EuroAquileienses 22.06.2021/I (en)

FOGOLÂR CIVIC press release (to the Italian press) – Udine, 22 June 2021

LA UDINE “LUXEMBURGICA” NEGLI ANTICHI STEMMI DA RECUPERARE

Invitato dal Sindaco a commentare l’oggetto dei prossimi restauri disposti dal Comune a Porta Manin, l’intellettuale udinese alla guida di Fogolâr Civic e Academie dal Friûl indica nel non considerato blasone regio di Boemia il termine di datazione e la chiave di lettura dell’ornamento araldico affrescato.

Il prof. Alberto Travain, storico e promotore di cultura identitaria oltreché presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, è stato invitato dal sindaco di Udine, prof. Pietro Fontanini, e dall’assessore alla Cultura, sig. Fabrizio Cigolot, ad illustrare, in Sala Ajace, a Udine, il 22 giugno 2021, l’apparato araldico medievale di Porta Manin, che il Comune intende restaurare, con il contributo del Rotary Club. Lo studioso civista ha liberalmente accettato ed ha innanzitutto fatto notare come gli stemmi di cui si intravvede traccia a occhio nudo non siano tre, bensì quattro: non solamente, quindi, gli scudi imperiale, patriarchino e comunale ma anche certo quello reale boemo, cosa che permetterebbe di datare la simbologia affrescata ad un determinato periodo storico che Travain ha brevemente richiamato con competenza e toni appassionati. Ecco ricordati gli oltre due millenni del segno aquilato variamente ripreso oggi nelle bandiere del Friuli Storico e del Friuli Venezia Giulia, tra le insegne senz’altro più antiche a conservare ancora una valenza istituzionale. Ed ecco rimembrata la ben proficua stagione storica che vide il Patriarcato di Aquileia e senz’altro la città di Udine in ottimi rapporti con la corte imperiale di Praga sotto la grande dinastia dei Lussemburgo. Particolarmente coinvolto l’apprezzato restauratore sig. Stefano Tracanelli, incaricato dell’opera, che con grande apertura e considerazione ha accolto il generoso apporto dell’intellettuale udinese, ritenendo che soltanto un approccio interdisciplinare con la materia possa condurre a una soddisfacente percezione del dato quale patrimonio culturale comune.

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