EuroAquileienses 15.03.2022/II (it)

Comunicato FOGOLÂR CIVIC alla stampa italiana – Udine, 15 marzo 2022

DA UDINE A CIVIDALE PER RICORDARE LA RIVOLTA DI BERTULO CONTRO IL COMUNE DEGLI OLIGARCHI

Delegazioni del Fogolâr Civic e dell’Academie dal Friûl hanno visitato la Città Ducale sulle orme dei moti popolari che scossero nel Basso Medioevo l’antico capoluogo longobardo. Il presidente prof. Travain: “Una storia, forse, volutamente dimenticata perché ispiratrice anche contemporanea di legittime istanze partecipative!”.

Il 22° omaggio annuale alla memoria di Giulio Cesare, tradizionalmente tributato in Friuli alle Idi di Marzo dal Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, nella ricorrenza dell’assassinio dello statista eponimo regionale, quest’anno ha avuto, a Cividale del Friuli, nucleo cesariano della regione, un felice seguito nell’itinerario storico-civico proposto alle delegazioni sociali convenute, dal presidente prof. Alberto Travain, nel solco della memoria delle vicende del popolo cividalese, oppresso in epoche seriori da un patriziato non troppo dissimile, mutatis mutandis, da quello dell’antica Roma. Tappa, quindi, d’obbligo, Piazza della Resistenza, antico Astiludio o campo di Marte, luogo dei parate e dei ludi militari ma anche delle esecuzioni capitali. Par ricuart e onôr de Rivolte di Bertul dal 1404, massim ribalton di popul di chei di Cividât, cuintri dal municipi comandât dai siôrs, riviel finît su cheste place antighe, sot dal massanc dal boie dal Comun, che al à fat vendeme di biade int no par justizie ma par tiranie, juste te storiche citât fie di Cesar, campion dal popul di Rome pestât di une false republiche in mans di siorats nome prepotents, che a àn copât par chel il Pari de Patrie ai 15 di març dal 44 prime di Crist, citadins furlans achì a fasin memorie de dolorose e ancje eroiche liende de int cividine, che e à tant batût par sfrancjâsi di sotanance”. Questa la dedica commemorativa, in lingua friulana, che i sodalizi hanno affisso alle ferrigne mura del Borgo di Ponte, per rendere omaggio ai dimenticati umili eroi dell’unica insurrezione popolare locale degna di nota, quella del 1404, pare fomentata dagli udinesi, comunità le cui costituzione e vicenda politica allora garantivano maggiore peso alla plebe urbana. La cosiddetta Rivolta di Bertulo naufragò, così, sotto i colpi del boia, ma rimase un esempio, pur pressoché isolato, di mobilitazione libertaria e democratica. In Età contemporanea consta che questa sia stata celebrata pubblicamente soltanto due volte: nel 2001 e nel 2014, in entrambi i casi per iniziativa del suddetto giovane intellettuale e dei sodalizi summenzionati, coinvolgenti, nell’ultimo evento anche numerosi classi della locale Scuola media statale. Altra pregnante tappa è stata dedicata al tradizionale luogo d’adunanza dell’Arengo popolare urbano, parlamento civico della località, uso a radunarsi nell’imponente chiesa di San Francesco, di fronte alla quale la delegazione civista udinese ha spiegato, in segno di omaggio, il moderno stendardo arengario cittadino dell’ex capoluogo provinciale, in cui l’assemblea partecipativa medievale del centro urbano, vuolsi istituita dal celeberrimo patriarca Bertrando, si è autoriconvocata nel 2015, avviando un esperimento di attualizzazione di antichi istituti di democrazia diretta o mista, atti a restituire alla cittadinanza spazi politici di espressione nella gestione della cosa pubblica. E, di fronte a San Francesco, a Cividale, ha preso la parola proprio l’ultimo “camerarius” eletto dal rifondato Arengo udinese, la prof.ssa Renata Capria D’Aronco, la quale ha manifestato la sua emozione per il pregnante momento civista di solidarietà interlocale, auspicando anche per la comunità cividalese un rinnovato moto d’orgoglio del cittadino comune, teso a riconquistare campo alla partecipazione popolare. Ed una tappa significativa è stata dedicata anche alla controversa memoria locale del succitato patriarca aquileiese Bertrando, bollato ad arte come nemico dei cividalesi o meglio di quegli oligarchi autoctoni gelosi dei suoi favori nei riguardi della rivale Udine, personaggio identificato dalla tradizione popolare nella sacra effigie del Padre Eterno sormontante il portale del duomo della Città Ducale. Bertrando, che anche poteva essere, come all’ombra del Colle di Attila, facilmente beniamino della plebe, a Cividale addirittura subì un attentato, ordito dai locali ottimati che mobilitarono contro di lui persino le campagne circostanti. Leggenda vuole che la maledizione del presule-monarca – oggi ufficialmente “Patrono Civile”, laico, udinese – incomba tuttora in forma di maltempo su sagre ed eventi popolari della storica capitale regionale longobarda! Nella delegazione civista giunta da Udine, oltre alla menzionata prof.ssa Capria D’Aronco, vicaria del Fogolâr Civic e dell’Academie dal Friûl oltreché presidente dell’’Associazione Udinese per il Recupero della Democrazia Storica Partecipata “Pro Arengo Udine”, del Club per l’Unesco di Udine e prefetto del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, Cipro, Rodi, Malta e San Pietroburgo, presenti, per la cronaca, le caposezione fogolariste sig.ra Paola Brochetta e sig.ra Marisa Celotti oltre ai consiglieri sociali maestra Manuela Bondio, sig.ra Anna Rosa Caeran, sig.ra Rosa Masiero, sig. Eugenio Pidutti e sig.ra Paola Taglialegne, insieme al maestro Giorgio Ferini e all’istitutrice Laura Paviotti, in rappresentanza anche del Coordinamento Civico Udinese “Borgo Stazione”, e alla cittadina simpatizzante sig.ra Pasqualina Radivo. Spiegato ad ogni tappa, in segno di omaggio e solidarietà popolare, il grande Tricolore Civico fogolarista friulano ed europeo, realizzato nel 2005 dalla compianta decana sociale sig.ra Mirella Valzacchi. “Sono orgoglioso di questa nostra particolare iniziativa cividalese, che restituisce alla nostra coscienza storica di cittadini di questo angolo o crocevia di mondo memorie importanti di istituzioni, vicende, speranze, moti e fallimenti del ceto popolare nella città-madre della Friulanità! Una storia, forse, volutamente dimenticata perché ispiratrice anche contemporanea di legittime istanze partecipative!” ha concluso il presidente prof. Travain, in occasione del brindisi sociale conclusivo, sugli arcigni spalti dei “Mulinuts”.

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