EuroAquileienses 08.03.2022/I (en)

FOGOLÂR CIVIC press release (to the Italian press) – Udine, 8 March 2022

MIMOSA AL “PORTONE” DI GRAZZANO: OMAGGIO FRIULANO ALLA “DONNA CIVICA” NELLA MITTELEUROPA “AQUILEIESE”

Fogolâr Civic e Academie dal Friûl alle radici del civismo udinese e friulano al femminile, con uno sguardo anche alle regioni d’oltreconfine, affratellate dall’antica Aquileia. Il presidente prof. Travain ha scritto, per l’occasione, all’Istituto 8 Marzo (Inštitut 8. marec) di Lubiana, che ha mobilitato vittoriosamente cittadine e cittadini sloveni contro sciagurata privatizzazione dell’accesso all’acqua pubblica: “Esempio virtuoso di femminismo aperto a una battaglia di cittadinanza onnicomprensiva!”.

A ridosso della Giornata Internazionale della Donna 2022, si è ripetuto, a Udine, nel Friuli, l’annuale rito della deposizione popolare di un mazzo di mimosa presso le vestigia dell’antico “portone” o porta urbica intrinseca di Grazzano, dove nel 1309 accanita resistenza cittadina, in cui si distinsero le locali amazzoni, sventò un gravissimo tentativo di colpo di stato militare aristocratico ai danni del regnante Patriarcato di Aquileia, episodio un tempo celeberrimo e ora dimenticato se non vi fossero il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” ed il Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, guidati dal prof. Alberto Travain, che mai hanno mancato, dall’anno 2000, di commemorare quel fatto storico, associandolo, nello specifico, alle celebrazioni della Festa della Donna. “Una Donna – ha rimarcato il professore – non solo e non tanto partigiana del proprio genere, cui va senz’altro riconosciuto il debito, ma, insieme a tutte le componenti del consorzio umano, paladina di un bene comune integrante ogni particolare: a questa ‘dea’, affacciata alle mura di una civiltà rivolta al progresso ma certo minata da mille derive, noi, con questo gesto – che ripetiamo da oltre due decenni e conosciuto da pochi grazie innanzitutto al disinteresse della ‘libera’ stampa per queste cose – desideriamo simbolicamente rendere omaggio e augurare un futuro di solidali costruzione e difesa di una convivenza e di una coesione armoniosamente virtuose e leali ad ogni livello di esistenza e relazione. Dopo le giuste rivendicazioni di pari diritti e opportunità per questa branca della specie umana, nel nostro Occidente, forse, è giunta l’ora di serbare comunque i distinguo ma di mirare alla strutturazione di un edificio sociale e civile, affettivo e difensivo, davvero solido – altro che ‘liquido’, come quello di oggi! – garante reale delle istanze tese a promuovere il bene di ciascuno e di tutti, affrancato da dogmi che non perseguano come scopo primario la felicità dell’Uomo, vecchia citazione dalla settecentesca Dichiarazione d’Indipendenza USA ma, ancor prima, dalle antiche Costituzioni friulane!”. “Sul Porton di Graçan – era scritto sul nastro dedicatorio della mimosa fogolarista, in lingua friulana, con versione inglese in calce, stile ‘international’! –, a dutis lis feminis che, su cheste crosere di Europe, a àn difindût, vie pe Storie, fameis, patriis e libertâts”. “Una memoria locale che si fa paradigma rimandante a ogni luogo ed epoca in cui le donne, in Friuli, nel mondo e, ancor prima, in quella Mitteleuropa affratellata, in tempi remoti costituenti mito, dalla ‘splendidissima’ – come si diceva – Madre Aquileia, hanno saputo spendersi e, addirittura, fare la differenza sulla scena della Storia”. “Come dimenticare le donne di Aquileia, cui il Senato di Roma dedicò un tempio, per omaggiarne l’irriducibile tenacia ‘pre-friulana’, quando la nostra metropoli fermò, beffarda, irriverente, alle sue porte, il più forte esercito dell’orbe euromeditterraneo antico? Eppure quelle donne, nella