EuroAquileienses 09.05.2022/I (en)

FOGOLÂR CIVIC press release (to the Italian press) – Udine, 9 May 2022

CAMPO DI MAGGIO” DELLA MEMORIA FRIULANISTA

Fogolâr Civic e Academie dal Friûl hanno ricordato al Castello di Udine le grandi battaglie della Piccola Patria. Il presidente prof. Travain: “Ricordare le guerre passate non deve servire a rinnovarle ma trarne valido spirito per le legittime lotte di oggi!”.

Campo di Maggio”: era usanza dei Franchi, l’antico popolo che con la spada creò il primo impero europeo occidentale, radunarsi in armi nel mese di maggio per fare la guerra o per deliberare in altre materie inerenti al governo della cosa pubblica. Un po’ come i friulani, per secoli, fecero a Campoformido, nel Medioevo. “Ebbene la guerra è una cosa orrenda, certo da evitare, però il ricordo di chi si è battuto per difendere, in un certo qual modo, patria, libertà, giustizia, umanità, non va affatto oscurato, nemmeno a distanza addirittura di millenni!”: così il presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, prof. Alberto Travain, ha commemorato, lune9 maggio 2022, tre grandi scontri diffusamente dimenticati della storia friulana, rimandanti allo stesso mese: la vittoriosa resistenza popolare di Aquileia del 238, massimo esempio di civico ardire locale divenuto blasone e leggenda intercontinentali (“Ca si onore la int nostrane antighe, oms, feminis, vielis e fruts, che, arme in man, e à frontât mastine la trupe plui fuarte dal mont di chê volte, l’esercit roman imperiâl potenton, che al à scugnût rindisi ai 10 di Mai di chel an”); il successo militare di Cimabanche, nel 1347, tra le Dolomiti, che assicurò al Patriarcato di Aquileia il Cadore (“Ca si onore la fuarce unide di Friûl e Cjadovri che, ai 7 di Mai di chel an, e à fruçât i todescs prepotents che a vignivin jù a invadi de bande ampezane”); il trionfo di Bando, nel 1418, ultima vittoria friulana su Venezia lanciata all’assalto della Piccola Patria (“Culì si onorin i ultins furlans libars che a àn ribaltât i invasôrs venezians prime che a cjapassin dut il Friûl, che la fruce e je stade ai 9 di Mai di chel an”). Ribadendo che No si laudin vueris, ma i sacrificis di chei che a àn batût par un fin di ben!”, il prof. Travain ha reso omaggio a combattenti e caduti recitando la laica preghiera sociale denominata “Avôt dal Fogolâr Civic” e dedicata “Ai muarts pe patrie te Europe aquileiese”: “Lum nestre di vite, fâs che tes venis de nestre memorie mai no si sfanti il ricuart di chel sanc nocent e gloriôs spandût jù pai secui in tantis Termopilis su cheste crosere antighe di Europe che e ten par sô mari Aquilee regjine, nobil umôr tornât indaûr a Mediterani e Mâr Neri, grim de sô liende prime, dutune cun aghis che a smontin rampidis dai crets vuardiâts des stelis alpinis”. Bandiere inclinate tra la delegazione fogolarista intervenuta alle onoranze sul sedime della scomparsa chiesa castellana di San Rocco, rappresentanza composta dalla vicaria prof.ssa Renata Capria D’Aronco, dalla caposezione sig.ra Marisa Celotti, dalla decana maestra Manuela Bondio e dalle consigliere sig.ra Paola Della Vecchia, dott.ssa Marisanta di Prampero de Carvalho, sig.ra Rosa Masiero. La prof.ssa D’Aronco, anche presidente della cittadinanza udinese riunita in arengo, ha ringraziato il presidente per l’unicità della sua dedizione al ricordo di fatti salienti, dolorosi ed epici della storia friulana ma incredibilmente non conosciuti o dimenticati dai più. Un apprezzamento anche per l’opportuna scelta del luogo, associato al Milite Ignoto, è venuto dalla dott.ssa de Carvalho, storica assessora comunale alla Cultura della Città di Udine, la quale ha oltretutto auspicato una promozione anche scolastica di un primo approccio con le fonti storiche custodite negli archivi pubblici e privati del territorio. Le rimembranze, dunque, di questo “Mai Civic Furlan 2022”, dedicato alle memorie patriottiche guerresche della Friulanità – “‘Campo di Maggio’ della memoria friulanista come l’ha definito il prof. Travain – si sono concluse con un “vin d’honneur” a Palazzo di Prampero, grazie all’ospitalità del proprietario, il sodale prof. Pietro Enrico, scienziato di fama internazionale, erede di plurisecolari tradizioni familiari di difesa della sempre amatissima Patria del Friuli. “Il ricordo dei nostri antenati o predecessori che si batterono per difendere questo loro ‘piccolo compendio dell’universo’ deve animarci a lottare ogni giorno per un bene comune costantemente minato!” ha concluso il leader dei fogolaristi udinesi, il quale non a caso, per tali ricordanze, ha scelto l’“acropoli” cittadina, rivelatasi il più grande tumulo artificiale d’Europa, tomba o mausoleo di chissà quale guerriero il cui ricordo sfuma nelle nebbie della Protostoria.

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