EuroAquileienses 10.01.2022/I (fur)

Note FOGOLÂR CIVIC pe stampe taliane – Udin, 10 Zenâr 2022

SCHIAFFO CIVISTA FRIULANO ALLA TIRANNIA ITALIANA SOTTO LA STATUA UDINESE DI ERCOLE

Il dichiarato numero esiguo dei no vax e la loro segregazione non giustifica, ora, l’aumento dei contagi e nemmeno l’imposizione di un vaccino rivelatosi pericolosamente falso scudo di protezione sociale”: così il presidente del Fogolâr Civic durante un privato brindisi in piazza “alla sconfitta del Governo divisivo ed alla tenacia dei resistenti!”.

Si è trattato di un privato brindisi, con sana grappa forogiuliese, nell’anniversario della marcia su Roma di Giulio Cesare contro una repubblica ridotta a tirannide. Nel giorno dell’entrata in vigore di alcune ulteriori restrizioni nei confronti dei cittadini legittimamente contrari al cosiddetto vaccino o terapia indicata con tale nome, restrizioni implicanti la loro progressiva emarginazione dalla vita sociale, come, ad esempio, il bando dai locali pubblici, un manipolo di cittadini, amici personali del presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, prof. Alberto Travain, ha voluto condividere con lui il gesto guascone e goliardico ma politicamente pregnante di “brindare alla sconfitta di un Governo indotto ad imporre per decreto una particolare ‘vaccinazione’ che è stato incapace di ottenere attraverso mesi d’incoerente opera di persuasione e di ricatto economico ed occupazionale dei lavoratori”. Così, sotto la statua udinese di Ercole “Florean”, simbolo storico della forza e della tenacia, con ai piedi il rosso vessillo “da guerra” della Friulanità – il mantello di Cesare, padre del Friuli, e l’aquila giovia delle legioni popolari di Mario – il “tribuno” fogolarista ha levato il calice “al dio Dioniso, nume dei ribelli dell’Antichità, perché, in questo caso, i ribelli, i discriminati, hanno vinto, con la loro irriducibilità, fatta oggetto di scherno e di persecuzione. Un’amarissima, tragica vittoria, sancita dal dichiarato aumento esponenziale dei contagi causa Covid nonostante la progressiva segregazione dei no vax e l’avanzante somministrazione vaccinale, che, a detta dello stesso Presidente della Repubblica, avrebbe raggiunto la quasi totalità degli italiani. Serve, allora, imporre un vaccino a quattro gatti. E se quei quattro gatti sono davvero così pericolosi per i vaccinati, a che serve il vaccino? Ma in che mani siamo? Io brindo, quindi, alla sconfitta di un Governo che ha preferito vergognosamente dividere gli italiani attorno all’esercizio di una libera scelta per poi addirittura appoggiarne una fazione e screditarne e segregarne l’altra, piuttosto che assumersi la responsabilità legale d’imporre un vaccino serio e di risponderne circa le conseguenze, imposizione cui si accinge ora, sempre irresponsabile legalmente, non essendo riuscito a piegare la tenacia dei resistenti e nonostante l’ogni giorno di più evidente inefficacia dei vaccini somministrati che non risparmia un altrimenti inspiegabile incremento del morbo!”. Sono intervenute, anche con un proprio pregnante contributo di riflessione, significative figure dell’impegno civile e socioculturale udinese: dalla prof.ssa Renata Capria D’Aronco, nome eminentissimo del civismo cittadino, al chimico Victor Tosoratti, poliedrico ed apprezzato esponente di quello stesso mondo e di quello sportivo. Lo stesso dicasi innanzitutto della qualificata e gradita comparsa della maestra Manuela Bondio, dell’educatore Eugenio Pidutti e della promotrice culturale sig.ra Laura Zanelli.

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