EuroAquileienses 07.01.2022/II (fur)

Note FOGOLÂR CIVIC pe stampe taliane – Udin, 7 Zenâr 2022

GLI UNIVERSITARI DE ROLANDIS E ZAMBONI RICORDATI A UDINE COME MATRICI DI UN’ITALIA MIGLIORE

Nella Giornata Nazionale della Bandiera, il civismo culturale friulano che si raccoglie dietro le insegne dei sodalizi Fogolâr Civic e Academie dal Friûl ha ricordato il martirio degli studenti bolognesi inventori di un Tricolore di speranza contro la tirannide. Il presidente prof. Travain: “Sane radici d’impegno civico giovanile e di un’identità civica italiana persa per strada”.

Ai doi martars universitaris di Bologne Zamboni e De Rolandis che tal ‘700 a àn inventât un tricolôr di sperancis tant dopo tradidis”: questa la dedica che, il 7 gennaio 2021, “Giornata Nazionale della Bandiera”,  il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” ed il Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, hanno voluto cun civiche e umane devozion” rinnovare, su nastri civici tricolori italiani, friulani ed europei, sulla storica Piazza Libertà di Udine, presso il locale Tempietto dei Caduti, alla memoria dei due studenti dell’“Alma Mater”, il ventiduenne bolognese Luigi Zamboni e il ventenne piemontese Giovanni Battista de Rolandis detto “Zuanin”, da Castell’Alfero (Asti), che, nel 1794, tentarono di organizzare l’insurrezione della Dotta contro l’opprimente dominio pontificio scegliendo ad emblema della rivolta una coccarda tricolore, sul modello di quella rivoluzionaria francese, sostituendo però il blu con il verde della speranza. La perfida Chiesa romana arrestò i ragazzi, loro familiari e collaboratori. Zamboni fu trovato impiccato nella prigione dove era rinchiuso assieme a criminali comuni che lo avrebbero ucciso su mandato dell’Inquisizione dopo mesi di insopportabili torture e violenze; secondo altra ipotesi, lo studente di legge preferì suicidarsi piuttosto che accettare le continue angherie; ed impiccato fu il De Rolandis cui certamente nulla risparmiò la blasfema giustizia dei Papi. Distrutta la famiglia di Zamboni: il padre in carcere non sopravvisse; madre e zia – che, in segreto, avevano cucito le epiche coccarde – condannate alle galere di Santa Romana Chiesa, quando uscirono, non trovarono la solidarietà dovuta da parte dei governi rivoluzionari che intanto avevano cacciato i papalini con l’aiuto di Napoleone. Una storia che il presidente dei due sodalizi civisti friulani, prof. Alberto Travain, considera “esempio di sane radici d’impegno civico giovanile e di un’identità civica italiana che, poi, ben presto, si è persa per strada ma resta in nuce nei momenti eroici di una dedizione veramente ideale, non opportunistica, maldestra e corrotta, sulla cui memoria, non sulla più becera e furbesca retorica patriottarda, la migliore Italia ovvero il meglio delle sue antiche nazioni storiche, integrato dal contributo, quando positivo, di chi si affaccia oggi a questi lidi, può rifondarsi ogni giorno e guardare a un futuro più degno!”.

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