EuroAquileienses 11.09.2021/I (fur)

Note FOGOLÂR CIVIC pe stampe taliane – Udin, 11 Setembar 2021

ULTIMO PORTABANDIERA DELLA PRIMA MITTELEUROPA”: CONVEGNO DI STUDI SU MARCO DI MORUZZO

Partecipatissimo simposio dedicato all’alfiere friulano che pagò con la vita, seicento anni or sono, il suo deciso rifiuto di sottomettersi ai Veneziani invasori. Il tutto nel quadro di un progetto transfrontaliero presieduto dal Comune locale e finanziato dalla Regione. Primo partner: Academie dal Friûl Fogolâr Civic tra i sostenitori. Il presidente dei due sodalizi, prof. Travain: direttore scientifico.

Sabato 11 settembre 2021, presso la sede municipale della località di cui portava il titolo signorile, ha avuto luogo un partecipatissimo convegno di studi dedicato a “Marco di Moruzzo: l’ultimo portabandiera della prima Mitteleuropa” ossia la metropolia aquileiese, a seicento anni dall’estremo supplizio di quello che fu l’ultimo eroico alfiere della Chiesa-Stato di Aquileia. Il tutto nel quadro di un progetto culturale transfrontaliero intitolato “Nelle terre di Marco di Moruzzo”, promosso dall’Amministrazione locale con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e della Fondazione Friuli; con il partenariato del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”; dei Comuni di Faedis, Rive d’Arcano, Ragogna, Martignacco e Fagagna; del Liceo Scientifico Statale “Giovanni Marinelli” di Udine; dell’Istituto Comprensivo di Majano e Forgaria; dell’Ente per il Turismo della Città di Buie (Istria – Croazia) e della Pro Loco Moruzzo; con il supporto dei Comuni di Majano e Pagnacco; dell’Università dell’Età Libera di Moruzzo “Cora Slocomb di Brazzà Savorgnan”; del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”; dell’Università Popolare Aperta di Buie (Istria – Croazia); dell’Assemblea Civica Partecipativa Udinese “Arengum/Arengo/Renc” e del Club per l’Unesco di Udine. In apertura, indirizzi di saluto del Sindaco di Moruzzo, dott.ssa Albina Montagnese, nonché delle rappresentanze istituzionali e sociali coinvolte. Hanno preso, perciò, la parola il primo cittadino di Fagagna, sig. Daniele Chiarvesio; il vicesindaco di Martignacco, sig.ra Antonella Orzan; la presidente della Commissione Cultura del Consiglio comunale di Udine, prof.ssa Elisabetta Marioni, delegata del sindaco prof. Fontanini; e, ancora, il presidente dell’ARLeF – Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane, dott. Eros Cisilino; la presidente dell’Arengo riformato e del Club per l’UNESCO di Udine oltreché vicaria di Fogolâr Civic e Academie dal Friûl, prof.ssa Renata Capria D’Aronco; infine, il prof. Maurizio d’Arcano Grattoni, membro del grande casato del personaggio e generosissimo apportatore di documenti preziosi, tratti dall’archivio familiare della Brunelde. Il convegno, moderato dal noto giornalista sig. Carli Pup, è stato introdotto dal direttore scientifico del progetto, prof. Alberto Travain, che ne ha subito sottolineato la portata storica per quanto concerne l’identità friulana e mitteleuropea originaria, approdo o ancor meglio tappa di un significativo percorso di ricerca incidente sulla percezione dell’appartenenza al nesso regionale ed internazionale raccordati dall’antica metropoli patriarcale Aquileia. La prima relazione, intitolata “‘Banderarius erat ecclesie Aquilegiensis’: l’ultimo irriducibile portabandiera patriarchino al crepuscolo del Friuli indipendente”, è stata tenuta dal locale giovane laureando sig. Daniele Lizzi, che, nell’ambito di tale progetto, ha curato lo studio biografico della figura di Marco di Moruzzo. È seguito l’intervento dell’artista arch. Luigino Peressini, dal titolo “‘Europa aquileiensis’ ossia la rappresentazione spaziale di una civiltà: l’originale sfida di un disegnatore friulano”, intervento dedicato all’inedita realizzazione di una grande mappa, suggerita e supportata dal prof. Travain, di tutta quell’area di civiltà mitteleuropea presieduta un tempo da Aquileia, una Mitteleuropa aquileiese, variamente richiamata dall’insegna che l’irriducibile alfiere moruzzese, a costo della vita, rifiutò di cedere, sei secoli or sono, all’invasore veneziano. Insegna alla cui storia si è riferito, poi, il contributo dell’intellettuale primo promotore contemporaneo della riscoperta e della valorizzazione del personaggio, da decenni intento perseguito al timone dei tenaci sodalizi Academie dal Friûl e Fogolâr Civic. Titolo della relazione del prof. Travain, frutto di primo organico studio concernente il vessillo oggi intitolato alla Friulanità: “‘Une acuile d’aur tal cîl turchin…’. Appunti per una storia dell’insegna cui restò fedele l’ultimo alfiere dell’Europa aquileiese”. È seguito dibattito culturale, con riflessioni e domande dal pubblico, in una sala consiliare gremita. Sono intervenuti l’assessore alla Cultura del Comune di Moruzzo, sig. Renzo Driussi, che ha fattivamente coordinato il progetto; l’ospitale parroco don Luca Calligaro; il sig. Carlo Frisacco, in fiera rappresentanza, con il cugino Giorgio, della casata di Erasmo di Friesach, ultimo ostinato capitano patriarcale del Cadore contro i Veneziani, contemporaneo del Moruzzese; il dott. Franco Rota, apprezzato manager del progetto e figura eminente della società culturale triestina; il vicesindaco di Moruzzo, sig. Enrico Di Stefano, gran caldeggiatore dell’iniziativa. Tra i presenti, inoltre, la dott.ssa Giulia Tuveri, webmanager del progetto stesso; il direttore dell’ARLeF, dott. William Cisilino, convinto sostenitore dell’impresa; nutrita rappresentanza fogolarista udinese, con la segretaria sociale sig.ra Iolanda Deana e, tra sodali e simpatizzanti, lo studente Riccardo Cutrino, le signore Paola Brochetta, Anna Rosa Caeran, Marisa Celotti, Milvia Cuttini, Alessandra Madotto, Renata Marcuzzi, Rosa Masiero; e poi, il segretario dell’Academie dal Friûl, dott. Andrea Cantoni; lo storico amministratore comunale udinese prof. Giorgio Vello; il sig. Daniele Pagnutti, del Comitato civico di Santa Margherita del Gruagno.

