni civiche dell’omaggio adulto e giovanile al ricordo di quel Padre della Patria. In testa, l’assessore prof.ssa Marioni, in fascia istituzionale e con rosa d’ordinanza, fiore evocativo del martirio politico di Bertrando, paladino del popolo contro i tiranni. Al suo fianco, il consigliere comunale geom. Gianfranco Della Negra. Dietro di loro, dieci fantasmagorici metri di bandiera infiorata, retta da una turba di ragazzi e ragazzini, sfilanti, al grido “Udin!”, sotto le finestre di Palazzo D’Aronco e per le vie cittadine alla volta del duomo, tra lo stupore e l’approvazione del popolo di caffè e osterie del centro città. L’assessore prof.ssa Marioni – figura molto apprezzata per competenza e tenacia dal presidente fogolarista prof. Travain – aveva, in apertura dell’informale corteo, presso la Scala di Mercatovecchio della Loggia del Lionello, ripetuto il gesto rievocativo dell’omaggio popolare udinese a Bertrando morto attraversante per l’ultima volta le contrade della sua amata Udine: un lancio di fiori, in questo caso, rivolto al grande Tricolore della Nuova Aquileia dei Cittadini, simbolo del miglior civismo culturale locale che ha condotto Bertrando al patronato laico della sua più fedele città del Friuli.

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