EuroAquileienses 13.05.2022/I (it)

Comunicato FOGOLÂR CIVIC alla stampa italiana – Udine, 13 maggio 2022

DIANORA, ILLUSTRE SCONOSCIUTA IN UNA UDINE CHE PRODUCE CULTURA MA NON IDENTITÀ

Fogolâr Civic e Academie dal Friûl hanno ricordato l’obliato mito morale fondativo del “Zardin Grant” udinese, immortalato – si fa per dire – da Giovanni Boccaccio. Il presidente fogolarista prof. Travain: “Qui si fanno mostre, sagre ed eventi ma il passato resta estraneo al presente né mai ne innerva utilmente e profondamente il vissuto!”.

La più nota e bella dama udinese del Medioevo fu protagonista di una singolare leggenda letteraria di fedeltà e magnanimità premiate sulla quale i cosiddetti apici istituzionali e culturali locali mai hanno saputo o voluto investire nei più vari ambiti di promozione!”: questa la stoccata che, il 13 maggio 2022, il presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, prof. Alberto Travain, ha riservato all’Amministrazione ma anche al più vario associazionismo sedicenti promotori di cultura e di valorizzazione del territorio nonché alle scuole, che, anche in questo caso, mai hanno brillato, a giudicare dalla diffusissima ignoranza del caso non solo tra i discenti di ogni ordine e grado. Così, rievocando, presso la fontana di Piazza Primo Maggio, a Udine, il fantastico mito di fondazione del cosiddetto “Zardin Grant” cittadino, il cui primo cantore fu Giovanni Boccaccio, che ebbe a narrarlo nel suo Decameron proprio attraverso la bella novella dedicata a “madonna Dianora”, il presidente dei fogolaristi non ha solo compiuto il romantico gesto di lanciare una rosa nelle acque non limpide di quella fonte, commemorando popolarmente, per la prima volta, la magica genesi di tal “giardino pieno di verdi erbe, di fiori e di fronzuti albori, non altrimenti fatto che se di maggio fosse”, ma ha anche puntato il dito contro una città che, nel suo complesso, a detta dello stesso, non sa o persino non vuole valorizzarsi attingendo ad un patrimonio materiale e immateriale di beni culturali ed ambientali di chiare qualifica e rinomanza, tale da permetterle di caratterizzarsi identitariamente oltre al solito dato superficiale ed estemporaneo di mostre e sagre di varia portata ovvero di eventi pur di spessore e anche di levatura internazionale che, però, lasciano il tempo che trovano ossia non aggregano e caratterizzano la comunità: “Non si può affatto dire che a Udine non si faccia della cultura: non si fa identità ovvero cultura tradotta in vissuto e in condivisione elettiva di un passato e di un futuro oltreché di un presente! Questo manca ed è irriducibile ad un saltuario e manieristico friulanismo di circostanza!”. Presente rappresentanza sociale formata dalle caposezione sig.ra Paola Brochetta e sig.ra Marisa Celotti oltreché dai decani maestra Manuela Bondio e sig. Eugenio Pidutti insieme agli altri consiglieri sig.ra Anna Rosa Caeran, sig. Giuseppe Capoluongo, sig.ra Rosa Masiero, dott.ssa Maria Luisa Ranzato e sig.ra Paola Taglialegne. Altro richiamo alla riflessione antropologica su radici e sviluppi del consorzio umano, sociale e civile, che il mese di maggio, tradizionalmente celebrativo della primavera, quindi della rinascita della natura e della comunità, ha voluto suggerire ai sodali del Fogolâr Civic, sempre attenti a un dato di fondo della civiltà occidentale di oggi: l’allentamento, innanzitutto culturale e morale, del nesso e dello spirito civici.

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