Comunicato FOGOLÂR CIVIC alla stampa italiana – Udine, 23 settembre 2022
CIVISMO UDINESE: “CHIUNQUE VOTIATE VI DOMINERÀ FINCHÉ I CITTADINI NON SI IMPORRANNO!”
Accolta del Fogolâr Civic a Udine, in Corte Savorgnan, per discutere sulle imminenti elezioni politiche italiana. Il presidente prof. Travain: “Noi non diremo se e chi votare, ma certamente di non dimenticare le angherie subite dalla cittadinanza di questa ‘Repubblica democratica fondata sul lavoro’!”.
Qualificata accolta del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” si è riunita a Udine, venerdì 23 settembre 2022, presso il Ristorante “Pepata di Corte” in Corte Savorgnan, sotto la presidenza del promotore del sodalizio stesso, prof. Alberto Travain, che ha accolto legittima istanza dell’intendente fogolarista sig.ra Marisa Celotti auspicante incontro e confronto sociali sulle imminenti elezioni politiche nella Repubblica Italiana. Ogni intervenuto ha potuto esprimere, quindi, le proprie riflessioni sul tema, premettendo il presidente Travain che nessuna posizione di parte comunque sarebbe assunta dal Movimento, per sua tradizione apartitico. “Apartitico ma non apolitico” ha chiarito il professore: “Chi segue il Fogolâr Civic, realtà culturale con un suo credo euroregionalista nel solco di Madre Aquileia, prima metropoli mitteleuropea, non può affatto essere antieuropeista ma europeista rivoluzionario, civista, eurolocal-socialista, unendo all’istanza identitaria locale, connessa a naturale richiamo all’Europa del suo storico crocevia friulano, la velleità di attualizzare, evolvere, ottimizzare, migliorare, rintuzzandone memoria e mito, l’antica parte dei ‘populares’ di Giulio Cesare, padre del Friuli, e degli ‘zamberlani’ rinascimentali di Antonio Savorgnan: movimento di popolo per il popolo, radicato, propositivo, innovativo, riscattato dal più becero populismo!”. E ha soggiunto: “Non sarà senz’altro, poi, il Fogolâr Civic a contestare il diritto di quanti sceglieranno di non andare a votare, domenica 25, i loro rappresentanti a Roma, rendendo – pur civilmente – palese il loro dissenso e la loro sfiducia nei confronti non solo della classe politica ma anche dello stesso Stato italiano. Anche nell’antico Arengo udinese non vi era obbligo di partecipazione e favore e dissenso erano manifestati palesemente. Basta con l’insopportabile propaganda di chi giudica – reiterando luoghi comuni infondati – che chi non si reca a votare non compia il proprio dovere di buon cittadino favorendo gli ‘altri’: chi sono gli altri per chi non trova rappresentanza alle proprie istanze ed ai propri ideali? A ciascuno il diritto di esprimere liberamente i propri sentimenti nei confronti della politica e dei politici: anche attraverso l’astensione!”. Il presidente fogolarista ha, poi, chiuso, per parte sua, con un auspicio: che il popolo italiano sappia ‘castigare’ sonoramente chi, vuolsi Costituzione alla mano, ha promosso e favorito la più vergognosa discriminazione tra la cittadinanza di tutta la storia di questa repubblica, sorta dalle ceneri del regno che invase il nostro Friuli nel 1866! Un rilievo, questo, non di parte, ma registrazione di un accaduto che la migliore cultura civica di qualunque credo politico non può affatto accettare. Mai dimenticare lavoro e stipendi sospesi o persi con il beneplacito delle massime Istituzioni e dei sindacati! L’amore per la Storia, che noi fogolaristi udinesi coltiviamo, sia utile anche a questo: a non perdonare!”. Accorati ed accesi anche gli interventi della vicaria sociale prof.ssa Renata Capria D’Aronco; dei decani maestra Manuela Bondio e sig. Eugenio Pidutti, della citata intendente sig.ra Celotti, della caposezione sig.ra Anna Rosa Caeran e della collaboratrice sig.ra Renata Marcuzzi. Varia e articolata la riflessione. “In chiusura – ha detto Travain – , un augurio al popolo italiano: che possa riscattarsi, nel futuro più prossimo, insieme ai fratelli popoli europei, dalla più vile soggezione ai grandi potentati che lo sovrastano: ‘Chiunque votiate vi dominerà!’ recitavano anni or sono alcuni volantini fogolaristi nell’imminenza delle elezioni. Verità oggettiva. Infatti, finché la cittadinanza non trova altre forme per poter incidere veramente nella politica, obbligando i suoi rappresentanti ad ascolto e rispetto delle istanze partecipative, non vi è alternativa a una quinquennale dominazione assoluta, senza diritti d’interferenza da parte del popolo. Non vi sono ancora le condizioni per immaginare davvero tutto questo!”.