EuroAquileienses 22.02.2021/I (en)

FOGOLÂR CIVIC press release (to the Italian press) – Udine, 22 February 2021

DA LINGUE MINORITARIE A IDENTITÀ CONDIVISE: VERSO IL SUPERAMENTO DI UNA LOGICA DA “RISERVA INDIANA”

La visione del presidente di Fogolâr Civic e Academie dal Friûl, prof. Travain, sul tema della salvaguardia delle minoranze etnico-linguistiche: “Necessaria prospettiva ‘aggressiva’, accattivante ed edificante!”.

Da minoranze etnico-linguistiche a maggioranze civiche e civiste: la sfida lungimirante, ma scomoda, del panda apprendista leone”. Questo il titolo della teleconferenza, tenuta il 22 febbraio 2021 dal presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, prof. Alberto travain, nel quadro degli incontri culturali organizzati dal Club per l’Unesco di Udine, guidato dalla prof.ssa Renata Capria D’Aronco, a ridosso della Giornata Internazionale delle Lingue Madri (21 febbraio). Il professore ha sostenuto l’idea che, necessitando di ambiti vitali di garanzia eccedenti i suoi angusti limiti, una minoranza etnico-linguistica sarebbe costretta o ad implodere e scomparire od a proiettarsi territorialmente su contesti base soddisfacenti i propri bisogni fondamentali, integrandosi in essi come portatrice di tratti utili e condivisibili di caratterizzazione accomunante, operazione che implicherebbe ricalibrature socioidentitarie anche associabili a virtuosi disegni di rivoluzione culturale e morale in chiave umanamente e civicamente migliorativa. Questi gli orizzonti dell’impegno edificante del movimento ultratrentennale guidato dal prof. Travain, volto a promuovere una Friulanità non solo linguistica come apprezzabile contenuto aggregante della variegata società territoriale in cui si inserisce la comunità friulanofona. Secondo il leader di Fogolâr Civic e Academie dal Friûl, la logica retriva della difesa dell’orticello etnico-linguistico sotto foraggiata salvaguardia confinerebbe la minoranza entro ambiti dal fiato corto e dall’orizzonte alquanto limitato. Meglio una politica “aggressiva” in termini positivi ossia tesa a mutare la minoranza stessa e la sua “riserva indiana” in una maggioranza, fors’anche “annacquata”, stanziata in un territorio di cui costituisca corpo sovrano o in gran parte titolare dei poteri insediati.

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