EuroAquileienses 23.05.2022/I (en)

FOGOLÂR CIVIC press release (to the Italian press) – Udine, 23 May 2022

UDINE, ORGOGLIOSAMENTE CITTÀ DEL PREFETTO MORI, TERRORE DELLA MAFIA SICULA

Morì in Borgo Aquileia, nel 1942. Lombardo d’origine, aveva costretto i mafiosi alla fuga dalla Trinacria. Celebrato ora da Fogolâr Civic e Academie dal Friûl presso il pozzo del rione, nella ricorrenza della strage di Capaci. Il presidente fogolarista prof. Travain: “È un vanto friulano aver ospitato un sì grande nemico della malavita meridionale! Il Comune pensi ad immortalarlo!”.

Non un giorno della legalità, la quale, in natura, non si dà per forza come garanzia di bene comune, ma una giornata celebrativa della civica resistenza contro i poteri criminosi organizzati, all’esterno e all’interno delle Istituzioni del consorzio civile: questo, per noi fogolaristi udinesi, euroregionalisti, dovrebbe essere il 23 maggio, anniversario della strage mafiosa di Capaci, trent’anni fa, in Sicilia, con l’uccisione dell’eroico giudice Giovanni Falcone, abbandonato e tradito dal “covo di vipere” – come era uso dire – annidate in seno allo Stato stesso. Contro le mafie e le Istituzioni che danno loro mantello e scettro invece di combatterle efficacemente a garanzia di sicurezza pubblica! Quindi, omaggio a Falcone, a Borsellino, ai tanti ed ai troppo pochi veri patrioti di una cittadinanza – forse solo un mito? – anelante a un buon vivere fatto di serenità ed onestà! Dagli eroi, grandi e piccoli, della lotta di liberazione della Sicilia e dell’Italia intera dalle mafie autoctone meridionali al valoroso giornalista slovacco, il giovane Jan Kuciak, eliminato per aver denunciato infiltrazioni malavitose calabresi nel suo Paese: sono tutti quanti nel nostro cuore di figli irriducibili di una Madre Aquileia, faro di tenacia contro ogni tirannide. E oggi, come quei padri che sfidarono e vinsero addirittura giganti malefici – Massimino il Trace? – in una Storia che sfuma nel mito, inalberiamo di nuovo il terribile simbolo che i nostri antenati mille volte opposero ad ogni minaccia alla comunità e al bene, quello della Medusa, che ancora campeggia tra le rovine di Aquileia antica e sul Palazzo comunale di Udine, città vantata erede di quei fasti! Irriducibili per tradizione che rendono omaggio ad altri irriducibili, gladiatori del Bene nell’attualità!…”. Ariosa e pregnante, carica di riferimenti storici e di richiami all’attualità italiana ed internazionale, l’allocuzione del presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, prof. Alberto Travain, al pozzo di Borgo Aquileia, a Udine, il 23 maggio 2022, nel trentennale dell’assassinio, in Sicilia, del giudice antimafia Giovanni Falcone, ha assunto i toni di una morale “chiamata alle armi” del miglior civismo contro l’ignobile nemico, ormai transfrontaliero, della malavita organizzata, “malavita spesso, come si sa, originaria di altri lidi ed integrante, semmai, localmente ‘rinnegati’ della civiltà autoctona che ha fatto, ad esempio, dei friulani, nel mondo, garanzia preconcetta di probità”. Ed ecco il motivo della scelta specifica del luogo in cui affermare tutto ciò nella Capitale del Friuli Storico: il pozzo rappresentativo del rione cittadino in cui si spense, nel 1942, il mai debitamente ricordato Cesare Mori, il “Prefetto di Ferro” che, negli Anni Venti del Novecento, con i suoi metodi decisi, sventrò la Mafia in Sicilia, costringendo i mafiosi alla fuga in America o all’annichilimento sino allo sbarco degli Alleati nel 1943. Lombardo di forte e di limpida tempra, Mori, nominato senatore a vita, trascorse i suoi ultimi anni in Friuli, dove ebbe a presiedere alle bonifiche. “‘Promoveatur ut removeatur’: promosso e rimosso, come si usa dire, dal fronte di guerra Stato-Mafia siculo, perché egli era davvero il ‘castigamatti’ – ‘chel dal formadi’ diremmo noi friulani – alle radici di un cancro le cui diramazioni già raggiungevano i palazzi del potere a Roma. Ebbene, è un vanto per tutti noi, per questa città, per questo Friuli, aver ospitato un sì grande nemico della malavita meridionale ed è incredibile che questo vanto sia diffusamentepoco vantato! Il Comune di Udine, quello stesso che ha miseramente snobbato la proposta del Fogolâr Civic di una qualche iscrizione esplicativa del valore storico-civico di questa Piazzetta del Pozzo, “foro” dell’antico Borgo udinese, riattato anonimamente dall’Amministrazione cittadina, farebbe senz’altro bene a pensare ad una forma utile affinché la memoria di questo esempio abbastanza raro di statalità effettivamente nemica della peggior malavita esportata dal Meridione all’Italia intera e da questa nel mondo possa trovare debito e centrale riferimento commemorativo nella quotidianità della città stessa che raccolse il suo ultimo respiro!”. Bandiere friulane azzurre e rosse, una grande effige della Medusa tratta dal foro di Aquileia ed un mazzo di cinque rose, come i “quintieri” dell’antica difesa cittadina udinese, con nastro civico tricolore friulano recante la dedica in lingua locale “Ai eroics cuintri des mafiis ancje tradîts des Istituzions, ricuardant achì Cesare Mori, prefet di fier in dam dai mafiôs”, deposto sulla storica vera lapidea. Presente, oltre al presidente prof. Travain, una delegazione qualificata del fogolarismo civista udinese, costituita dalle cittadine sig.ra Paola Brochetta, sig.ra Anna Rosa Caeran, prof.ssa Renata Capria D’Aronco e sig.ra Marisa Celotti, rispettivamente capoquintiere dei rioni di Gemona, Mercatonuovo, Grazzano e Aquileia, nonché dal vicecapoquintiere di Mercatovecchio, sig. Eugenio Pidutti; dalla sodale sig.ra Paola Della Vecchia e dalla dott.ssa Marisanta di Prampero de Carvalho, figura storica del Fogolâr Civic oltreché indimenticato Assessore alla Cultura del Comune di Udine. Particolare messaggio di saluto è pervenuto dall’Assessore all’Istruzione comunale, prof.ssa Elisabetta Marioni, onoraria fogolarista e, su certe tematiche, particolarmente irriducibile.

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