EuroAquileienses 11.01.2023/I (en)

FOGOLÂR POLITIC press release (to the Italian press) – Udine, 11 January 2023

POPOLO CHE CONTA IN REGIONE CHE CONTA NEL CUORE D’EUROPA: QUESTO IL FRIULI VENEZIA GIULIA DI FOGOLÂR POLITIC

Presentati gli indirizzi programmatici del nuovo soggetto politico friulano, emanazione del movimento ultratrentennale del Fogolâr Civic. Il coordinatore prof. Travain: “Questa Regione deve ripensarsi comunità, comizio e metropoli internazionale: lo vogliono il passato, il presente e il futuro dell’ultima marca friulana della Storia!”.

Concittadine e concittadini del nostro Friuli Venezia Giulia, in occasione di queste imminenti elezioni regionali, tra i tanti nomi che compariranno alla ribalta della politica, probabilmente non troverete, in prima persona, questo piccolo, nuovo, Fogolâr Politic, emanazione del trentennale movimento civista friulano del Fogolâr Civic. Non ci troverete, forse, direttamente ma ci saremo: saremo l’ombra di una coscienza popolare antica eppure modernissima; saremo il presidio di un’esperienza storica che dà profondità e peculiarità vere a un’identità friulana rivolta al futuro anche grazie a un passato di qualità che le fa da pungolo. Le nostre idee, testimoniate per lunghi decenni in campo neutro, spesso travisate, sovente obliate dai potentati che, a vario titolo gestiscono la vita sociale e istituzionale di questa nostra terra, saranno una sfida al confronto, una sfida al dialogo, con le forze politiche direttamente in campo. Ci misureremo, dunque, sulle idee e in base alle idee decideremo chi appoggiare. Quali sono, allora, le nostre idee per questo Friuli Venezia Giulia? Ebbene, in sessant’anni di Regione, mai siamo stati capaci davvero di dividerci e mai siamo stai capaci davvero di unirci: siamo solo stati capaci di distinguerci, di sottolineare le differenze ma senza coordinarle. Infatti, oggi, noi non siamo una comunità ma soltanto un crogiolo di differenze: un colpo di spugna ci spazzerebbe, senza difficoltà, dalla scena della Storia! Dobbiamo, quindi, reinventarci popolo, culturalmente reinventarci popolo: popolo non figlio di un incidente storico, di una realtà completamente strampalata, bensì dell’ennesima e forse non migliore riedizione di una marca friulana al confine nordorientale d’Italia. Questo un po’ è il Friuli Venezia Giulia! In questo crogiolo di differenze va rifondata una comunità. Una comunità che va rifondata sulla condivisione delle differenze stesse: non sulla loro ghettizzazione. Bisogna trasformare un’espressione geografica amministrativa in un popolo vero, non in un’accozzaglia di genti, ognuna per sé. Rifondare il Friuli Venezia Giulia sulla condivisione delle sue differenze, che sono il patrimonio comune di un progetto di popolo. Poi, se a quelle differenze vogliamo proprio dar corpo, allora decidiamolo democraticamente, attraverso un referendum, un plebiscito: la cosa comunque non ci entusiasma. Vorremmo un Friuli Venezia Giulia comunità culturalmente varia ma unita. E vorremmo un Friuli Venezia Giulia comunità politicamente sovrana e partecipe. Questo anche rivisitando istituti inediti di democrazia, di tribunato popolare, di cui l’esperienza ultramillenaria regionale friulana ha dato in Europa una testimonianza particolare. Pensiamo all’idea di un controconsiglio regionale degli amministrati vagliante quello degli amministratori… Qui siamo veramente ad un’agenda politica attuale dettata dalla Storia! E ancora – altro aspetto – vorremmo un Friuli Venezia Giulia cuore vero della Mitteleuropa, riedizione vera di quella che è stata Madre Aquileia. Su questi tre punti, noi pungoleremo la politica regionale. Non sul tema dell’unità nella diversità ma nella condivisione delle differenze, a formare un popolo ‘forogiuliano’, come definiva i