Comunicato FOGOLÂR CIVIC alla stampa italiana – Udine, 23 aprile 2022
L’INSEGNA DEI SIGNORI DI UDINE ALL’ORIGINARIO LORO BORGO DI COLMALISIO
Fogolâr Civic e Academie dal Friûl hanno conferito alla località morenica un’insegna particolare dei Savorgnan nell’XI centenario di quella grande signoria friulana. La consegna sabato 23 aprile 2022, a Udine, in Mercatovecchio, presso la prima dimora urbana del capostipite gentilizio Federico di Colmalisio. Il presidente prof. Travain: “Ricordiamo la più grande tirannide ma anche la più grande democrazia del nostro passato!”. Strali sull’ingiustificata assenza di Amministratori comunali udinesi alla cerimonia, rimpiazzati legittimamente da magistrati eletti dall’Arengo popolare urbano.
Nella cornice delle rimembranze sociali spontanee dell’XI centenario di prima menzione dei castellani di Savorgnano, tiranni ed eroi del Friuli, potenti ‘Signori’ di Udine patrocinatori di governo di popolo, sabato 23 aprile 2022, in Via Mercatovecchio n. 18, nel cuore della Città di Attila, il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e il Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” – rinnovatori contemporanei del mito positivo di quei patrizi che, con vasto seguito popolare, tentarono la via di un principato friulano laico autonomo rovesciando lo Stato patriarcale aquileiese ed ipotecandone la conquista da parte della Serenissima – hanno conferito una particolare bandiera culturale al borgo morenico di Colmalisio, in quel di Brazzacco, sotto la municipalità di Moruzzo, patria d’origine per l’appunto dei Savorgnan udinesi. Ciò è avvenuto, nello specifico, di fronte alla prima casa in città della celebre stirpe, acquistata nel 1238, esattamente il 23 aprile, dal capostipite Federico di Colmalisio, divenuto in seguito gastaldo patriarcale ovvero prefetto della giurisdizione medievale di Udine. Sulla bandiera, azzurra con l’aquila patriarchina – i Savorgnan furono, va ricordato, anche invadente braccio destro del celeberrimo patriarca Bertrando –, in bozza lo stemma signorile campeggiante sulle teste degli odierni consiglieri comunali, erroneamente creduto simbolo del Comune a regime democratico rappresentativo contemporaneo ed, invece, incombente richiamo al tempo in cui Udine era retta da assemblea civica partecipativa, il cosiddetto Arengo, vuolsi fondato dal grande Bertrando e populistica base politica dei Savorgnan.
A scoprire l’arcano, nel 2013, fu il prof. Alberto Travain, intellettuale locale e presidente di Fogolâr Civic e Academie dal Friûl, che ne informò immediatamente il sindaco prof. Honsell, ricorrendo, tra l’altro, in quell’anno, il cinquecentenario della cacciata dei Savorgnan dal governo udinese e dell’abolizione dell’Arengo cittadino, istituto massimo di democrazia diretta della storia di Udine. Ed è stato ora il sindaco prof. Fontanini a far aprire al prof. Travain la Sala del Consiglio della Loggia del Lionello, chiusa a causa della cosiddetta pandemia, al fine di permettere una riproduzione dell’insegna, da riportarsi su detta bandiera che il movimento fogolarista ha voluto donare all’avito paesello degli irriducibili Savorgnan udinesi. A ricevere in consegna lo stendardo il sig. Luca Durisotti, imprenditore e docente nel campo delle energie rinnovabili, con significativa tradizione personale e familiare di promozione socioculturale del territorio, scelto come alfiere dal Fogolâr Civic e referente presso la vivace località collinare ignara, in pratica, sino ad oggi, di trovarsi adagiata su radici così tanto illustri ed impegnative. Intervenuto picchetto sociale d’onore con bandiera storica movimentale rimontante all’anno 2000 ovvero la prima insegna contemporanea friulana su fondo rosso, oggi detta “Bandiere di Vuere” o “Romane”, evocante il “paludamentum” ossia il mantello di Giulio Cesare, padre del Friuli, ma tesa allora anche a richiamare le gagliarde insegne delle “Cernide” friulane, la milizia rustica – e rivoluzionaria – del Rinascimento guidata proprio dai Savorgnan, il cui simbolo, analogo a quello di Udine, divenne il più amato in regione tra il popolo.
