EuroAquileienses 20.06.2022/I (fur)

Note ARENGUM/ARENGO/RENC pe stampe taliane – Udin, 20 Jugn 2022

ARENGO UDINESE: “IMPORSI AL COMUNE OPPURE IGNORARLO!”

Nuova riunione delle magistrature popolari elette dalla cittadinanza in previsione della prossima assemblea civica generale nella ricorrenza di San Michele Arcangelo (29 settembre). Il cameraro presidente prof.ssa D’Aronco: “Inascoltati da considerare!”. Il cancelliere prof. Travain: “Riporteremo a Udine la democrazia e la partecipazione troppo spesso calpestate ed avvilite!”.

Oggi, lunedì 20 giugno 2022, alle ore 10.30, presso il Caffè Contarena di Udine, sotto le volte di Palazzo D’Aronco, si riuniscono, per la seconda volta, in presenza, le magistrature monocratiche elette dall’Arengo cittadino, il 30 settembre 2019, a Palazzo Garzolini di Toppo Wassermann, le quali, dopo congelamento dell’Assemblea popolare avvenuto nel 2020, individualmente accettano o rifiutano, come segue, di dedicare impegno propedeutico alla convocazione e alla celebrazione della prevista prossima adunanza arengaria a ridosso della ricorrenza storica di San Michele. La convocazione è avvenuta, in tempi utili, per vie brevi scritte, a cura del cancelliere prof. Travain, su sollecito del cameraro prof.ssa Capria D’Aronco, sotto la cui presidenza si svolge l’incontro in parola”. Così si apre il verbale, indirizzato al Sindaco di Udine, degli eletti all’ultima tornata dell’Arengo partecipativo della Città di Attila. Presenti alla riunione: il “Camerarius” prof.ssa Renata Capria D’Aronco, il “Procurator” dott.ssa Maria Luisa Ranzato, il “Cancellarius” prof. Alberto Travain e i “Consiliarii” sig.ra Marisa Celotti e sig.ra Renata Marcuzzi del quintiere di Aquileia e sig.ra Iolanda Deana del quintiere di Grazzano. Eccone i temi in discussione. L’ordine del giorno fondamentalmente prevede l’individuazione di campi d’azione privata diretta, ascrivibili all’Arengo e alle sue deputazioni al fine di ridurne la diffusa dipendenza frustrante da riscontro politico-amministrativo. Attorno a questo si dibatte lungamente, pervenendo alla ricezione, in sede programmatica, di taluni oggetti e pratiche specifici, dalla possibile promozione di una toponomastica spontanea socioculturalmente integrativa od alternativa parallela a quella istituzionale, esempio d’iniziativa autarchica di forte impatto civico simbolico, formulata dal prof. Travain, alla più pragmatica frequentazione ispettiva, in presenza o virtuale, delle adunanze pubbliche dell’Amministrazione, con conseguenti espressioni di giudizio in merito a forme e contenuti del procedere, stando al suggerimento dalla sig.ra Marisa Celotti. La prof.ssa D’Aronco ha richiamato, invece, l’utilità di prevedere l’istituto della delega per la partecipazione alle prossime sedute dell’Assemblea, mentre il citato prof. Travain ha rimarcato l’opportunità di escludere ogni necessità di presenza formale dell’Amministrazione urbana alle tornate arengarie. Oltreché su questo, tutti gli intervenuti si sono dichiarati concordi intorno alla proposta del cancelliere di sviluppare potentemente, a favore dell’Arengo, l’utilizzo del web e dei social, quanto meno a partire dalla prossima consigliatura popolare, richiamando così maggiormente, in sede politica, l’Amministrazione stessa ad una debita considerazione dell’istanza partecipativa. Si programma venturo incontro preliminare attinente alle regole di convocazione dell’Assemblea”. “Imporsi al Comune oppure ignoralo: ‘tertium non datur’, non vi è altra scelta!” ha commentato a margine l’ideatore del rinnovato Arengo cittadino, prof. Alberto Travain: “Non vi è altra scelta se, allo stato attuale, si vuole garantire un futuro a un’assemblea popolare inascoltata dall’Amministrazione. O si raggiunge, attraverso il web ed i social, una tale visibilità politicamente in grado di imporre la debita attenzione sulle istanze arengarie oppure bisogna autarchicamente ripiegare su un civico ‘di bessôi’, affrancato da valutazioni e capricci di Palazzo D’Aronco! Certamente non permetteremo al sindaco Fontanini di essere un nuovo Andrea Trevisan, l’ormai dimenticato luogotenente veneto che affondò, nel Cinquecento, l’Arengo democratico udinese istituito, vuolsi, nel Trecento, dal celeberrimo Patriarca Bertrando! ”. Rifondata nel 2015, infatti, l’antica assemblea popolare, dopo cinque anni, si è autosospesa, nel 2020, per protesta contro il Comune – maggioranze e opposizioni – mostratosi in pratica insensibile a un progetto spontaneo di partecipazione civica costruttiva. Ora, gli “arengari” tornano alla carica, veri eredi contemporanei della fazione cosiddetta “zamberlana” ovvero popolana della storia di Udine. “Gli inascoltati vanno considerati, pena l’accuirsi di un’acredine sociale che non fa ben sperare!”.

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