EuroAquileienses 09.07.2022/II (it)

Comunicato FOGOLÂR CIVIC alla stampa italiana – Udine, 9 luglio 2022

EVVIVA OGNI FORMA DI FAMIGLIA IN GRADO DI REGGERE, UNIRE E MOBILITARE LA SOCIETÀ!”

Riflessioni del presidente del Fogolâr Civic prof. Travain, in occasione del 40° di matrimonio dei suoi decani sociali ovvero la maestra Bondio e l’educatore Pidutti del Borgo Sole di Udine: “Il vostro modello di nucleo sociale, vero propulsore di comunità, indica la missione non egoistica, familistica, dello stare insieme ma la sua migliore vocazione civica, orizzonte supremo di ogni nesso umano!”.

A voaltris doi che no vês doprade la false scuse de famee unide par discjolile de societât ma par fânt un stombli di vite civiche”: nella dedica per il quarantennale di matrimonio, fatta il 9 luglio 2022, dal presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, prof. Alberto Travain, ai coniugi Manuela Bondio ed Eugenio Pidutti, decani fogolaristi, residenti a Udine, in San Domenico, nel Borgo Sole, si evidenzia tutto l’apprezzamento per il raggiunto raro traguardo, cui la famiglia cosiddetta tradizionale oggi anche in Friuli a fatica approda, causa innanzitutto principi assolutamente e sciaguratamente tramontati di lealtà, coesione e sacrificio, per non dire di vero affetto. Il “tribuno” civista udinese ha inoltre sottolineato un altro aspetto ossia il dimostrato superamento dell’egoistico modello borghese, familistico, teso a isolare superbamente la famiglia dalla comunità, a farne cellula stagna, chiusa alla condivisione con la società del contesto e tiepida anche nelle amicizie. “Questo certamente non sono stati i nostri Manuela ed Eugenio: lei, maestra lombarda, valtellinese; lui, friulano, poliziotto prima, educatore poi, di remote origini sandanielesi. Esempio entrambi non solamente di unione coniugale ma anche di amore per il territorio, per la sua gente compresi gli immigrati, per le sue lingue… Orgogliosi entrambi di avere una profonda radice nella Storia a benedire la loro oramai quarantennale unione: ‘Jo no soi furlane ma aquileiese!’ ricorda spesso, in una splendida lingua friulana la maestra Manuela, mai dimentica dell’appartenenza delle sue vallate lombarde al grande Patriarcato friulano imperante per oltre un millennio tra la Svizzera e l’Ungheria, mentre Eugenio ama rimembrare la basilica ‘aquileiese’ di Sant’Eufemia, gemella di quella gradese, sull’Isola Comacina! Questa loro festa del quarantesimo di un sempre più raro nucleo familiare solido nella nostra Udine e nel nostro Friuli, ci fa schierare immancabilmente dalla parte di chi considera la famiglia, in ogni sua forma ma costituita su basi salde di fiera lealtà e solidarietà, base capitale per la coesione e per lo sviluppo del consorzio umano. Se di fatto oppure di diritto, se eterosessuale oppure omosessuale, se aggregato intimo o comunanza estesa d’interessi e d’intenti, non fa differenza: allo Stato laico, supremo garante del bene comune, devono interessare le garanzie effettive di tenuta di un nucleo sociale, che non si fondano solamente sul dato economico ma su principi di resilienza dell’unità nella diversità, baluardo sommo di un’Umanità libera e pronta a dare battaglia a chi ne minacciasse non il capriccio bensì il diritto alla felicità!”.

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