EuroAquileienses 08.04.2022/I (it)

Comunicato FOGOLÂR CIVIC alla stampa italiana – Udine, 8 aprile 2022

SE NON ATTILA, PERCHÉ NON ANTENORE?

Riunito in Mercatovecchio, a Udine, lo staff organizzativo di Fogolâr Civic e Academie dal Friûl in vista dei prossimi eventi sociali. Apprezzata certa disponibilità da parte del sindaco prof. Fontanini. Il presidente prof. Travain sui risultati delle indagini archeologiche inerenti al locale colle castellano, svelato maggior tumulo artificiale d’Europa, d’età protostorica: “Se, davvero, non fu il distruttore di Aquileia a innalzalo, perché, allora, non pensare al suo primo fondatore omerico, mito senz’altro non meno plausibile di quello che ora sostanzialmente ha trovato retrodatata conferma?”.

Apprezzato il moderato eppure sinceramente spontaneo tentativo del Sindaco di Udine, prof. Pietro Fontanini, che, attraverso il suo Ufficio Stampa, sembra essere riuscito, parzialmente almeno, a penetrare la cortina di oblio che gran parte della stampa locale solitamente oppone alle notizie inerenti alle iniziative del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, storici sodalizi dediti alla promozione di una cultura civica radicata nelle tradizioni del territorio, ma politicamente non incasellabili e non controllabili da alcun prepotere. Ecco, allora, apparire, in rete, qua e là, la nuova delle celebrazioni popolari spontanee del IV centenario del primo poeta “nazionale” friulano, Ermes di Colloredo, proposte a Udine, tanto celebrata “Capitale del Friuli”, da Fogolâr Civic e Academie dal Friûl, anche con intervento di Amministratori. Ma non è stato questo l’unico argomento trattato durante l’incontro programmatico delle due organizzazioni, tenutosi nel capoluogo friulano, venerdì 8 aprile 2022, ai tavoli del centralissimo Bar Ambarabà, nel cuore dello storico Mercatovecchio udinese. Presenti, attorno al prof. Alberto Travain, leader delle due organizzazioni, la vicaria prof.ssa Renata Capria D’Aronco, l’intendente fogolarista sig.ra Marisa Celotti, la caposezione sig.ra Paola Brochetta ed i consiglieri maestra Manuela Bondio, sig.ra Anna Rosa Caeran, sig. Giuseppe Capoluongo, sig.ra Rosa Masiero, sig. Eugenio Pidutti, sig.ra Paola Taglialegne e maestra Laura Zanelli. Si è discusso delle prossime celebrazioni sociali del Giorno del Friuli Austriaco o “Fieste dai Mucs”, commemorativo dell’avvento asburgico nell’antica Contea di Gorizia, nonché, per l’XI centenario della signoria di Savorgnano, delle rimembranze della dinastia udinese dei Colmalisio e della “Gens Severiana”, la casa imperiale romana antica che quei Signori amavano annoverare quale loro originario ceppo. E s’è discusso dei festeggiamenti per il Giorno della Cultura Euroregionale Alpino-Adriatica, in onore di San Marco Evangelista. E della ricorrenza peculiare friulana, anzi “aquileiese”, di “Sante Sabide”… Molta carne al fuoco e certamente non più fumo che arrosto! Infine, la consigliera sig.ra Caeran ha sollecitato un’esternazione presidenziale sugli eccezionali risultati delle indagini archeologiche connesse ai lavori per la realizzazione degli ascensori di collegamento tra la città e il castello, indagini che avrebbero appurato la natura artificiale del colle udinese e resa tutt’altro che peregrina l’ipotesi di derivazione dei suoi materiali dall’area della sottostante Piazza Primo Maggio, oltreché ventilata l’idea di una datazione del manufatto rimandante, non alle Invasioni Barbariche, come vorrebbe il mito più noto, ma alla Protostoria, ad un’Età del Bronzo recente, tra il XIV e il XII secolo avanti Cristo. Riguardo, dunque, a quello sarebbe il tumulo più grande d’Europa, di cui non si conoscono autori e ragioni, il prof. Travain ha voluto rimarcare come, tra le tante leggende inerenti all’origine della collina, il mito attilano risulti senz’altro quello che maggiormente pare aver fissato, nei particolari, memoria comune del dato storico divenuto epico, pur postdatandolo di millenni, associando forse e riproducendo diversi filoni della narrazione procedente da un’epoca all’altra. Culturalmente – ha detto Travain – non abbiamo date per ricordare e celebrare tutto questo, se non la ricorrenza del 18 luglio 452, giorno dell’incendio unno di Aquileia cui la leggenda collegherebbe l’innalzamento del Colle di Attila, sorta di epigono di Nerone e Brenno. E quello è il giorno in cui, ormai da anni, noi di Fogolâr Civic e Academie dal Friûl, festeggiamo il “compleanno” convenzionale del Castello di Udine e la sua ideale eredità “aquileiese”. Se poi non furono i guerrieri di Attila a raccoglier terra, con i loro elmetti, dal “Zardin Grant”, per innalzare un colle al loro condottiero, ma quelli di Antenore, l’eroe troiano, possibilmente d’età protostorica, che avrebbe fondato la prima Aquileia oltreché la prima potente nazione alpino-adriatica – ha concluso il leader fogolarista –, quei militi barbarici ne hanno, comunque, nella nostra cultura, ricevuto il testimone. “Con questi presupposti, chissà se il Comune saprà veramente valorizzare il dato e le ipotesi associabili! Chissà se l’Amministrazione e i suoi Civici Musei continueranno deliberatamente ad ignorare il fatto che casualità vuole che Udine rappresenti l’unica città della Mitteleuropa ad aver affrescato il proprio Palazzo pubblico tardomedievale con storie della Guerra di Troia! Chissà! Per quanto ancora rimarremo voci quasi inascoltate in questo vero deserto?”: con queste amare note, unite, in ogni caso, a spirito irriducibile, il prof. Travain ha sciolto la riunione dando appuntamento alle prossime pregnanti iniziative sociali.

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