EuroAquileienses 06.06.2022/III (fur)

Note FOGOLÂR CIVIC pe stampe taliane – Udin, 6 Jugn 2022

UDINE: BERTRANDO “CIVICO” RICORDATO DA CITTADINI LIBERI E SOVRANI…

Trentunesima edizione, ennesimo successo e tanta emozione per le rimembranze sociali promosse da Fogolâr Civic e Academie dal Friûl nella cattedrale udinese in onore del Patriarca beniamino del popolo. Consegnata moderna bandiera friulana ai giovani della casata degli antichi alfieri patriarcali. Per la prima volta, l’omaggio del Consiglio Comunale dei Ragazzi. Il presidente fogolarista prof. Travain: “Bertrando fu eroe civilizzatore di un Friuli da migliorare non da banalizzare e strumentalizzare oltreché matrice della Udine più democratica e partecipativa che la Storia abbia mai conosciuto! In questo, a me pare, la città oggi è decisamente in fase di regresso!”.

Rinnovate, nel Duomo di Udine, le tradizionali ricordanze popolari dell’eroe civico degli udinesi per eccellenza, il patriarca Bertrando di Saint Geniès, paladino di una Udine democratica, capitale di un Friuli moderno, in una Mitteleuropa rinnovata. Vescovo-principe di Aquileia, fu ucciso durante una guerra civile, il 6 giugno 1350, alla Richinvelda, presso il Tagliamento, e, dal 2001, la cosiddetta “Capitâl dal Friûl” lo ha proclamato suo patrono laico. Bertrando, sepolto nella cattedrale udinese, dal 1991 viene onorato spontaneamente dal civismo locale, iniziativa segnatamente perpetuata, ogni anno, nella ricorrenza, dal Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” associante anche lo storico Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”. E così è avvenuto lunedì 6 giugno 2022, quando un grande Tricolore civico “euroaquileiese”, ad evocare l’idea “bertrandiana” di una Nuova Aquileia civista partecipativa oltreché capoluogo territoriale e centro internazionale, è comparsa alla soglia della grande chiesa consacrata dall’indimenticato presule-monarca.

Preceduta dall’onnipresente “Bandiere Pelegrine” del sig. Gianfranco Passone da Persereano, vessillo azzurro con l’aquila flavia a volo spiegato che da tanti anni onora i più lieti e i più mesti eventi della Friulanità, è salita all’urna del Beato Bertrando la dott.ssa Marisanta de Carvalho, ventun anni or sono portabandiera in Consiglio comunale della vittoriosa mobilitazione rivendicante un patrono laico nella figura di quel patriarca, mito fondativo di democrazia comunale partecipativa. Alla balaustra con il prof. Pietro Enrico di Prampero, testimone diretto del tramandarsi di una tradizione devozionale familiare e cittadina, ecco che l’arch. Roberto Pirzio-Biroli, in rappresentanza della casata dei Savorgnan, principali araldi della Udine bertrandiana, ha consegnato personalmente all’ex amministratrice un simbolico mazzo delle preziose rose coltivate al Castello Savorgnan di Brazzà dalla bisnonna Cora Slocomb, a testimoniare l’apprezzamento e la condivisione della casata in ordine all’impegno profuso sul tema. A seguire, lo stendardo originale del movimento del Fogolâr Civic, retto dal decano sig. Eugenio Pidutti. Ed ancora, il leader fogolarista e presidente dell’Academie dal Friûl, prof. Alberto Travain, indiscusso primo promotore di un rinnovamento in città del mito sociale di Bertrando, scortato dai cerimonieri sig. Giuseppe Capoluongo, sig.ra Rosa Masiero e maestra Rosalba Meneghini, i quali tutti hanno reso omaggio alla sepoltura del Patrono Civile con il tradizionale tocco delle rose o “benedizion des rosis”.

