EuroAquileienses 14.01.2022/I (it)

Comunicato FOGOLÂR CIVIC alla stampa italiana – Udine, 14 gennaio 2022

UN VERO FRIULANO SI TROVA SEMPRE TRA DUE BANDIERE!”

Annuale omaggio del civismo culturale udinese fogolarista all’arca del frate pordenonese che portò il Cristianesimo europeo in Estremo Oriente. Il presidente di Fogolâr Civic e Academie dal Friûl, prof. Travain: “Importante la capacità di mediare tra le culture ma di serbare sempre la propria!”.

Un vero friulano si trova sempre tra due bandiere, a cavallo tra le più varie frontiere in cui si divide l’Umanità: è nella sua natura di figlio e cittadino di un crocevia irripetibile di mondo essere irriducibile entro confini e schemi assoluti ed esclusivi. Così, la bella effigie del Beato Odorico da Pordenone ovvero del Friuli, come si firmava, raffigurato nell’arca artistica che, da secoli, contiene le sue spoglie, oggi custodita nella cinquecentenaria chiesa udinese della Beata Vergine del Carmine: un frate che regge due bandiere ovvero l’Occidente e l’Oriente, poiché predicò la religione cristiana, tratto fondante della civiltà comune europea, in un Lavante estremo percepito nel nostro Medioevo come qualcosa di assolutamente remoto e favoloso. Egli portò, quindi, l’Europa in Asia convinto di dare spiritualmente un contributo positivo a popolazioni d’altra cultura e religione. Rischiò, come è scontato per chiunque, anche con buon intento, cerchi di introdurre nuove idee e costumi dove albergano altre civiltà e mentalità intorno alle quali si sono costruiti equilibri, interessi e poteri correlati. Fu coraggioso, armato di quel pensiero possente che è la fede e la preghiera. Patrono dei ferrovieri oltreché apostolo della Cina e dell’Estremo Oriente, fu assunto come protettore celeste anche dal vecchio Coordinamento Civico Udinese ‘Borgo Stazione’, presidio civista nel quartiere più multietnico della Capitale del Friuli Storico. Ricordo la particolare e sincera devozione per il personaggio sempre manifestata dalla compianta e indimenticata coordinatrice sig.ra Francesca De Marco. Una figura ed una vicenda, quelle di Odorico, che certo si prestano alle più varie ed attualizzanti interpretazioni ed ovviamente strumentalizzazioni. Fu, potremmo dire, un mediatore culturale ma con l’intento, come missionario, di affermare un credo a discapito di altri, di portare il Cristianesimo dove non esisteva o dove faceva solo capolino. Fruì facilmente di una tolleranza, di un pluralismo culturale e religioso ammesso dagli Imperatori cinesi e quasi inesistente nell’irregimentata Cristianità europea. Chissà che fine avrebbero fatto eventuali missionari asiatici di una qualche religione levantina qualora fossero approdati ai nostri lidi! Sbaglia chi vorrebbe usare la figura di Odorico come vessillo di multiculturalismo. Nel multiculturalismo orientale egli trovò accoglienza e poté esplicare la sua missione, ma la sua predicazione, se coerente con il modello religioso invalso nell’Europa del suo tempo, non sarà stata, se non per tattica, troppo incline al pluralismo. Certo, l’Europa medievale cristiana tollerò ma non troppo gli ebrei e ancor meno gli islamici, salvo casi eccezionali di governo illuminato e non soggetto agli ordini della Chiesa come quello di Federico II, re di Sicilia e imperatore romano-germanico. In ogni caso, non va dimenticato che, comunque la si voglia prendere, l’opera missionaria di una religione non può non essere anche un’ invasione di campo altrui. Comunque la si voglia mettere. Con il soccorso variamente inteso e variamente dato alle popolazione più remote camminavano e camminano delle idee, idee confortanti ma potenzialmente anche destabilizzanti i contesti e i sistemi abbordati, potenzialità, però, disinnescata nel Cristianesimo giunto al potere e relegata ad orizzonti onirici di fraternità egualitaria approdabili solamente nell’Oltretomba, a garanzia dell’ordine costituito nel mondo. Con questo, senz’altro, il più sincero omaggio al nostro conterraneo, friulano-austriaco di Pordenone con origini, pare, boeme, come mille origini hanno i veri friulani, fiore del più vario giardino d’Europa! ‘Beât Durì, citadin dal mont ma cu la tô identitât specifiche, vuarde il nestri pas!’”. Così, in chiave laica ma non meno devota verso i trapassati, il presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, prof. Alberto Travain, ha commemorato il Beato Odorico da Pordenone ovvero del Friuli (1285 circa 1331), venerdì 14 gennaio 2022, presso la sua splendida arca medievale, opera di Filippo de Sanctis, nella cinquecentenaria chiesa udinese del Carmine: “se ne decise la costruzione proprio mezzo millennio fa” ha ricordato il professore. Presente qualificata rappresentanza del civismo udinese fogolarista. La vicaria del movimento, prof.ssa Renata Capria D’Aronco, ha sottolineato come la figura del Beato Odorico sia paradigmatica anche nell’ottica ONU relativa alla Decade Internazionale per il Riavvicinamento delle Culture (2013-2022). Intervenute anche la caposezione del quintiere sociale udinese di Aquileia, sig.ra Marisa Celotti, e quella del quintiere di Gemona, sig.ra Paola Brochetta, oltre alle consigliere movimentali maestra Manuela Bondio, sig.ra Paola Della Vecchia, sig.ra Rosa Masiero e sig.ra Paola Taglialegne. Messaggi di partecipazione dalla caposezione fogolarista del quintere di Mercatonuovo, sig.ra Milvia Cuttini, e dalla consigliera sig.ra Laura Zanelli. Il presidente prof. Travain ha reso gli onori sociali con il tocco dell’arca. Infine, foto di rito, con la bandiera cesariana del Friuli. In serata, il leader fogolarista udinese ha presenziato, su gradito invito, alla solenne celebrazione eucaristica dedicata alla memoria del Beato.

Precedente EuroAquileienses 14.01.2022/I (en) Successivo EuroAquileienses 14.01.2022/I (fur)