EuroAquileienses 18.01.2022/I (en)

FOGOLÂR CIVIC press release (to the Italian press) – Udine, 18 January 2022

IN VISITA A UDINE IL PRIMO SERGENTE FRIULANO DELL’ESERCITO DEGLI STATI UNITI

Il giovane sottufficiale in licenza in Friuli ha voluto donare al presidente del Fogolâr Civic, di cui è affezionato sodale, il vessillo dell’U.S. Army, debitamente ricambiato con la “Bandiere Furlane di Vuere”, stendardo cesariano della Friulanità. Privato omaggio, in Castello, alla memoria dell’ultimo alfiere del Friuli indipendente e, nel Duomo, a quella del Patrono Civile della città.

Breve licenza nella Piccola Patria per il primo sergente friulano nella storia dell’Esercito degli Stati Uniti, il giovane Francesco Nicolettis, nativo udinese, del Borgo Sole, e, sin dal compimento della maggiore età, attivamente in forza al Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” ed al Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, presieduti dal prof. Alberto Travain. Cittadino americano, il sergente Nicolettis, di fresca promozione, arrivato a Udine, ha voluto incontrare il leader storico dei sopraccitati gruppi, con i quali non mai ha mancato di tenersi in contatto attraverso una fitta corrispondenza, ragguagliante sulle tematiche socioculturali maggiormente dibattute oltreoceano. Ed al Presidente del Fogolâr Civic e soci il novello sergente statunitense ha pensato di far cosa grata, il 18 gennaio 2022, donando una bandiera dell’Esercito USA accompagnata da pregnante lettera dedicatoria. “I vessilli sono simboli potenti, in grado di generare emozioni forti. Non a caso li si brucia per protesta o li si sventola in cortei e manifestazioni portandoli con sé come se si portasse con sé anche la storia di cui sono pregni, le generazioni passate che, molto spesso, hanno sacrificato la vita per gli ideali che continuano ad essere rappresentati da quelle insegne. Così, nel mio piccolo, ho pensato che, sebbene creata soltanto nella seconda metà del Novecento e quindi un infante in confronto alle gloriose bandiere da guerra europee, che sventolano fiere da tempo immemorabile, in fin dei conti, anche la bandiera dell’U.S. Army porta con sé la storia di questo grande esercito. Un esercito che fu creato prim’ancora della Nazione e che, a differenza di tanti omologhi europei, era composto da milizie locali. Cittadini privati, persone comuni con lavori comuni, che hanno deciso di imbracciare le armi contro un Governo dispotico e ottuso, che continuava ostinatamente a rifiutarsi di ascoltare le loro pacifiche richieste, rispondendo ad esse con la forza bruta… ricordano qualcosa? Ebbene, nel 1775, per ordine del Congresso, queste milizie locali furono assembrate nel primo Esercito Continentale sotto la guida di George Washington. Cittadini, pronti ad imbracciare le armi per difendere gli ideali in cui credevano e il sogno di vederli realizzati in una nuova Nazione… Un po’ come il Fogolâr Civic dopotutto, ancorché disarmato. Un gruppetto di cittadini che potrebbe benissimo starsene tranquillo e godersi la vita e che, invece, ha deciso, guidato dal suo pugnace Presidente, di imbracciare delle armi metaforiche, attraverso il civismo e la partecipazione, attraverso il ricordo e l’attualizzazione della Storia, per difendere questo piccolo ma grande centro d’Europa, che è il Friuli, contro ‘potenze’ ben superiori, ma senza mai demordere o desistere. Eccolo spiegato il ragionamento dietro questo mio strano ‘regalo’! Una bandiera che rappresenta tutti coloro che si sono spesi, nel corso degli anni, per cercare di difendere quell’ideale di libertà e giustizia; una bandiera che ha anche visto atrocità commesse sotto di sé, tradita, ma rivendicata da coloro che continuano a difendere il suo concetto originale. Quei contadini che si ersero contro l’oppressione britannica formando il primo Esercito Continentale scelsero un motto che lanciasse un messaggio chiaro ai Governi e alle Istituzioni prevaricatrici, rammentando loro d’essere pronti a dare la vita per difendere i propri ideali, la loro Nazione e soprattutto la loro libertà: ‘This We’ll Defend!’”. Così ha scritto Nicolettis agli amici del Fogolâr Civic, che nel 2010 lo salutarono neomaggiorenne, quando, presentato dalla Pro Loco del suo quartiere, ricevette da loro il fazzoletto civico generazionale Sotto l’inferriata delle prigioni del Castello di Udine, dove nel 1421 andò incontro alla morte l’irriducibile ultimo portabandiera del Friuli indipendente, Marco di Moruzzo, il primo ‘centurione’ “foroiuliensis” dell’Esercito statunitense ha ricevuto, quindi, dal presidente fogolarista prof. Travain, la bandiera cesariana del Friuli, del colore del mantello o “paludamentum” purpureo del padre fondatore della Friulanità, quel Giulio Cesare che marciò su Roma contro una repubblica ridotta a tirannide ai danni del popolo. Il sergente udinese ha, di conseguenza, voluto portarsi, con quella bandiera, nel duomo cittadino per il beneaugurale tocco dell’urna del Patriarca Bertrando, patrono civile e generale invitto delle genti friulane sino ala congiura che lo portò alla morte nel 1350. Nel dare riscontro al dono dell’insegna militare americana, i capo dei fogolaristi ha ricordato le affinità concettuali esistenti tra quelle prime milizie locali che formarono l’esercito di Washington e le cernide nazionali friulane del Rinascimento, agli ordini dei Savorgnan. “Visiti che, par noaltris, tu tu sês un fi: no dismenteâti!”: questo il commiato del presidente fogolarista prof. Travain, che ha augurato buona fortuna al giovane sodale d’oltreoceano.

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