primi regionali il longobardo Paolo Diacono. Un popolo nuovo ed antico ad un tempo. Un popolo radicato e molteplice. Un popolo coeso, forte, come lo vuole una modernità che travolge, scardina e divide i popoli, sia piccoli che grandi. E poi, non sul tema dellautonomia ma su quello di un’autonomia condivisa, partecipata, non delegata completamente e passivamente dai cittadini alla rappresentanza amministrativa, vorremmo puntare! Il Friuli non è solamente culla del primo parlamento in Europa ma anche quella del primo controparlamento popolare moderno del Continente… Ancora una volta, la Storia detta – contribuisce a dettare – l’agenda al presente, per un avvenire di riconosciuta, effettiva, dignità al Cittadino che, oggi, non è cosa prevalente e nemmeno molto rivendicata. Un popolo che conti in una regione che conti, nel cuore dell’Europa, e che sia anche nucleo di una rinnovata solidarietà o comunità internazionale, sentita dal basso, sulle orme e nel mito, laicamente inteso, radicante, aggregante, della primigenia metropoli alpino-adriatica di Aquileia. Suggestioni del passato, miti del passato, che si fanno incombenza per il presente e sogno lungimirante teso al futuro. Quindi, terzo punto, veramente imprescindibile e irrinunciabile, irriducibile, tra l’altro, a una neutra ed amorfa, collaborazione transfrontaliera, che finisce lì e non produce uno spirito di comunità internazionale come potrebbe e dovrebbe essere. Concittadine e concittadini del nostro Friuli Venezia Giulia, ci rivedrete: arrivederci, ‘a riviodisi’, ‘nasvidenje’, ‘auf wiedersehen’, ‘se vedémo’!”. Ecco una trascrizione del messaggio, diffuso da Udine, mercoledì 11 gennaio 2023, dal coordinatore di Fogolâr Politic “Europa Aquileiensis”, prof. Alberto Travain, illustrante alla cittadinanza in rete gli indirizzi programmatici proposti dal sodalizio politico friulano per le imminenti elezioni regionali nel Friuli Venezia Giulia. Tre, dunque, i punti fondamentali, nel 60° della Regione: rifondare la comunità regionale, attribuirle diritti partecipativi e farne raccordo internazionale. Particolarmente suggestivo ed ardito il concetto della condivisione – non della mera salvaguardia distinta – delle peculiarità dei territori a formare comune identità poliedrica di una regione il cui essere effettivamente l’unico compendio d’Europa ne costituirebbe davvero il tratto distintivo fondante, attualizzando anche l’ancestrale mito di fondazione rimandante all’eponimo Giulio Cesare. Singolari e attualissimi anche gli afflati rievocativo-rivendicativi di efficaci istituti di democrazia e sindacato civico ridotti a flebile memoria storica. Lo stesso dicasi per certa pulsione verso rinnovate aggregazioni transfrontaliere alpino-adriatiche, rivitalizzanti antichi legami nel gran nome di Aquileia… Su questi temi Fogolâr Politic darà battaglia e cercherà alleati, condivisori, seguaci, anche ben oltre le elezioni del 2023. “Siamo decisi a portare in politica questi argomenti e lo faremo senz’altro, in un modo o nell’altro!” ha affermato, deciso, il prof. Travain: “Questa Regione deve ripensarsi comunità, comizio e metropoli internazionale. Lo vogliono il passato, il presente e il futuro dell’ultima marca friulana della Storia!”. E, da intellettuale devoto alla sua terra, ha voluto soggiungere un piccolo riferimento storico-artistico: “A mio parere l’ottocentesca litografia di Giuseppe Lorenzo Gatteri, raffigurante il medievale duca Berengario del Friuli salvato in battaglia dai triestini, costituisce forse la più vivida testimonianza di una storia tutta da rileggere e di una narrazione tutta da rivedere come orizzonte di un immaginario civile aggregante una regione composita ma intrinsecamente tutt’altro che incompatibile!”.

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