Con la consegna dell’ultimo modulo di foulard sociale all’alfiere generale oltreché decano fogolarista sig. Eugenio Pidutti, benemerito del movimento, attorniato dai consiglieri sig.ra Rosa Masiero e sig. Daniele Pagnutti, referente quest’ultimo del coordinamento civico di Santa Margherita del Gruagno, si è aperta, dunque, tra la curiosità di un pubblico estemporaneo, la cerimonia di conferimento della suddetta insegna, momento introdotto da allocuzione del presidente prof. Travain, il quale, con voce altisonante, in limpida lingua friulana, ha sintetizzato contorni e motivi del gesto simbolico prospettato. Contorni e motivi espressi anche nel testo dell’accompagnatoria del vessillo donato, indirizzata al sig. Durisotti: “Preseât, tal mac des memoriis di popul pai 1100 agns de cjastelanie savorgnane, che, fate parone di Udin, e à puartât la insegne di chel ancje a sei benvolude tra la int in Friûl, su la barbe di tante siorie feudâl plui che altri tirane, ve alore che, in face de prime cjase di chei siorats ca in citât, che a vignivin di Cuelmalîs, te zornade istesse che, tal 1238, ai 23 di Avrîl, le vevin comprade, la companie dal Fogolâr Civic cun Academie dal Friûl, presints sorestants di popul, a tratin di proferî, midiant di te, a chel borc lôr origjinari, standart culturâl, par maniere che almancul la sô int si visi e che e puarti indevant che chê e je la scune di une grande storie fûr dal ordenari. Des voltis memorie e conferìs mission. E Fogolâr Civic, cun cheste bandiere, al volarès stramanâ memorie e ancje une mission a chei di Cuelmalîs di cumò: chê di cure vere e di braure sclete di un borc che, se no, si scancele bessôl, ancje a voli viodint, devant citadin e turist di passaç, puartant vie lancûr e poesie di une storie che nissun altri nol à: che nissun, cun di fat, nol pues dî di sei risultive de plui grande storie di tiranie e di democrazie dut intun dal Friûl. E cheste bandiere culì e mostre la acuile di Aquilee, che chei di Cuelmalîs a son partîts cjastalts vâl a dî prefets patriarcjins di Udin. E po e presente chê steme che e je sul cjâf dal Consei comunâl di Udin, chel di cumò, rapresentatîf, che no je par nuie chê dal Comun, ma dai Savorgnans, che a puartavin il Renc, duncje dut il popul, la democrazie direte dai timps dal Patriarcje Beltram, in face di un municipi ristret nome a cuatri conseîrs e vonde. E ca si dîs graciis, inalore, al Sindic, che al à fat vierzi il salon dal Consei par mût di ritrai chê steme li, fal o pûr baronade dal pitôr che le à fate dopo tancj secui, rivoc vuê ultin ma vîf, sbeleade di une siorie cun favôr di popul, anzit di une forme di democrazie che cumò no je. Cognossint To impegn e tradizion di famee a pro dal teritori e de sô culture, Fogolâr Civic ti da chest assum, cun spirt cordiâl di colaborazion. Ogni ben e a bon pro”.
Travain ha infine polemicamente rimarcato l’ingiustificata assenza del Sindaco – ancorché invitato – della città di cui i Savorgnan furono primi araldi, promotori e signori, evidenziando l’inadeguatezza di un apparato amministrativo mostratosi – a sua giudizio – incapace di strutturare un coerente programma di promozione e rinnovamento dei filoni originali della cultura e dell’identità civica udinese. “Di bessôi!” ha urlato il presidente fogolarista, come i Savorgnan nell’Arengo udinese, quando lanciarono la città in una vittoriosa guerra autonomistica di resistenza contro la tirannide papale e patriarcale: da soli, come privati cittadini liberi, senza bisogno d’Istituzioni e Amministrazioni troppo spesso superbe e inadatte a comprendere, a considerare, a coordinare ed appoggiare gli intenti spontanei più costruttivi e lungimiranti in materia di rivitalizzazione dei valori storici del territorio. Presentata anche pregnante targa, recata dalla caposezione fogolarista sig.ra Paola Brochetta, didascalia che sarà collocata prossimamente dal Fogolâr Civic nel borgo stesso di Colmalisio, innanzitutto rivolta ai residenti e a casuali viandanti locali: “Tu, che tu passis achì par câs, di chest borc, scune antighe di int fuarte, visiti che e je partide propit di ca chê siorie famose dai Savorgnans di Udin, che e varès smirât di vê dut il Friûl ribaltant chei altris siôrs cun favôr di popul, che al à scomençât cussì a alçâ la creste e a pretindi vôs in cjapitul in face dai siei sorestants… Chi al è Cuelmalîs: di ca al è partît dut, ancje la plui grande tiranie e la plui grande democrazie de biele tiere furlane e de sô capitâl Udin possent, che il simbul al cjale ancjemò, sbeleot, dal alt, il moderni consei di chê vile, memorant di no urtâ il citadin!”.