memoria contemporanea del nostro popolo e di questa nostra società pseudo-civile e pseudo-intellettuale, non esistono più, non ispirano più: silenti, guardano, celate ai più, l’annoiato turista dall’alto di un affresco dell’Amalteo nella splendida sala del Parlamento friulano, al Castello di Udine! Donne comuni, dimenticate perché ‘roba vecchia’, come ‘roba vecchia’ stanno diventando le incredibili comuni storie di generazioni di nonne e bisnonne dei nostri giorni – forse più ‘bisnonne’, gente d’altri tempi! – che hanno sommessamente testimoniato eroismi quotidiani sulle barricate di una vita che ha affidato loro sovente il destino di famiglie e popoli travolti dai funesti eventi del Novecento. Per non parlare delle portatrici carniche della Grande Guerra affrancandone i meriti dalla retorica patriottarda italica o delle partigiane che furono davvero eroiche nella loro lotta per la libertà. Qui, dove le combattive donne di Grazzano disarcionarono la cavalleria feudale ‘golpista’ friulana – a quelle stesse donne fu dedicato poi l’eccezionale Palio femminile che, a cavallo tra questo ed il secolo prima, venne ripristinato da privata iniziativa! –, voglio personalmente – ha detto Travain – esprimere un plauso davvero sincero all’indirizzo delle cittadine che oramai da anni costituiscono l’agguerrito nerbo del Fogolâr Civic, in una società civile e culturale udinese in cui l’elemento muliebre appare senza dubbio preminente e prevalente. E qui voglio ricordare due nomi per tutti, a rimembranza di un non remotissimo civismo attivo, mobilitativo, costruttivo però mai prono di fronte al potere e alle autorità: Leila Caselli e Francesca De Marco, due grandi donne di questa Udine, che, una sullo scorcio del Novecento, l’altra all’alba del nuovo millennio, si sono battute nel loro specifico per la qualità della vita e dell’ambiente cittadini!”. Presente la vicaria di Fogolâr Civic e Academie dal Friûl, prof.ssa Renata Capria D’Aronco, che ha espresso la soddisfazione del corpo sociale per la tenacia e la delicatezza con cui il presidente prof. Travain ha perseverato nel riproporre, sempre con nuovi apporti alla riflessione, l’appuntamento commemorativo dell’8 Marzo, a Udine, presso l’antica Porta Grazzano. Intervenuti, inoltre, i consiglieri fogolaristi maestra Manuela Bondio, sig.ra Anna Rosa Caeran, sig. Giuseppe Capoluongo, sig.ra Paola Della Vecchia, sig. Eugenio Pidutti, arch. Roberto Pirzio-Biroli, sig.ra Paola Taglialegne, sig.ra Laura Zanelli. A tutte le signore della delegazione fogolarista, il presidente prof. Travain ha voluto donare, come ormai costume, un piccolo mazzo di mimosa contrassegnato dal tricolore civista friulano ed europeo. E un indirizzo di saluto, per l’occasione, il leader di Fogolâr Civic l’ha inviato a Lubiana, all’“Inštitut 8. marec”, diretto dalla popolarissima giovane dott.ssa Nika Kovač, un’organizzazione civista slovena di costituzione recente, che dalla mera rivendicazione dei diritti femminili richiamata dalla sua stessa intitolazione è passata a vittoriosa campagna civica a tutela dell’acqua pubblica: un particolare che non è sfuggito al cenacolo fogolarista transfrontaliero, informato dal suo rappresentante sloveno, prof. David Bizjak. “Nel solco del mito civista ed internazionalista di Aquileia, auspichiamo un’Europa ‘aquileiese’ culla di civiche, esemplari, mobilitazioni, eco di glorie popolari passate, sfida sempre presente e futura per le nostre genti, monito per i sempre incalzanti, sciagurati tiranni!” ha commentato Travain. Al termine, piacevole convivio sociale domestico, con anfitrioni i sodali Bondio e Pidutti, consiglieri fogolaristi della da sempre vulcanica sezione del “quintiere” udinese di Gemona.

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