Ha preso la parola il prof. Travain, che ha detto trattarsi della trentunesima rimembranza spontanea del Patriarca Bertrando, da lui promossa quale propugnatore del movimento culturale vent’anni or sono denominato “Fogolâr Civic”: ultimo traguardo, quindi, di una lunga campagna contro indifferenza, ignoranza e pochezza predominanti nella società e nelle Istituzioni sui temi reali dell’identità e della cultura civica, irriducibili alle problematiche della tutela della lingua friulana. “‘Vîfs e muarts ca ogni an si cjatin’: un appuntamento con la storia e il mito di un eroe civilizzatore del Friuli e dell’Alpe-Adria ma anche la consuetudine di un ritrovo effettivo e ideale di quel impegno attualizzante la memoria sociale del personaggio ed i suoi contenuti” ha sottolineato Travain anche rivendicando al suo movimento “il primato di aver sottratto Bertrando all’ambigua retorica gattopardesca del friulanismo più reazionario, clericale, benpensante, e restituito a un Olimpo di popolo fuori dagli schemi di poteri ed ordini costituiti”. Un Bertrando “civico”, anche “rivoluzionario” – lo fu davvero – quello celebrato dai fogolaristi udinesi, “matrice di democrazia e partecipazione che poco piacciono anche certo a parte significativa dei friulanisti della politica e delle Istituzioni. Ricordiamoci che i primi contrari, nel 2001, alla proclamazione patronale laica del Patriarca Bertrando quale Patrono Civile di Udine in Consiglio comunale incredibilmente furono i furono – salvo una, la dott.ssa Laure Pagani – proprio i friulanisti! E furono battuti! Allora io parlai di una seconda Richinvelda ossia di rinnovato parricidio friulano! Questa data e questo luogo grondano di memorie plurisecolari di unità e di scontro: facciamo in modo che le prime prevalgano nell’ispirare un orizzonte costruttivo e positivo per tutti ma non dimentichiamo la lezione del coraggio di affrontare le mille forme di avversione ai principi di un bene davvero collettivo, a garanzia di rispetto e progresso!”.

Momento di particolare pregnanza è stato senza dubbio quello del popolare conferimento del moderno vessillo aquilato rosso friulano, la cosiddetta “Romane”, evocante il mantello di Giulio Cesare, padre eponimo del Friuli, a due ragazzi di Casa d’Arcano, i giovani Leonardo e Ludovico Rizzardo, della famiglia che custodì e difese per secoli la bandiera dei Patriarchi, divenuta in seguito insegna regionale, anche dando al Friuli un eroe nazionale nella figura dell’irriducibile Marco di Moruzzo, l’ultimo alfiere che mai si arrese alla Repubblica di Venezia. Gesto simbolico, questo, dedicato idealmente alle nuove generazioni, primavera della comunità; singolare investitura, non più dai principi della Chiesa di Aquileia, bensì dal popolo; investitura morale, di fronte al passato, di responsabilità culturale e civica volta al presente e al futuro. I due figli dell’accademico prof. Maurizio d’Arcano Grattoni, presente con la consorte dott.ssa Cristina Trinco, hanno, dunque, giurato su attualizzazione dell’antica formula sacramentale dei vessilliferi patriarchini, in cornice retta dalla cerimoniera fogolarista maestra Laura Zanelli, per poi ricevere la bandiera dalle mani del “tribuno culturale” udinese – come ama definirsi – prof. Travain. Significativa anche l’idea dell’asta grezza in legno di gelso, fornita dal collaboratore sig. Daniele Pagnutti, richiamo ad umile epopea di ricatto popolare oggi assunto a blasone d’identità e dignità comunitaria. I due ragazzi hanno, così, reso omaggio, insieme alla famiglia, al Patriarca Bertrando, che, durante un’indimenticabile seduta del Parlamento friulano, il 4 luglio 1335, assegnò a cinque esponenti del casato l’azzurro stendardo di Madre Aquileia. Un Arcano aderì, poi, alla congiura che condusse all’assassinio del principe e, da allora, gli ori di famiglia recano un filo d’argento tratto dalle monete patriarcali del tempo, in segno di contrizione e riconciliazione, ha ricordato il prof. d’Arcano, ringraziando per la toccante iniziativa civista coinvolgente i figli. Storicamente, il complotto, infatti, fu traversale: anche tra i suddetti Savorgnan e di Prampero fedelissimi al Patriarca vi furono defezioni. “I discendenti certo non sono responsabili delle colpe degli avi” ha detto l’arciprete della Cattedrale, mons. Luciano Nobile, accogliendo cordialmente i convenuti e ringraziando specificamente il prof. Travain per il sempre rinnovato e vario annuale momento di rimembranza civica.