A rappresentare compiutamente, nella cerimonia, il popolo udinese, sono intervenuti alcuni magistrati elettivi dell’Arengo urbano, assemblea popolare della cittadinanza. Primo a prendere la parola, il “camerarius” presidente prof.ssa Renata Capria D’Aronco, che ha innanzitutto ringraziato il leader fogolarista prof. Travain per l’eccezionale impegno profuso nella riscoperta e nell’attualizzazione dei migliori tratti e delle più edificanti ed intriganti memorie dell’identità storica della comunità municipale e regionale, per poi rimarcare l’importanza civista di un ricordo udinese dei Savorgnan, i quali – ha dichiarato –, nel bene e nel male, scelsero comunque la parte popolare e la difesa delle istituzioni di una costituzione comunale democratica senza paragoni nell’attualità. “L’Arengo popolare, storicamente appoggiato dai Savorgnan ed, in odio agli stessi, abolito da Venezia, oggi rifondato grazie innanzitutto al prof. Travain, dà ancora fastidio, soprattutto alle classi dirigenti politico-amministrative, naturalmente maldisposte di fronte ad ogni iniziativa vera di partecipazione civica. Ecco, insomma, l’attualità della lezione dei più illuminati tra i Savorgnan, tiranni populisti ma, in questo, paladini di una democrazia diretta che oggi non esiste più!”. Un’appassionata invettiva rivolta specificamente contro il Comune, ingiustificato assente alla pregnante cerimonia spontanea, iniziativa civica utile a dare lustro alla città ed a rinnovarne i fasti di effettiva capitale di un territorio, è stata lanciata dal “consiliarius” sig. Giuseppe Capoluongo, deputato arengario per il quintiere cittadino di Grazzano, cui afferivano storicamente anche gli stessi Savorgnan, il quale non ha risparmiato sinceri strali d’indignazione nei riguardi di un’Amministrazione urbana giudicata deludente e accusata di enorme superficialità soprattutto in tema di cultura identitaria. Intervenuti anche i “consiliarii” sig.ra Renata Marcuzzi, del quintiere udinese di Aquileia, e sig.ra Rosalba Meneghini, sempre dello stesso quintiere di Grazzano. Apprezzato indirizzo di saluto, invece, è prevenuto agli organizzatori dal vicesindaco di Moruzzo, sig. Enrico Di Stefano. Ed, infine, ecco il momento della consegna della bandiera alla delegazione della località morenica.
Il vessillo, portato dalle maestre Manuela Bondio e Laura Zanelli, rispettivamente odierna decana fogolarista e delegata oltreché presidente di specifico gruppo di promozione delle origini friulane, specificamente anzi savorgnane, della vicenda storico-letteraria di Romeo e Giulietta immortalata da Shakespeare, è stato affidato a rappresentativa civica capitanata dal sig. Durisotti, accompagnato dai compaesani signori Gianna Michelotti e Gianpaolo Miotti, abitanti storici del borgo natio di quel Federico di Colmalisio, che, come detto, fu il patriarca dei Savorgnan di Udine. A seguire, foto di rito, a cura del fotografo sociale sig. Attilio Calligaro, e brindisi offerto dall’alfiere generale del Fogolâr Civic sig. Pidutti oltre a conclusiva chiosa culturale della suddetta maestra Zanelli. Infine, il grido di battaglia storico dell’antica fazione popolare friulana, che per secoli riecheggiò nelle strade e piazze di Udine e Friuli: “Savorgnan! Savorgnan!”. La summenzionata bandiera, donata dal Fogolâr Civic al borgo di Colmalisio, sarà prossimamente issata nella località destinataria, durante apposita cerimonia con il concorso della popolazione.