EuroAquileienses 14.07.2021/I (fur)

Note FOGOLÂR CIVIC pe stampe taliane – Udin, 14 Lui 2021

VENT’ANNI DI PROMOZIONE DEL MITO CIVICO DI GIULIO CESARE NEL SUO “FORUM IULII”

Paladino del popolo contro una repubblica divenuta tirannide e leggendario padre di un compendio d’Europa ai piedi delle Alpi Giulie: così Fogolâr Civic e Academie dal Friûl hanno riproposto dal 2001 l’immagine sociale della matrice che ha dato il nome alla terra friulana ossia a quel territorio del “Forum Iulii”, unica regione storica al mondo e oggi rinnovata nel Friuli Venezia Giulia, intitolata all’effettivo fondatore del cosmopolita impero romano. Il presidente dei due sodalizi promotori, prof. Travain: “Nella scelta delle radici stanno coscienza e destino di un popolo!”.

Alla cortese attenzione del Sindaco di Cividale del Friuli dott.ssa Daniela Bernardi / Oggetto: 13 luglio 2021 – 2121° genetliaco di Giulio Cesare e ventennale delle celebrazioni popolari spontanee del padre del Friuli, compendio d’Europa, a Cividale del Friuli / Pregiatissima, la presente per informarLa che, stasera, alle ore 18 circa, una piccola delegazione del movimento in epigrafe renderà privatamente omaggio alla statua di Giulio Cesare a Cividale del Friuli, nel giorno del compleanno dello statista, nato il 13 luglio 100 a.C., e nel ventennale delle sue locali celebrazioni spontanee quale padre di un Friuli compendio d’Europa. Nel 2001, infatti, detto movimento avviava nella Sua città il costume dell’annuale commemorazione del Padre della Patria non come antemurale d’Italia contro i barbari ma come aggregatore delle genti d’Europa in questo suo crocevia irripetuto. L’iniziativa ha coinvolto negli anni scuole ed istituzioni ed ha registrato generalmente la cortese accoglienza delle passate Amministrazioni cividalesi. S’è, poi, ritenuto di lasciare il campo all’iniziativa cittadina locale e di celebrare Giulio Cesare a Udine, ultima capitale del Friuli, in cima al colle castellano il cui mito rimanda al ricordo della Rocca Giulia. A vent’anni da quel 2001, desideriamo rinnovare il gesto che tante volte abbiamo rinnovato, deponendo ai piedi della statua di Cesare 27 rose come gli Stati UE, nel mitico cuore culturale d’Europa cui ci rimanda la leggenda medievale di fondazione cesariana locale. Senza pretendere una Sua presenza, si augura a Lei e alla Sua comunità sempre maggior sprone dalla grande storia di cui siamo eredi. Ritenendo di far cosa grata, prof. Alberto Travain presidente Fogolâr Civic + Academie dal Friûl”. Questo il testo della missiva elettronica recapitata martedì 13 luglio 2021, di buon mattino, alla Prima Cittadina cividalese. E come annunciato, nel tardo pomeriggio detto presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” nonché del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, con la soprintendente fogolarista, sig.ra Marisa Celotti, e due sodali collaboratrici, le signore Paola Della Vecchia e Antonietta Di Lorenzo, si è recato nella Città Ducale per deporre, ai piedi del locale monumento a Giulio Cesare, ventisette rose gialle, richiamo al numero dei Paesi dell’odierna Unione Europea, “in omaggio al padre di una piccola patria crocevia e sintesi dell’Europa intera come si vantava nel Medioevo, prima che beceri nazionalismi oscurassero menti e cuori anche del crogiolo più straordinario del Continente”. “Già nel 1999 – ha ricordato il professore – ci meravigliavamo di come mai almeno il friulanismo socioculturale e politico non avesse fatto propria ed attualizzata la splendida formula identitaria proposta dall’eccezionale manoscritto anonimo del secondo Trecento, rinvenuto in Vaticano, e prospettante epica cesariana per un mercato ovvero ‘forum’ crocevia