FOGOLÂR CIVIC press release (to the Italian press) – Udine, 18 July 2022
A UDINE, NON A PADOVA, LA VERA “TOMBA” DI ANTENORE, LEGGENDARIO PADRE DI AQUILEIA?
Nella ricorrenza di fondazione attilana del “Cjiscjel” udinese, Fogolâr Civic e Academie dal Friûl riflettono sulle origini del più grande tumulo artificiale d’Europa. Il presidente sociale prof. Travain: “Il mito del distruttore dell’antica metropoli alpino-adriatica cela forse il mistero del suo primo artefice!”.
“Si dirà che questi ‘furlani’ stanno saccheggiando culturalmente il vicino Veneto. Prima la storia di Giulietta e Romeo, veronesi per finta, ma, in realtà, friulani per vicissitudine. Ora, vogliamo anche soffiare a Padova il mitico fondatore troiano di cui, da secoli, la città veneta millanta di custodire il corpo, appartenente invece ad un guerriero ungaro di duemila anni dopo? Il punto è che a quale eroe protostorico potrà mai riferirsi il colle di Udine, oggi riconosciuto come artificiale e come il più grande tumulo d’Europa ma ben più remoto del tempo di Attila cui lo riferiva antica e nota leggenda? Probabilmente non lo sapremo mai. Un mito antichissimo, fiorito nei secoli e nei millenni, ci riporta, però, suggestivamente, alla vicenda di un personaggio omerico celebrato davvero come Padre della Patria in Alto Adriatico, non solamente come fondatore di Padova, ma anche della metropoli di Aquileia, capitale storica del Nordest italico e non solamente. Osservatorio astronomico? Chissà. Una grande ‘tombe’ oppure un mausoleo, dedicato a un grande che non conosciamo o che magari abbiamo dimenticato? Può essere. Ed è suggestivo pensare che il colle e la sua leggenda di fondazione più famosa, rimandanti al distruttore di Aquileia oltreché primigenio promotore di Udine, possa riferirsi, al contrario, al padre della ‘splendidissima’ città del Natissa. Udine nulla ha capito, parrebbe, del senso di quei suoi affreschi medievali ornanti il suo primo municipio scomparso e dedicati alla Guerra di Troia… Nulla ha capito – almeno a livello di Istituzioni, di Cultura ufficiale – e ancor meno certo si è permessa di fantasticare, da un lato, e dall’altro di approfondire con rigore storico scientifico. Forse gli studi e le riflessioni del sottoscritto sono l’unico relitto di un naufragio culturale, identitario, profondo. Basta andare alla Pinacoteca del Castello di Udine, per godersi una didascalia – nuova di zecca – a scarno commento di quei dipinti. Del mito aquileiese di Antenore e della fondazione ‘troiana’ di Aquileia nulla si dice e ancor meno si accenna alle relative implicazioni udinesi. Nulla si indaga, nulla si sospetta, relativamente al valore politico propagandistico di una tale materia, addotta nella Storia come affermazione di autocefalia, di autonomia, indipendenza, pari dignità rispetto ai poteri insediati a Roma. Pericoloso? Ci ‘marciammo’ per millenni, sia in chiave politica che religiosa. Pericoloso. Pericoloso ed inadeguato alla mediocrità udinese e friulana del giorno d’oggi… Comunque, Padova stia tranquilla: si tenga pure la Tomba di Antenore. Se qui riuscissimo anche vagamente solo a far passare popolarmente un timoroso accenno a queste suggestioni, sarebbe già tanto e interesse comune!”. Così il prof. Alberto Travain, presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, che ha raccolto i suoi, lunedì 18 luglio 2022, alla porta del Castello di Udine, nella ricorrenza della ‘distruzione’ attilana di Aquileia, nel 452, cui sarebbe seguita l’erezione del colle-belvedere udinese a beneficio del capo degli Unni, sorta di novello Nerone barbarico. Una data funesta ma per certi versi foriera di glorie venture. “Non a caso, da anni, il 18 Luglio, è celebrato dal Fogolâr Civic come ‘Compleanno’ convenzionale del Castello di Udine, antica acropoli dell’aspirante Nuova Aquileia: a quella data persino abbiamo intitolato idealmente il gran terrazzo attraverso il quale si accede al moderno ‘Palatium’ castrense” ha ricordato il prof. Travain, cui, per conto della cittadinanza udinese a congresso, la prof.ssa Renata Capria D’Aronco, presidente dell’Arengo civico partecipativo locale, ha espresso parole di stima e di gratitudine per l’indefesso e profondo impegno sempre rinnovato a promozione dell’identità e della dignità della città e del Friuli in un contesto interregionale e internazionale di grande rilevanza. Lo studioso sig. Alfredo Barbagallo ha sottolineato il valore universale delle riflessioni proposte dal leader fogolarista in materia di capacità di lettura del passato, ricordando come la scienza storica oggi ricusi tendenzialmente il campo della legittima congettura anche in ovvia assenza di testimonianze dirette: “Dove sta la foto di Cristo affinché si possa effettivamente appurarne l’esistenza come figura storica? Siamo al paradosso! È giusto condannare il passato al silenzio per il semplice fatto che non intendiamo considerarne le uniche voci che da esso, ancorché alterate, ancora ci pervengono?”. Presente qualificata rappresentanza sociale e civista, con le caposezione fogolariste maestra Manuela Bondio, sig.ra Anna Rosa Caeran e sig.ra Marisa Celotti oltre alle consigliere arengarie udinesi sig.ra Iolanda Deana e sig.ra Renata Marcuzzi.