EuroAquileienses 06.11.2021/II (it)

Comunicato FOGOLÂR CIVIC alla stampa italiana – Udine, 6 novembre 2021

SAN LEONARDO A BRAZZACCO E LA SAGA “SHAKESPEARIANA” DEI SAVORGNAN: SUGGESTIVA SCOPERTA

Invitato dal proprietario dell’antica chiesa e dello storico maniero alle celebrazioni patronali locali, l’intellettuale udinese prof. Travain in una pala d’altare ha individuato la sintesi della faida da cui sarebbe nato il mito friulano di Romeo e Giulietta: “Suggestione intellettuale, non documento di storicità, eppure gran simbolo insuperabile di una moderna promozione del luogo come ipotetico teatro dei fatti della celeberrima vicenda shakespeariana”.

Sabato 6 novembre 2021, nella ricorrenza di san Leonardo, patrono dei prigionieri e genio di liberazione, presso l’omonima cappella del castello friulano di Brazzacco, la famiglia dei proprietari – il casato Pirzio Biroli, imparentato con gli storici feudatari del luogo, il ramo di Cergneu degli antichi Signori di Savorgnano – ha rinnovato, con una celebrazione eucaristica aperta al territorio, il dramma familiare della prigionia e della deportazione naziste a seguito dell’implicazione parentale nel fallito attentato a Hitler del 1944. Per l’occasione, il noto arch. Roberto Pirzio Biroli ha invitato l’amico prof. Alberto Travain, presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, non solo a intervenire con delegazione sociale, ma anche, in un certo qual modo, a fare culturalmente gli onori di casa con un’allocuzione sui temi della libertà e della liberazione particolarmente richiamati dalla contingenza oltreché da pregnanti ricorrenze storiche. Sulle mura castellane, un enorme stendardo fogolarista con i proposti colori civici del Friuli e dell’Europa aquileiese oltreché dell’Europa intera: un Tricolore civico locale e internazionale blu-bianco-giallo, a significare il ruolo aggregante di sintesi della regione friulana, “piccolo compendio dell’universo” come scriveva Ippolito Nievo. Alla presenza di delegazioni istituzionali, culturali e sociali di varie provenienza e qualifica, il prof. Travain ha ricordato come, a proposito di libertà e di liberazione, la paleocristiana Chiesa di Aquileia abbia potuto eccellere nella Storia come promotrice di un concetto spirituale di salvezza umana travalicante le tipologie umane ed affermante un comune trionfo sul maggior nemico ossia la tirannide della morte come annullamento inesorabile dell’esistenza: “il Cristo ‘descensus ad inferos’ nel giorno di ‘Sante Sabide’ è il massimo simbolo di questo afflato di riscatto universale insito profondamente nella nostra civiltà locale e da qui diffuso verso il Centro Europa: siamone sempre consapevoli e laicamente fieri missionari. Aquileia possente e luogo di potere, fu anche generosa fucina di ribelli all’illegittimità e all’oppressione in ogni loro forma. Ecco il significativo valore antropologico di questo incontro, nel nome di San Leonardo, al centro di questa terra che tanto ha avuto ed avrebbe da dire come contributo all’Umanità”. Travain ha, inoltre, voluto rimarcare come quel luogo sia voluta sintesi della vicenda di un nome, di una prosapia, di un simbolo, quali quelli dei Savorgnan, che, variamente, in Friuli e nel mondo, sono stati capaci di farsi apprezzare anche senza dubbio come bandiera libertaria, dalla rivoluzione rustica friulana del “Che Guevara” Antonio Savorgnan del Torre alle esplorazioni congolesi affrancatrici dalla schiavitù di Pietro Savorgnan di Brazzà. Dopo la Santa Messa, officiata dal parroco don Luca Calligaro, la delegazione fogolarista – composta, oltreché dal presidente, anche dalle benemerite sig.ra Anna Rosa Caeran e sig.ra Marisa Celotti – ha deposto una dedica floreale presso l’altare della cappella castellana per ricordare tutti i prigionieri nella storia del Friuli, da Riccardo Cuor di Leone a Giulio Regeni, e gli oppressi dalle passate, presenti e future tirannie del mondo. Soddisfatto l’arch. Pirzio Biroli che ha salutato il prof. Travain come “il vero storico della famiglia e del Friuli”. Lo stesso professore ha giudicato di particolare suggestione il fatto che l’antica pala d’altare della chiesetta rechi al centro l’effigie di san Leonardo attorniato da quelle santi Antonio ovvero Francesco e Girolamo, quasi a suggerire ed a ribadire un fiabesco moderno richiamo se non un preciso riscontro storico del coinvolgimento diretto del luogo e dei suoi signori nella vicenda da cui emerse, sotto mentite spoglie, la tragedia di Romeo e Giulietta shakespeariani: “Le due fazioni gentilizie e politiche capeggiate rispettivamente da Antonio Savorgnan del Torre, poi dal nipote Francesco, e da Girolamo Savorgnan del Monte, come a dire Montecchi e Capuleti, attorno ad un san Leonardo campeggiante centralmente sopra il blasone dei Cergneu-Brazzà, attorniato ed equidistante dai due… Suggestioni e nulla più. Legittima cultura di oggi che fruga nei segni del passato alla ricerca di arcani simboli da arruolare. Ecco uno splendido caso, sinora sfuggito ai promotori della pur ben fondata matrice friulana della più famosa storia d’amore di tutti i tempi!”.

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