e compendio di genti e lingue continentali tradottosi poi nei molteplici popolo e idioma del Friuli. E quando uscì, nel 2006, la versione italiana dello splendido libro, illuminante per toni e contenuti, del politologo statunitense Michael Parenti, intitolato ‘L’assassinio di Giulio Cesare. Una storia di popolo nella Roma antica’, ci siamo chiesti come mai scuole ed Istituzioni, oltre a certo attivismo e culturame friulanisti, non fossero, in genere, al passo con simili letture, culturalmente d’estrema attualità e pregnanza civiste. Ci siamo attivati, allora, per recuperare, non in termini di un accademico ‘hortus conclusus’ bensì in mezzo al popolo, alle scolaresche, alle civiche Amministrazioni, l’immagine di un Giulio Cesare, non solo tiranno e criminale di guerra quale certo fu non meno di altri, ma anche paladino della gente comune oppressa dai grandi di una repubblica che tutto era fuorché ordine, democrazia ed onestà: promuovere ai giorni nostri quale poliedrica matrice ideale dell’identità del nostro Friuli e dei suoi cittadini gli aspetti migliori, più edificanti della vicenda e della leggenda del suo padre eponimo doveva e dovrebbe essere materia condivisibile, almeno tra quanti sinceramente hanno a cuore il bene pubblico!”. Travain, nel vortice dei ricordi, ha richiamato in particolare la produttiva esperienza scolastica: “Centinaia di alunni, in questi anni, alle Idi di Marzo, ricorrenza dell’assassinio dell’antico romano ma anche del friulano ‘Padre della Patria’, hanno letteralmente coperto una simbolica toga candida di rose rosse nonché di dediche personali espresse in mille idiomi come mille dovevano essere quelli incontratisi nel leggendario ‘Forum Iulii’ nostrano, al crocevia d’Europa, rose, poi, regolarmente deposte presso il monumento cesariano a Cividale. E non ci siamo mai dimenticati di onorare gli eroici vinti, difensori delle loro patrie conquistate dalle legioni che svernavano ad Aquileia. Anche nella dedica floreale che abbiamo deposto quest’anno, oltre alla scritta in latino ‘2001-2021 PARENTI PATRIÆ FOROIVLIENSIS EVROPÆ CORDIS FOGOLÂR CIVIC ET ACADEMIE DAL FRIÛL DICANT’, un cartiglio in lingua friulana recitava “Al pari Juli e ai Vercingjetoris eroics che i àn fat cuintri’, agli eroici Vercingetorige che avevamo iniziato a commemorare nell’Ipogeo Celtico cividalese per poi propendere per una menzione cumulativa presso la statua forense di Cesare. Vent’anni d’impegno, d’iniziative, di mobilitazioni sociali e scolastiche, di accoglienze e collaborazioni istituzionali; un lusinghiero messaggio da Michael Parenti direttamente dagli States, ma anche una censura dalla carta stampata locale che generalmente ha cancellato dalle cronache tanta traccia di quell’impegno; e poi scarsa attenzione tra la società, enti e associazioni. Ci siamo, quindi, si fa per dire, ‘ritirati’ a Udine, nostro ‘quartier generale’ da sempre, lasciando il campo di Cividale a chi probabilmente più bravo di noi. E così, Giulio Cesare, è sostanzialmente di nuovo scomparso dal calendario dei cividalesi, in gran parte, dunque, rimasti orfani di un padre eponimo citato solo a scopi turistici o protagonista di qualche passato bel convegno… Amarezza? No! La dimensione non solamente cividalese e limitrofa, bensì regionale dei contenuti civici in qualche modo associabili al mito fondativo cesariano, permette di guardare oltre l’amena Cividale e di ritrovare certi valori in qualunque angolo dell’amatissima nostra piccola patria, cuore e fucina d’Europa. Certo è, comunque, che nella scelta delle radici – che sono sempre ideali, elettive e quindi inclusive – stanno coscienza e destino di un popolo!”.

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