Note ACADEMIE DAL FRIÛL pe stampe taliane – Udin, 16 Jugn 2021
TELESIMPOSIO ACADEMIE DAL FRIÛL SUI VALORI DI UNA “NUOVA AQUILEIA”
Promosso dallo storico circolo universitario friulano, dibattito online sulla comunità ideale nel ventesimo anniversario della proclamazione del “Patrono Civile” di Udine. Il presidente sociale prof. Travain: “Recuperare sincreticamente le migliori esperienze valoriali del passato di ogni territorio e proiettarle al futuro in termini progressisti ed umanisti!”.
Ed eccoci al terzo dei “TeleSimposis” mensili online del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, l’ultimo del ciclo sperimentale, prima della pausa estiva. Martedì 15 giugno 2021 si è parlato, dunque, di “armonie sociâl e civîl in dì di vuê”. Titolo dell’appuntamento: “Cuâi valôrs di une volte par chei di cumò? Cantin pe mesade dal Patron civic secolâr di Udin che a son 30 agns che si puarte indevant un discors a favôr…”. Sottotitolo: “Pensadis in cont di un ideâl di personis e di citadins par podê vivi miôr e fâ front comun”. In pratica, si è discusso dei contenuti valoriali utili a ricavarsi dal passato storico e leggendario ad ispirazione e fondamento di un presente collettivo positivamente più solido, inclusivo e solidale: di regole non scritte e di patto di comunità, insomma, radicati delle migliori matrici ideali di un territorio il cui bagaglio di esperienza storica è certamente plurimillenario e plurale. Il tutto a vent’anni dalla singolare proclamazione comunale a Udine di un “Patrono Civile”, sintesi ideale delle virtù civiche e della vicenda democratica locali, individuato nella figura del patriarca aquileiese, padre della patria, Bertrando di Saint Geniès. Proclamazione, quella, seguita ad un decennio di campagna civista al riguardo. La prolusione, su “’Aquilee Gnove’ di bogns principis o sium udinês de citât perfete”, sempre rigorosamente in friulano, è stata tenuta dal presidente del sodalizio, prof. Alberto Travain, che ha richiamato l’orizzonte onirico ma anche progettuale della costruzione di una “città ideale” che, in area friulana, ha sempre avuto come paradigma la cosiddetta Madre Aquileia. Il professore, ricostruendo in sintesi trent’anni di storia di mobilitazione socioculturale, personale e sociale, su questi temi, ha espresso, infine, l’opinione che comunque il Pantheon morale di una comunità sempre rinnovata debba integrarne sincreticamente tutte le esperienze e le sensibilità in un quadro di apertura al futuro progressista ed umanista, quindi irriducibile alla “preson” dei dogmi del Medioevo e di quanto di peggio è venuto dopo. Significativi anche gli interventi della prof.ssa Renata Capria D’Aronco e del dott. Andrea Cantoni, rispettivamente vicaria e segretario dell’“Academie dal Friûl”. Pervenuta anche riflessione scritta dell’affezionato sodale americano, il giovane emigrato udinese e cittadino USA oramai sig. Francesco Nicolettis. Eccone uno stralcio: “Penso che alcuni ideali che hanno guidato le persone nel passato, siano tutt’ora validi. Ritengo che la società attuale debba aspirare a completare quei principi che hanno accompagnato il mondo occidentale dall’alba dei tempi, e penso che il periodo storico in cui viviamo sia uno dei più favorevoli all’ottenimento di questi ideali, vista la possibilità di interconnessione globale che abbiamo. Gli ideali di libertà. La ricerca della felicità, le cui tracce erano presenti nelle antiche Costituzioni friulane prim’ancora che nella Dichiarazione d’indipendenza americana o negli scritti di Mazzini. Il senso di una società che si prende cura di se stessa e mette in primo piano il bene comune rispetto al bene del singolo individuo. Una società che comincia a preoccuparsi dell’ambiente che la circonda, rendendosi conto della meraviglia che è questo pianeta e di come, se non ce ne prendiamo cura, sia destinata a sparire, con terribili conseguenze per il genere umano. Ecco, questi valori non sono nuovi, continuiamo a portarceli dietro da anni, continuiamo a sbandierarli a destra e a manca, ma non riusciamo mai a metterci d’impegno, a mettere da parte i nostri interessi personali e le nostre divergenze per trovare quel compromesso che ci consenta di progredire come società. Quindi sicuramente dovremmo recuperare quello spirito comunitario, molto più presente nel mondo del passato rispetto a quello individualista moderno e dopo questa pandemia che ha messo in pausa l’intero pianeta, credo sia il momento adatto per metterci all’opera”.