EuroAquileienses 12.06.2022/III (en)

FOGOLÂR CIVIC press release (to the Italian press) – Udine, 12 June 2022

RISCOPERTO, DOPO QUASI SETTE SECOLI, IL CAPITANO UDINESE CHE MORÌ PER BERTRANDO

Fogolâr Civic e Academie dal Friûl nella cripta del duomo di Spilimbergo per ricordare Federico Savorgnan e quanti difesero a spada tratta il Patriarca ucciso alla Richinvelda. Un mazzo di rose dal Castello di “Brazzà” sotto l’arca funebre di Walterpertoldo. Il presidente sociale prof. Travain: “Rendiamo giustizia ad un sacrificio dimenticato!”. L’arch. Pirzio-Biroli: “Emozione indescrivibile!”.

“‘In carceribus crudelissime suum diem vite sue conclusit extremum’: altro che friulani tutti responsabili della morte del Patriarca Bertrando, come ce la raccontano certi dipinti nel duomo di Udine, dove si vedono, accomunati nella vergogna, congiurati assassini e cortigiani in fuga, all’evidente scopo di rappacificare le parti accomunandole nella contrizione! Vili fandonie! Noi udinesi con le armi in pugno abbiamo difeso il nostro patriarca: prova ne siano non solo i prigionieri, numerosi, caduti in mano avversaria, ma segnatamente la morte in prigione, nelle carceri della ribelle Spilimbergo, del nostro valoroso capitano Federico Savorgnan, liberatore di Cortina e del Cadore, storico comandante dell’armata del Friuli Centrale, gravemente ferito alla Richinvelda per cui ‘si spense crudelmente in cella’ come raccontano le cronache del tempo!”. Così, con la sua usuale passione storico-civile, il presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, l’udinese prof. Alberto Travain, per la prima volta ha ricordato sul posto, dopo quasi sette secoli d’incredibile oblio, la funesta fine di un grande generale e politico friulano del Basso Medioevo “cui nemmeno il Nuovo Liruti ossia il contemporaneo grande Dizionario biografico dei Friulani dedica una voce”. Domenica 12 giugno 2022, infatti, reduci dalla Rinchinvelda, dove si erano recati per presenziare alla solenne celebrazione eucaristica in lingua friulana commemorativa del Beato Bertrando, il prof. Travain e l’illustre sodale fogolarista arch. Roberto Pirzio-Biroli, rappresentante di Casa Savorgnan, hanno raggiunto il duomo di Spilimbergo, dove, nella cripta, sotto l’arca funebre di Walterpertoldo, signore del luogo e fiero nemico dei Patriarchi, tra i principali congiurati all’epoca e plausibilmente tra i primi responsabili dell’uccisione del principe-vescovo oltreché della morte del Savorgnan, hanno deposto un mazzetto di rose rosse tratte da Castel Savorgnan di Brazzà, quelle celeberrime della contessa Cora, simbolo di gente e di una terra tenaci “in cui le rose fioriscono con la neve”, insieme a un biglietto con scritto, in “marilenghe”, “Par Fidrì Savorgnan, braure di Udin, muart chi in pereson par vê difindût là de Richinvelde il so patriarcje Beltram ai 6 di Jugn 1350, chei dal Fogolâr Civic”. Un omaggio alla lealtà sino al sacrificio; alla disperazione abbandonata dal Cielo; ad un udinese di forte tempra che, non più giovanissimo, verosimilmente sfoderò la spada per fare scudo al nonagenario ma indomito suo patriarca. Un momento, quindi, di enorme emozione. “Presso il sarcofago di Walterpertoldo di Spilimbergo, noi siamo, allora, ad onorare l’uomo che ne difese l’illustre vittima predestinata e il padre di chi lo costrinse alla resa. Infatti, il nobile spilimberghese, condottiero della fazione austriaca tra i feudatari del Friuli, venne sconfitto, quindici anni dopo la Richinvelda, proprio dal figlio di Federico, Francesco, il generalissimo vittorioso dei Friulani fedeli al Patriarcato” ha rimarcato il leader fogolarista udinese, che ha, però, inteso onorare, in un certo qual modo, anche la tenacia con cui il castellano locale sostenne le ragioni proprie e della propria parte contro Patriarchi le cui innovazioni oggettivamente andavano a intaccare, nel bene o nel male, preminenza e prestigio dell’antica nobiltà regionale nel governo del territorio. “Chiaramente, da udinesi e da civisti non possiamo riconoscerci in istanze aristocratiche né antiche né contemporanee ma la predilezione per una primazia autoctona sulle decisioni inerenti al Friuli non è cosa che ci lascia indifferenti, soprattutto se si trattasse di una primazia partecipativa, quindi democratica!”. L’iniziativa è stata pensata nel quadro delle rimembranze sociali spontanee dell’XI centenario della signoria savorgnana in Friuli, controversa vicenda di tiranni ed eroi sullo sfondo di un popolo combattuto tra ribellione ed adesione politica.

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