Al termine del convegno, il prof. Travain ha chiamato a sé lo studente Leonardo d’Arcano, erede del grande casato degli antichi aquiliferi del Friuli, consegnandogli la bandiera patriarchina benedetta da Papa Francesco, nel 2014, in Piazza San Pietro, nelle mani del compianto don Tarcisio Bordignon, cappellano del Fogolâr Civic: è toccato al giovane, in rappresentanza ideale di un Friuli e di una Mitteleuropa proiettati verso l’avvenire ma con salde e orgogliose radici nella storia passata, aprire il civico corteo mossosi alla volta dell’antica pieve di San Tommaso, prescelto luogo di sepoltura dell’eroe, con spiegamento anche del grande stendardo aquileiese detto “Bandieron Vencjarut”, di gelosa proprietà del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, cimelio storico assolutamente prezioso del rinascimento identitario friulano contemporaneo, stendado retto da locale picchetto di volontari ANA. Giunti nella parrocchiale e deposto il grande stendardo a terra, sono stati resi gli onori civici all’irriducibile vessillifero di seicento anni or sono a mezzo solenne lettura di due eccezionali note memoriali d’epoca, fornite dal prof. d’Arcano e declamate dal prof. Travain, oltreché attraverso la deposizione, da parte del sindaco dott.ssa Montagnese, di floreale dedica al grato ricordo di un conterraneo così valoroso, naturalmente nei colori giallo e azzurro della bandiera di Aquileia e del Friuli. Di particolare emozione l’ingresso, nel tempio locale, dell’enorme e storica bandiera friulana, a riassumere i voti di gratitudine dell’antica nazione per quel valoroso figlio, suo ultimo alfiere e martire. Questo convegno – ha commentato a margine l’intellettuale udinese prelude alla pubblicazione di una raccolta di studi, documenti e proposte culturali assolutamente nuovi e particolarmente pregnanti, al punto da farne pilastro e volano ineludibile per gli sviluppi di una coscienza storica identitaria friulana ed ‘euroaquileiese’ transfrontaliera mitteleuropea. Ponderosa la biografia dell’alfiere Marco, curata dal laureando Lizzi, ed illuminata la sua trasposizione territoriale a scopi turistico-culturali ed identitari; straordinari i memoriali storici presentati dal prof. D’Arcano; copiosissime le attestazioni documentarie rilevate internazionalmente dal sottoscritto in ordine all’insegna aquileiese-friulana, il cui tratto e la cui vicenda, per la prima volta, si ricostruiscono in termini organici, pur lasciando ampio campo a future ricerche; inedita in assoluto l’esperienza che ho condiviso con l’arch. Peressini circa la concretizzazione artistica di una mappa di civiltà rappresentativa dello ‘spazio Aquileia’ nella storia d’Europa e dei suoi valori socioculturali. Che altro dire, se non che l’impresa, anche certo a causa delle restrizioni antipandemiche, è stata ardua, ma infinitamente affascinante e trionfalmente carica di trofei, che si dedicano all’auspicata miglior gestione dei beni culturali, in particolare civici ed identitari, di questa amata nostra piccola Europa affratellata dalle mute rovine di una metropoli aquileiese da non ridursi a mera archeologia oppure a centro di un non edificante turismo ‘mordi e fuggi’? Una nota d’orgoglio: il fatto che quello che si è configurato, oggi, come un impegno istituzionale, decisamente significativo, volto a promozione di una figura pressoché sconosciuta ma di paradigmatica levatura per l’identità del Friuli e delle aree contermini un tempo soggette alla Chiesa di Aquileia, nasce dalla trasognata cocciutaggine di decenni di umili studio e testimonianza sociale viva di una memoria che ancora molto può interpellare le menti e i cuori delle nostre genti!”. (Foto tratte dal sito www.marcdimurus.eu)

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