EuroAquileienses 06.10.2021/I (fur)

Note FOGOLÂR CIVIC pe stampe taliane – Udin, 6 Otubar 2021

CONTRO UNA SCUOLA DISEDUCATIVA CHE S’INCHINA AI GENITORI-CLIENTI

Il presidente di Fogolâr Civic e Academie dal Friûl, prof. Travain, contro il sistema scolastico italiano: “Affrancare l’Istruzione pubblica da un populismo spacciato per democrazia!”.

Abbasso i decreti delegati e l’autonomia scolastica: considerazioni di un cittadino-insegnante democratico ed euroregionalista ”. Questo l’argomento della conferenza, tenuta il 6 ottobre 2021, a Udine, presso la Biblioteca dell’Africa, in Borgo Stazione, dal presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, prof. Alberto Travain, nella cornice degli incontri pubblici promossi dal Club per l’Unesco di Udine, sotto la guida dalla prof.ssa Renata Capria D’Aronco, intorno alla Giornata Mondiale degli Insegnanti (5 ottobre). Il docente ed intellettuale udinese ha sostenuto l’opportunità di rivedere radicalmente il sistema dei contrappesi nell’ambito della cosiddetta comunità scolastica, sistema che oggi – a suo parere, diffusamente condiviso – esautora ed opprime a tal punto il corpo insegnanti da disincentivarne ed inibirne un’utile funzione didattica ed educativa. Una rete d’istituti scolastici resi capillarmente autonomi e concorrenziali nell’accaparramento di un’utenza-clientela di fronte alla quale cedere il campo in mille situazioni a patto di non dispiacerle, secondo il prof. Travain, non sarebbe affatto garanzia didattica ed educativa per le generazioni formande, rinunciando lo Stato così, sempre più, a presidiare l’indirizzo unitario eppure molteplice dell’istruzione dei suoi cittadini nonché i tratti fondamentali della convivenza civile promossa dalle sue istituzioni scolastiche sul territorio. Ritenendo il sistema attuale in sostanza “scuola di populismo” pendente dal labbro di genitori, sovente frustrati come cittadini, senza incidenza nella politica fondata su una democrazia rappresentativa in cui l’elettore scompare di scena all’indomani del voto, e desiderosi, quindi, di un “riscatto” partecipativo che troverebbero, senza limiti, nella Scuola pubblica, il relatore ha espresso l’auspicio che debbasi trovare per forza un correttivo a tale deriva, anche perché non può essere considerata procedura democratica una capillare rinegoziazione “a valle” delle regole stabilite “a monte”, a livello politico-istituzionale, il solo rappresentativo, sul piano giuridico, della democrazia vigente. Il professore ha concluso considerando l’opportunità di un sistema scolastico pubblico europeo, articolato regionalmente e capace di ergersi ad antemurale contro derive populiste animate furbescamente da falsi valori democratici associati a miti privatistici di altrettanto dubbia resa sociale.

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