EuroAquileienses 18.08.2022/I (en)

FOGOLÂR CIVIC press release (to the Italian press) – Udine, 18 August 2022

UDINE ED IL GENETLIACO DI “CECCO BEPPE”, L’IMPERATORE DELLA FERROVIA”

Nastro giallonero in Via Roma a ricordo della mancata intitolazione al “Kaiser” austriaco. Fogolâr Civic e Academie dal Friûl con il coordinamento “Borgo Stazione” hanno rievocato i tempi della Udine e del Friuli asburgici. Il presidente prof. Travain: “Un appuntamento con la storia comune che unisce i popoli della Mitteleuropa contro i nazionalismi e i globalismi estremi che hanno distrutto la civiltà europea!”.

Noi siamo a celebrare oggi ‘l’Imperatore della Ferrovia’, non certamente quello “degli Impiccati’, come si diceva tra gli irredentisti del Litorale. Udine deve la sua ferrovia all’Austria, che poteva anche prediligere lo scalo di Cervignano a tutto discapito della città, condannata così al Medioevo. Questo ‘Genetliaco dell’Imperatore’, festeggiato in tutta la Mitteleuropa per 68 anni, tanto durò il regno di Francesco Giuseppe d’Asburgo-Lorena, tra 1848 e 1916, per noi, poi, è un ‘richiamo della foresta’ ad un vissuto veramente ‘europeo’ delle nostre genti che oggi le Destre nuovamente vogliono negarci, condannandoci alla prigione degli Stati nazionali che hanno diviso e affondato l’Europa sulla scena intercontinentale, mentre, d’altro canto, Sinistre e Cattolici terzomondisti hanno svenduto il nostro diritto a permanere come civiltà. Ricordare Francesco Giuseppe oggi in fondo è innanzitutto uno schiaffo per i nemici di un’identità europea, la sola garante delle identità locali e regionali svilite e calpestate dai più sciagurati nazionalismi e cosmopolitismi senza radici. Certo, noi oggi siamo qui, in Via Roma, a Udine, nel giorno del 192° compleanno di quel sovrano austriaco, a collocare un nastro, giallonero, ‘muc’, nei colori imperiali, per ricordare che, stando ai patti tra Governo asburgico e il locale Comune, la strada di collegamento tra il Centro Storico e la Stazione ferroviaria inaugurata nel 1860 avrebbe dovuto, come in tutta l’Europa asburgica, essere intitolata al Capo dello Stato ossia all’imperatore Francesco Giuseppe. Il nostro è solo un gesto. In effetti, oggigiorno questa potrebbe essere davvero la più sensata intitolazione di un’utile ciclabile di collegamento diretto tra la ‘ferade’ e Palazzo D’Aronco, attraverso le odierne vie Roma, Dante e Savorgnana…”. Così il prof. Alberto Travain, presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, che, giovedì 18 agosto 2022 si è presentato, con qualificata rappresentanza sociale, all’affaccio della celeberrima via delle magnolie sul vivace piazzale della Stazione, per un momento commemorativo privato e la dedica di un cartiglio alle memorie asburgiche della “Capitale del Friuli Storico” proprio nel quartiere che deve a quella dominazione la sua ragione d’essere, derivando esso infatti dalla scelta austriaca di portarvi i binari. A portare il saluto della cittadinanza è stato il cameraro ovvero il presidente dell’Arengo udinese ossia dell’Assemblea popolare locale, prof.ssa Renata Capria D’Aronco, accompagnata dal procuratore arengario dott.ssa Maria Luisa Ranzato e dal consigliere sig. Giuseppe Capoluongo. Tra gli intervenuti, i decani sociali del Fogolâr Civic, maestra Manuela Bondio e sig. Eugenio Pidutti; le caposezione fogolariste sig.ra Paola Brochetta, sig.ra Anna Rosa Caeran e sig.ra Marisa Celotti; delegazione del Coordinamento Civico Udinese “Borgo Stazione”, con il maestro Giorgio Ferini e l’istitutrice sig.ra Laura Paviotti; rappresentanze dei comitati civici dei Rizzi e di Santa Margherita del Gruagno, guidate dagli attivisti sig.ra Elisabetta Mingolo e sig. Daniele Pagnutti. La comitiva ha sostato anche di fronte a Casa Burghardt, in Viale