Ed ecco, allora, l’omaggio dei “quintieri” fogolaristi udinesi, evocazione dei rioni civici dell’epoca di Bertrando, ora osservatori popolari sui beni culturali e ambientali e sull’identità civica del territorio: “Mercatovecchio”, capoquintiere maestra Manuela Bondio; “Aquileia”, capoquintiere sig.ra Marisa Celotti; “Mercatonuovo”, capoquintiere sig.ra Anna Rosa Caeran; “Gemona”, capoquintiere sig.ra Paola Brochetta; “Grazzano”, capoquintiere prof.ssa Renata Capria D’Aronco. Intervenuti anche altri sodali e simpatizzanti, tra cui la dott.ssa Maria Luisa Ranzato, vicaria sociale nel quintiere di Aquileia, e le signore Paola Della Vecchia e Renata Marcuzzi. Con significativi rami di tiglio, la pianta sacra delle antiche assemblee dei capifamiglia, al Beato Bertrando ha reso gli onori della cultura civica delle vicinie il comitato del borgo di Santa Margherita del Gruagno, località coetanea di Udine per ascrizione allo Stato patriarcale, presente con i referenti sig.ra Elisabetta Mingolo e sig. Pagnutti summenzionato.

Ricambiando la cortesia dell’invito alla riunione mattutina del Consiglio Comunale dei Ragazzi in ricordo del Patriarca alla Loggia del Lionello, il presidente di Fogolâr Civic e Academie dal Friûl ha invitato l’Assise giovanile, guidata dall’assessore all’Istruzione prof.ssa Elisabetta Marioni, a voler condividere nel duomo di Udine il rinnovato omaggio popolare all’urna contenente le spoglie di Bertrando. Mentre i consiglieri in erba ripetevano l’antico gesto dei bimbi udinesi, primavera della città, implicante il tocco di una rosa al sepolcro del Padre della Patria, l’entusiasta amministratrice, accompagnata dal consigliere comunale “adulto” geom. Gianfranco Della Negra, ha preso la parola per salutare il movimento civico promotore grazie al quale oggi Udine ha un Patrono laico democratico, aggregante, inclusivo e ispiratore di alti valori radicati localmente da testimoniarsi nell’attualità L’assessore ha legittimamente vantato l’opera di riflessione civile svolta, attorno alla figura di Bertrando, dal “piccolo Consiglio” comunale, che ha preceduto quello dei “grandi”, riunito in serata, nel commemorare, per la prima volta, il Patrono Civile. Con la prof.ssa Marioni, oltretutto autrice di un’approvata mozione impegnante il Consiglio municipale ad annuale commemorazione solenne di quel locale Padre della Patria, è intervenuta anche una rappresentanza studentesca dell’Istituto Tecnico Turistico “Bonaldo Stringher” di Udine, guidata dal prof. Michele Ugo Galliussi – l’artista cittadino che ebbe disegnare l’icona laica del Patriarca, dono fogolarista oggi in Sala del Popolo, ricamata magistralmente dal cav. Antonietta Monzo Menossi – insieme alle colleghe prof.ssa Maria Grazia Piovesan e prof.ssa Monica Secco. Anche la Classe 3^ A dello “Stringher”, impegnata validamente nella realizzazione di progetti inerenti alla promozione della figura bertrandiana, ha, quindi, reso gli onori, con le sue rose, all’urna patriarcale.

Al termine, la presidente del riformato Arengo bertrandiano, l’assemblea storica partecipativa della cittadinanza udinese, prof.ssa Renata Capria D’Aronco, ha preso la parola per rimarcare ulteriormente l’attualità della lezione civile di quell’epoca, oggi, in un tempo in cui tanto si parla d’inclusività eppure il cittadino comune conta sempre meno di fronte ai cosiddetti suoi rappresentanti. Per questo la prof.ssa D’Aronco ha concluso con un rinnovato riconoscimento all’indirizzo del prof. Travain, spesosi, contro tutto e tutti, per tanti anni a promozione di una riscoperta attiva e concreta delle migliori tradizioni democratiche della città, quando ancora il popolo era davvero sovrano e poteva contare direttamente nelle scelte sul proprio destino. Il “prevost dal domo”, mons. Nobile, ha richiamato, poi, a discrezione, i credenti alla preghiera ed impartito la sua benedizione ai convenuti.

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