EuroAquileienses 12.07.2021/I (it)

Comunicato FOGOLÂR CIVIC alla stampa italiana – Udine, 12 luglio 2021

NUOVA AQUILEIA” CONFESSIONALE OPPURE “NEOUMANISTICA”?

Soddisfazione di Fogolâr Civic e Academie dal Friûl per l’assunzione del paradigma “neoaquileiese” da parte dell’Arcivescovo e del Sindaco di Udine in occasione delle solennità patronali dei santi Ermacora e Fortunato. Il presidente prof. Travain: “Noi sogniamo una ‘Nuova Aquileia’ udinese laica, poliedrica ed inclusiva sia riguardo al passato che in ordine al presente ed all’avvenire!”

Il nostro pluridecennale tam-tam sull’idea di una Udine ‘Nuova Aquileia’ pare oggi approdato, quanto meno a livello di slogan, di retorica pubblica, istituzionale, persino tra i ‘grandi’ della nostra piccola ‘Capitale’ friulana. Infatti, per la festa dei Santi Patroni Ermacora e Fortunato, protomartiri aquileiesi e protettori religiosi cristiani di Udine oltreché di Aquileia, dell’intero Friuli Venezia Giulia, compatroni di Lubiana e Venezia, ancora venerati dalla Carinzia all’Istria, ne hanno fatto cenno sia l’arcivescovo udinese mons. Andrea Bruno Mazzocato sia il sindaco della città prof. Pietro Fontanini. Certo, non esattamente nei termini intesi da noi, ma è giusto senz’altro che in questo paradigma di potente ma poliedrica efficacia evocativa ognuno possa trovare ciò che più gli aggrada. La distinzione che pare più evidente tra la ‘Nuova Aquileia’ udinese di ‘Vescul’ e “Sindic’ e quella del civismo locale euroregionalista interpretato dal movimento del Fogolâr Civic sta nel fatto che quest’ultima muove davvero da una lettura e verso un orizzonte fondamentalmente laici, non confessionali se non clericali. Per noi l’Aquileia da rinnovare, da ripensare, da rivisitare, non è solamente quella della grande stagione del Patriarcato religioso e civile ma anche la migliore Aquileia pagana, con i suoi valori ancestrali e le sue raffinatezze classiche, inaccettabili dalle medievali censure ecclesiastiche. Per noi vi è la grande Aquileia dei Patriarchi ma anche quella provinciale degli eretici e dei riformatori: vi è San Paolino ma anche Primož Trubar; e vi è Gesù Cristo, la Madonna, i Santi, ma, certo, anche Ercole, Beleno e Antinoo; vi è la grande matrice biblica giudaico-cristiana ma anche quella epica greco-romana. Una prospettiva ‘neorinascimentale’ la nostra, ‘umanistica’ nel senso più profondo del termine: nella nostra Udine ‘Nuova Aquileia’ vi è al centro l’Uomo e la Divinità vi è ammessa nei termini in cui l’Umanità ne sente l’innato bisogno!”. Così il prof. Alberto Travain, presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” nonché del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, a margine delle solenni celebrazioni eucaristiche dei Santi Patroni cristiani della città di Udine, il 12 luglio 2021, cui ha preso parte con qualificata rappresentanza sociale, intervenendo nel duomo cittadino con cinque insegne commemorative dei “quintieri” urbani (alfieri: sig.ra Anna Rosa Caeran, per il quintiere di Mercatovecchio; sig.ra Milvia Cuttini, per il quintiere di Mercatonuovo; sig.ra Marisa Celotti, per il quintiere di Aquileia; sig.ra Paola Brochetta, per il quintiere di Gemona; sig.ra Iolanda Deana, per il quintiere di Grazzano) ed un lungo stendardo civico rimandante al rinato Arengo partecipativo della cittadinanza e retto da significative figure della società civile del capoluogo storico friulano: dalle professoresse Renata Capria D’Aronco e Luisa Faraci alla maestra Manuela Bondio e all’universitario Daniele Lizzi; dai giornalisti Gianfranco Leonarduzzi e Laura Zanelli all’architetto Giuseppe Vacchiano, oltre alle signore Renata Marcuzzi e Rosa Masiero. Uno stendardo cosparso di rose, a ricordare il ventennale della proclamazione del Patriarca Bertrando a Patrono Civile della città ed il trentennale della campagna giunta a tale approdo. “La partecipazione comunque laica delle insegne sociali del movimento del Fogolâr Civic o Academie dal Friûl a queste celebrazioni solenni risale a ben prima che tanti labari dell’associazionismo popolare udinese facessero la loro comparsa in tale ricorrenza nella cattedrale. E visto che gli ultimi saranno i primi, ecco confermato l’antico motto!”. Questo il commento, in tono faceto, del presidente Travain, a margine delle solennità in parola: “Ricordo i tempi in cui solamente due gonfaloni, di fianco all’altare, rendevano omaggio alla Consacrazione: quello del Comune ed il nostro! Ancor oggi le nostre sono le uniche insegne che si inchinano alle note della sequenza “Plebs fidelis Hermachore”, antico inno del Patriarcato… E ricordo anche come, in quegli anni, già si era previsto di dedicare spontaneamente un momento laico alla festa patronale cittadina con un incontro presso la decisamente ‘alternativa’ statua di Ajace a Palazzo D’Aronco! Ecco, a quel momento si dovrà ripensare…”. Il leader di Fogolâr Civic e Academie dal Friûl ha espresso parole, infine, di apprezzamento per tutti i sodali collaboranti alla bella comparsa del Movimento in tale occasione, tra questi, non ultimo, il fotografo sociale sig. Attilio Calligaro.

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