Europa Unita n. 111, storico magazzino tardottocentesco di spedizionieri ungheresi, simbolo culturale del quartiere ferroviario di Udine, attorno alla cui salvaguardia mosse i primi passi, nel 2003, il battagliero comitato civico che tentò di ridare identità al suburbio nato dall’iniziativa asburgica. Ne ha rievocato le vicende salienti il maestro Ferini, mentre il prof. Travain ha ricordato come “il vulcanico Coordinamento propose al Comune persino l’acquisto del fabbricato, da destinarsi a qualificata sede circoscrizionale di quel Centro Storico che l’Età contemporanea avrebbe, infatti, esteso proprio dalle mura medievali ai binari. Non se ne fece nulla, però si riuscì ad impedire l’abbattimento del vecchio stabile, ora pur goffamente raddoppiato in altezza ma conservante la struttura storica esterna originaria. Fu una grande vittoria per l’impegno civico culturale!”. Infine, brindisi “al Imperadôr des Sinis”, “all’Imperatore della Ferrovia” presso il Gran Caffè Friuli a Porta Aquileia, dove la festosa comitiva è approdata simpaticamente con un ritratto del “Kaiser” austriaco che non poca ilarità ha suscitato tra la nota e sussiegosa intellighenzia sinistroide o cattocomunista abbarbicata casualmente ai tavoli dell’elegante caffè udinese. “Lassait che a ridin: miôr sigûr un imperadôr vêr, che al à fat votâ la sô int prin de Italie, che no une republiche dal lavôr false che i gjave il stipendi ai siei citadins !” ha sbottato “in marilenghe” il prof. Travain, allegra nota di colore in un’occasione commemorativa non senza emozioni ed umani ricordi. “Oltre ai carissimi attivisti del nostro Coordinamento del Borgo Stazione, in primis gli scoparsi sig.ra Francesca De Marco e sig. Nicola Luisi, che ci furono accanto anche nella festa del centocinquantesimo della Stazione asburgica, voglio dedicare un deferente omaggio ai piccoli e ai grandi, ai noti e agli ignoti di quell’Associazione Mitteleuropa e realtà connesse, che per lunghi decenni, dagli anni ‘70 del secolo scorso alla seconda decade di quello corrente, sotto la guida magistrale del grande dott. Paolo Petiziol, hanno rinnovato, certo non senza difficoltà, coraggiosamente, nel Goriziano, un appuntamento con la nostra storia comune di popoli centroeuropei che nel genetliaco di ‘Cecco Beppe’ hanno ritrovato un’occasione d’incontro e di autocoscienza transfrontaliera effettivamente radicata nel vissuto delle nostre genti. Un caro ricordo al compianto maestro Alfredo Orzan, da San Lorenzo Isontino, ‘San Lurins di Mossa’, lungamente operante a Udine, incredibile custode di private e pubbliche memorie del Friuli austriaco… Ah, Francesco Giuseppe! Non fu senz’altro un grande statista ma certamente un grande – il primo – servitore di uno Stato serio, cui i nostri antenati, anche davvero tra i tanti che lo combatterono più o meno forzatamente in uniforme alpina o bersaglieresca, ad eccezione dei più sfegatati nazionalisti, mai intimamente negarono il rispetto che sempre si deve ad onestà efficiente! Egli poi, ‘Cecco Beppe’, mai rinunciò al titolo di Duca del Friuli anche quando Udine ormai era persa: riecheggiò esso, infatti, anche al suo funerale, presso la Cripta dei Cappuccini, a Vienna, nel 1916! Tutte sciocchezze?”. Così il presidente prof. Travain, prima della goliardica conclusione dell’incontro sociale, chiuso da un estemporaneo corale canto dell’“O ce biel cjiscjel a Udin”, simbolo canoro della città, sulle note della “Serbidiola” ossia il vecchio inno imperiale asburgico, cantato in tutte le lingue di un impero – anche quella friulana – che andava dall’Ucraina alla Lombardia, prima che il cuore dell’Europa andasse a pezzi e fosse focolaio di nuove sciagure.

Precedente EuroAquileienses 15.08.2022/II (fur) Successivo EuroAquileienses 18.08.2022/I (it)