EuroAquileienses 10.10.2021/I (en)

FOGOLÂR CIVIC press release (to the Italian press) – Udine, 10 October 2021

NON TUTTI I FRIULANI, GRAZIE A DIO, OBBEDISCONO!”

Partecipando alla grande manifestazione popolare locale organizzata dal gruppo “Costituzione in azione”, anche il movimento civista friulano del Fogolâr Civic ha manifestato a Udine il suo dissenso nei confronti del Governo e dello Stato italiani in ordine alle politiche liberticide di contrasto alla pandemia Covid. Il presidente fogolarista prof. Alberto Travain: “Oggi è nostro dovere essere qui a difesa dei lavoratori e dei cittadini minacciati nei loro diritti fondamentali in una sedicente ‘Repubblica democratica fondata sul lavoro’!”.

Ritenevamo sacrosanto dovere spiegare anche la nostra aquila con la rosa in petto in seno all’odierna protesta civica contro il Governo liberticida italiano: a rappresentare una volta di più che non tutti i friulani, grazie a Dio, obbediscono e soprattutto che, anche in Friuli, esiste qualcosa di superiore al miserabile orticello egoistico ossia il voltairiano – attribuzione erronea – principio del battersi affinché il prossimo possa esprimersi diversamente da noi!”. Anche qualificata rappresentanza del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” ha partecipato alla manifestazione udinese, promossa dal comitato spontaneo “Costituzione in azione”, venerdì 15 ottobre 2021, contro il Green Pass, corteo splendido, variopinto, con varie migliaia di persone, di ogni età ed estrazione, in strada, nel centro del capoluogo friulano. Fazzoletto sociale al collo, fieramente in corteo il presidente fogolarista prof. Alberto Travain, le caposezione sig.ra Anna Rosa Caeran e sig,ra Marisa Celotti, i sodali storici maestra Manuela Bondio e sig. Pietro Maria Crestan. “All’inizio di questa sciagurata vicenda del Covid ho sostenuto personalmente l’importanza di una civica cooperazione con il Governo al fine di isolare e sconfiggere il virus attraverso pratiche sociali serie di prevenzione ed un vaccino altrettanto serio ovvero al di sopra di ogni plausibile sospetto di conseguenze fors’anche invasive sull’organismo umano. Amaramente ho dovuto constatare che quella serietà che auspicavo, quell’oggettività garante del ‘bonus civis’, non si è configurata. Strampalate disposizioni, dubbie assicurazioni, ma innanzitutto l’astuzia di un Governo che attraverso la vaccinazione diffusa ha raccolto una militanza di sostenitori spesso intolleranti verso chi rivendica il diritto di compiere un’altra scelta. Pensare che i vaccinati possano essere solidali con chi rifiuta il vaccino è utopia. Il Governo e i partiti che lo sostengono hanno diviso furbescamente il popolo italiano, le famiglie italiane, sino a fomentare una ‘guerra fredda’ civile tra Guelfi e Ghibellini novelli, che ha certo potuto trovare sponda nell’allentamento effettivo dei vincoli di coesione e solidarietà che, a differenza dell’egoismo, oramai da anni vanno scemando capillarmente in tutto il Paese”. Ecco il commento del leader fogolarista, il quale ha soggiunto: “Scelta di comodo da parte nostra oggi poteva essere quella di perseverare più o meno convintamente nella fiducia in quella civica cooperazione con le autorità governative che s’è detto. Ebbene, questo è il momento, invece, di mettersi di traverso, il momento della Resistenza contro antifascismi – spesso di maniera – ora fascistizzati, intolleranti e liberticidi, che si fanno forti di una falsa morale del senso civico inteso non come comune impegno, pur differenziato, vario, plurale, a condividere la lotta, ad esempio, ad una qualche pandemia incombente, ma come adesione diffusa ad un dogma, quello vaccinale, scientifico e politico, adesione assunta ad unico parametro di civile convivenza, oltre al quale vi è l’alternativa, oggi in qualche modo punitiva, dei tamponi. È serio e merita rispetto uno Stato che impone un Green Pass obbligatorio per i lavoratori allo scopo di esasperarli e di condurli a fare un vaccino di cui esso non si fida, tanto da far firmare una liberatoria a tutti coloro che vi si sottopongono? Non c’è nulla da fare: questa è una guerra di religione, non più materia di raziocinio! Una guerra di religione studiata ad arte da un Governo che, per evitare d’imporre il vaccino e di questo assumersi la responsabilità legale e politica, compresa una possibile rivolta popolare, ha astutamente costituito un blocco sociale a proprio favore aggregando, mese dopo mese, un fronte di vaccinati volontari convinto della propria civica ortodossia e poco propenso a garantire la stessa libera volontà a coloro che non condividono la medesima opzione vaccinale nella lotta comune alla pandemia o comunque alla situazione creatasi. In un’Italia in cui è garantita la libertà educativa dei genitori, con tutte le possibili le ricadute negative in materia di coesione e convivenza civile a carico della collettività, non è garantita, non è rispettata, la libertà di scelta sanitaria! Gran bel Paese! La distinta signora anziana che, a Udine, affacciata al balcone del suo condominio, ha saputo mostrare il dito medio alla fiumana dei ‘disobbedienti’ civili sfilante in strada, animata dai legittimi slogan dei nostri studenti, inneggianti a ‘studio e lavoro senza passaporto’, ha pur scurrilmente rappresentato il livello di frattura che questo scontro, politicamente fomentato dall’alto, sta producendo in una società già molto debole culturalmente, soprattutto in tema di cultura civica, che non significa per forza di cose obbedienza agli ordini ma intercomprensione tra componenti della stessa comunità e messa al bando degli egoismi invece imperversanti! È disarmante sentir motivare la propria mancata solidarietà al diritto di protesta dei ‘disobbedienti’ con la semplice argomentazione d’aver fatto un’altra scelta di campo ossia di essersi vaccinati. Povero pseudo-Voltaire, che credeva nella nobiltà d’animo di un’Umanità pronta a battersi per il diritto di scelta ed espressione di chi la pensa diversamente da noi! Povera civiltà europea, in Italia, in Friuli, senza più basi solide, ideali, culturali, per farsi coagulo di comunità armoniosa, affiatata e garante delle sue componenti!”. Il presidente del Fogolâr Civic oltreché del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” si è vivamente congratulato con la delegazione sociale convenuta – idealmente presente la vicaria prof.ssa Renata Capria D’Aronco, anche prefetto del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, Cipro, Rodi, Malta e San Pietroburgo e presidente del Club per l’Unesco di Udine, impossibilitata a partecipare alla rappresentanza in corteo, insieme alla referente dell’associazione culturale “Giulietta e Romeo in Friuli”, sig.ra Laura Zanelli, sodale anch’ella del cenacolo civista – e ha concluso dicendo: “Moralmente non perdoneremo a questo Stato l’incredibile oltraggio ad onorate carriere indotte a concludersi e ad annose occupazioni affossate, sacrificate vergognosamente al ricatto di un’omologazione ai comandi bislacchi di un Esecutivo che tanta divisione ha seminato o rinfocolato tra il popolo italiano per evitarne la reazione compatta contro un obbligo imposto d’autorità!”. 

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